Progetti sociali e “nuove povertà”, intervista all’assessore Clara Ruggieri: “Alcune iniziative faticano a partire, dialoghiamo con i migranti”. Ecco alcuni numeri

Claudia Marchetti

Progetti sociali e “nuove povertà”, intervista all’assessore Clara Ruggieri: “Alcune iniziative faticano a partire, dialoghiamo con i migranti”. Ecco alcuni numeri

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martedì 04 Luglio 2017 - 07:30

Progetti, iniziative, ma anche “nuove povertà”. Il territorio di Marsala, oltre che della Provincia in generale, è una realtà difficile e con l’assessore alle Politiche Sociali e Culturali, Clara Ruggieri, abbiamo affrontato alcuni temi molto sentiti dai cittadini.

Partiamo dai progetti nell’ambito del Sociale. State mettendo in atto delle iniziative interessanti ma che faticano a partire.

Si, ancora ci sono poche risposte da parte dei cittadini. Vogliamo far conoscere a più persone possibili alcuni interventi. Il Comune sosterrà le famiglie con i servizi finanziati dal Ministero dell’Interno: Micro-Nido rivolto a un massimo di 24 bambini e i cui locali si trovano in via Mazara e Spazio-Gioco rivolto ad un massimo di 50 bambini, in entrambi i casi da 0 a 36 mesi. Per lo Spazio-Gioco i locali non ci sono ancora ma gli enti possono accreditarsi per ricevere i piccoli. Le istanze dovranno presentarsi entro il 7 luglio e per chi ha un reddito pari o al di sotto dei 12mila euro i servizi sono gratuiti. Poi continua il servizio (gratuito) “Ti accompagno io”: il Comune mette a disposizione auto ed autista per accompagnare in altre città anche fuori Provincia chi è affetto da patologie e deve fare delle cure; la Regione invece ha finanziato degli interventi per disabili gravissimi, le istanze devono essere effettuate al Comune e all’Asp.

Il nostro non è un territorio facile per chi cerca lavoro e nascono sempre più nuove povertà. Ci faccia un quadro generale.

Assisto ad un forte aumento delle nuove povertà che è dovuto anche alla precaria situazione che viviamo in Italia e in questa parte della Sicilia in particolare. Ai Servizi Sociali di Sappusi arrivano frequentemente persone licenziate che chiedono un lavoro o aiuti economici. Il Comune, nelle sue limitate possibilità economiche, dà loro un assegno civico previo impiego nel verde pubblico, nella custodia dei bagni pubblici, al cimitero, ecc. per ridare dignità a disoccupati o inoccupati. E’ attivo “Piazze solidali” che vede alcuni soggetti che magari prima svolgevano un lavoro in nero impiegati in attività nel centro urbano, mentre il SIA, Sostegno di Inclusione Attiva, prevede una Social Card per famiglie fino a 3mila euro di reddito con minori e/o disabili a carico. Ma i Servizi Sociali prendono in carico anche alcune persone bisognose per assunzione di personale, al momento siamo a 12.

Marsala è una delle maggiori città siciliane ad accogliere i migranti. Tematica molto sentita ma che sta generando sentimenti contrastanti…

Non mi piacciono alcune notizie recenti di cronaca che allarmano i cittadini mettendo in risalto il singolo elemento di disturbo. Dal canto nostro svolgiamo incontri con i centri di accoglienza del territorio per dire a questi ragazzi come comportarsi, di non recare disturbo agli abitanti, di andare in bici nelle ore notturne con luci e giubbotti catarifrangenti, di non lasciarsi coinvolgere in risse. Con cooperative e Sprar lavoriamo per evitare anche i singoli episodi per il vivere sereno di tutti e devo dire che, a parte qualche atteggiamento scettico, c’è un buon clima che non vorrei che cambiasse.

E a tal fine avete deciso di adottare la politica dell’integrazione…

Si, abbiamo pensato ad alcuni progetti innanzitutto firmando un Protocollo d’Intesa con Sprar, Parco archeologico ed altri enti interessati, che vedono i migranti impegnati al Parco del Museo Lilibeo, alla Salinella, nel verde pubblico, negli scavi di Mozia assieme all’Università di Palermo. Questo è tra i tre progetti di “buona prassi” in Italia che è stato segnalato giorni fa a Roma, alla mia presenza, e presentato con video e immagini. Il 6 luglio ci sarà la presentazione del progetto conclusivo. Mentre al Parco archeologico i migranti sono impegnati in un progetto indetto con l’Università di Ginevra.

Puntiamo un attimo i riflettori sul Sert e sulla Mensa fraterna. Si parla inoltre di casi gravi di indigenza per diversi motivi, come li affrontate?

Il Sert continua a svolgere il suo lavoro sul fronte delle dipendenze da alcol e droghe. Come assessore cerco di seguire e raccordare tutto il lavoro fatto da enti ed associazioni sul territorio. Ma vorrei fare di più, da qui ai prossimi mesi vorrei creare una vera e propria catena di contatti perché si parla sempre troppo poco di queste realtà. Alla mensa fraterna dello Stadio, gestita dalla Fondazione San Vito Onlus, i dati povertà sono allarmanti, ma la mensa riesce ad accogliere quotidianamente dalle 40 alle 50 persone che ricevono dai volontari un pasto caldo. Le emergenze le affrontiamo accogliendo presso la Casa di Riposo “Giovanni XXIII” chi non ha un posto dove dormire perché ad esempio è stato sfrattato o ha perso il lavoro. Al momento sono 10 i soggetti che ne usufruiscono ed è il Comune a pagare la retta facendo degli sforzi. Ma vogliamo creare nuove strutture per potere accogliere queste serie e difficili situazioni.

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