La svastica nel cuore

Vincenzo Figlioli

Apertura

La svastica nel cuore

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venerdì 21 Luglio 2017 - 06:37

In questi giorni alcuni lettori hanno segnalato alla nostra attenzione l’inquietante aumento delle scritte o dei disegni che inneggiano al fascismo in varie zone del cuore di Marsala. Nei mesi scorsi avevamo già denunciato questo fenomeno, allorchè i soliti ignoti avevano più volte imbrattato la lapide dedicata alla memoria dei marsalesi che furono uccisi durante la Guerra di Liberazione dal nazifascismo. Di fronte ad altre scritte, avevamo scelto di non dare troppo spazio ai deliri dei nostalgici del duce, ritenendo che fosse un fenomeno comunque marginale. Ultimamente, però, i muri del centro storico (soprattutto nella zona di Piazza Porticella) sono stati oggetto di ulteriori performance, con la comparsa di svastiche, croci celtiche e frasi che inneggiano al fascismo e denigrano il 25 aprile, la Liberazione e l’Unione Europea. Come se non bastasse, un’altra croce celtica è stata recentemente disegnata sul portone d’ingresso della scuola media “Vincenzo Pipitone” di Marsala.

Chiaramente, non è solo una questione di decoro urbano: personalmente, infatti, sono tra coloro che vedrebbero di buon occhio la possibilità di lasciare a writer e disegnatori la possibilità di esprimere la loro creatività in alcune aree della città. Nel caso delle scritte e dei disegni fascisti, però, non parliamo di arte o creatività, ma di messaggi che portano avanti un’ideologia che è stata nefasta per l’Italia e per l’Europa. Non occorre, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, che si approvino nuove leggi, laddove c’è già una Costituzione nata dall’incontro tra partiti e culture diverse che mette al bando qualsiasi progetto di ricostituzione del partito fascista. Occorre però uscire da quel senso di superficialità che porta a tollerare che le nostre strade siano costellate da svastiche e croci celtiche ad opera di gente che per tradizione familiare o mancanza di cultura non disdegnerebbe il ritorno delle camicie nere, dell’olio di ricino o delle leggi razziali (che magari applicherebbero volentieri ai migranti, nuovo spauracchio del Terzo Millennio). Una città che si vanta di essere Medaglia d’Oro al Valore Civile per il contributo dato alla Liberazione dal fascismo non può accettare che il portone di una scuola in cui ogni giorno si dovrebbero insegnare i principi fondamentali della Costituzione, il rispetto per gli altri e l’incontro tra culture diverse possa accogliere i propri giovani studenti con il simbolo della negazione di tutto ciò.

Ci sono cose che vanno fatte a prescindere: se anche ci venissero a dire che è un’operazione costosa per le casse pubbliche, varrebbe la pena farla. Un po’ com’è avvenuto anni fa, quando è stato rimosso da Piazza della Vittoria (a spese del Comune) il chiosco abusivo che era stato allestito al servizio di un noto bar. Non andare a ripulire quel portone e quei muri equivale a dire che in fin dei conti non si tratta di una cosa molto importante, autorizzando di fatto quelle poche mani che si sono date da fare con i loro pennarelli ad andare a riempire di svastiche e croci celtiche tutto il centro storico. Ma Marsala non è Predappio. Ha un’identità storica e culturale che (al netto delle criticità che quotidianamente denunciamo) va tutelata e salvaguardata.

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