La preghiera

Gaspare De Blasi

Marsala

La preghiera

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martedì 02 Agosto 2016 - 06:19

Noi, naturalmente, non abbiamo alcuna ricetta da proporre. Non sappiamo come ci si comporta di fronte ad un fenomeno terribile come il terrorismo. Restiamo costernati davanti alle immagini, sempre più crude, che ci propongono le tv e i social. Il primo istinto, non so se ci capite, è di tipo reazionario: occhio per occhio, dente per dente. Ma si tratta di un istinto. La ragione inceve ci spinge a cercare soluzioni e non vendette. Non sappiamo se produrrà effetti positivi, ma così a “naso”, la domenica che i cattolici e i musulmani hanno trascorso nelle chiese a pregare assieme, ci è parsa utile per lanciare un messaggio, anche se piccolo, di pace. Anche a Marsala, come vi raccontiamo in altra parte del giornale, musulmani e cattolici, si sono uniti insieme in preghiera. Bene. Meno bene invece, anzi malissimo, la presa di posizione della parte più intransigente del mondo cattolico. I social sono pieni di frasi contro questa iniziativa. Prese di posizioni che fanno il paio con chi fomenta l’odio. “Non dobbiamo pregare con i musulmani”, oppure in un modo che tocca il razzismo puro, “sono assassini e noi li accogliamo nelle nostre chiese”, fino ad arrivare a vaticinanti allocuzioni, “Dio non li vuole”. Sono gli stessi che non hanno protestato quando le statue della Madonna hanno fatto l’inchino davanti alle case dei mafiosi? Può darsi. E dove erano questi individui quando nei covi dei boss, accanto ai “pizzini” che spesso erano delle sentenze di morte, venivano trovati i santini dei martiri o di Gesù?. Qualcuno ha protestato prendendo le distanze da chi mischia il sacro con delitto? E i romani che hanno assistito al funerale di un boss della malavita con tanto di cartello a lui inneggiante appoggiato nel muro delle chiesa, si sono detti sconcertati? (a proposito di questo episodio, ancora aspettiamo di sapere che decisione ha preso il vescovo di Roma, che è papa Bergoglio, sul parroco complice del boss di Roma capitale a cui ha riservato grandi onoranze funebri). Quel giorno, e poi ancora davanti alla casa di Riina o di Provenzano, quando la processione ha fatto “l’inchino”, c’erano i razzisti che non vogliono i musulmani in chiesa, ma di sicuro non c’erano né Dio né Allah. Continuate a pregare insieme se è utile, mentre condanniamo insieme ogni gesto di violenza che accade nel mondo

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