L’assessore ai Servizi Sociali di Alcamo Nadia Saverino: “Vorrei mettere in primo piano la dignità delle persone”

redazione

L’assessore ai Servizi Sociali di Alcamo Nadia Saverino: “Vorrei mettere in primo piano la dignità delle persone”

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mercoledì 15 Febbraio 2017 - 19:10

Dopo le richieste di dimissioni rivolte all’assessore Saverino dall’ex presidente della Consulta allo sport Giuseppe Messana, in un’intervista rilasciata ad una tv locale, il componente della giunta Surdi respinge le accuse e difende l’operato dell’amministrazione pentastellata

In merito alle critiche mosse dall’ex presidente della Consulta dello sport, il professore Giuseppe Messana, il quale ha lamentato di non ritrovare in lei una persona che potesse ascoltare le sue proposte, cosa risponde?

Questa accusa pubblica del professore Messana la reputo molto grave. Ha ripetuto più volte che è da quattro mesi che l’assessore non si fa vedere. Io ho spostato semplicemente il mio luogo di ricevimento in via Verga, dove ho la mia stanza e gli spazi idonei per poter ricevere. Quindi, non è vero che non ricevo. Evidentemente, dall’ufficio non è partita questa informazione, anche se io ho avuto modo di incontrare alcuni colleghi delle altre associazioni sportive in questi quattro mesi. L’intervista di Messana mi ha sorpreso per i contenuti. Io comprendo benissimo le sue perplessità per quanto riguarda le condizioni della tensostruttura che, è sotto gli occhi di tutti, ha necessità di essere ripristinata. Però, si sa benissimo che i tempi non sono celeri. Stiamo lavorando per cercare di capire come poter intervenire, non soltanto mettendo le classiche pezze, ma dando la possibilità di rendere questa struttura finalmente idonea per tutti i tipi di sport, anche perché questa struttura viene sfruttata pure dalle scuole. Quindi, è sicuramente una sede importante per le attività sportive del nostro territorio. Mi sorprende, dall’intervista che ha rilasciato Messana, sentirmi dire che non sono stata presente, che non abbia ascoltato o che non abbia preso in considerazione il suo punto di vista. In realtà il professore è stato cercato da me non tanto come ex presidente della Consulta, come lui stesso si è definito. In quell’occasione, poteva dirmi “Guarda, lo sono ancora fin quando non verrà ripristinata la nuova Consulta”. Lui mi ha portato il regolamento che la stessa Consulta aveva proposto, e che io ho presentato in commissione, così come ho presentato lo stesso presidente Messana, per avere appunto la sua testimonianza, dettata dalla sua esperienza. La prima commissione ha reputato il regolamento troppo rigido per quanto riguarda la modalità di distribuzione delle ore all’interno delle varie strutture. Quando mi viene detto che l’assessore Saverino in Consiglio Comunale non ha contribuito, in realtà, io ho portato più volte non sole le problematiche, che mi sono state riferite durante i mesi di ascolto e di conoscenza delle varie associazioni sportive, ma le mie proposte sono state spesso reputate appunto rigide, troppo schematiche, che non prendessero in considerazione diverse problematiche. In realtà, il motivo per cui il regolamento degli impianti sportivi è stato portato in commissione nasce appunto da questa labilità delle regole, da questa troppa discrezionalità da parte dell’ufficio che ovviamente ha creato disomogeneità per quanto riguarda la distribuzione non soltanto degli orari, ma anche delle struttura messe a disposizione, creando attrito tra le varie associazioni che continuamente si appellavano a questo regolamento, il quale non diceva altro che tutto doveva essere gestito sì dall’assessore ma anche dall’ufficio. Quindi, l’idea mia era quella di creare criteri assolutamente oggettivi che con me o con il responsabile dello sport o con altre persone potessero comunque continuare ad esistere.

Dal mondo sportivo sono arrivate le principali critiche al suo operato. Quali altre problematicità ha riscontrato una volta assunte le deleghe?

Devo essere sincera. La delega che mi ha apportato maggiore difficoltà non nego, appunto, è stata quello dello sport, ma per una mancanza di informazione che mi è stata data nel tempo solamente dopo delle domande ben precise. Per quanto riguarda le altre deleghe, inizialmente, avevo pure quella della Pubblica Istruzione. le problematiche riportate erano fondamentalmente strutturali, riferite dunque alla struttura della scuola, con i vari deficit. La palestra ad esempio della Nino Navarra, piuttosto che alcuni arredamenti mancanti in altre scuole. Quindi, un aspetto manutentivo fondamentalmente, nonché di spese eccessive da parte delle scuole per quanto riguarda luce, gas e utenze varie, tanto che i dirigenti con i quali ci siamo riuniti più volte hanno dato delle proposte che sono state assolutamente prese in considerazione. Per quanto riguarda i Servizi Sociali, si tratta di un ufficio che necessariamente deve correre, deve stare dietro alle richieste che i nostri cittadini fanno. Purtroppo, inizialmente, mi sono ritrovata in una situazione di ascolto delle diverse problematiche e mi sono resa conto che erano sempre le stesse, ovvero mancanza di lavoro, quindi, mancanza di possibilità di pagarsi l’affitto, impossibilità di reinserimento nel mondo del lavoro dopo magari anche una crisi passeggera. Quello che ho spiegato ai diversi utenti, che ho avuto modo di incontrare, è che ciò che questa amministrazione cercherà di fare nel tempo sarà quello di renderli dei cittadini attivi e, quindi, evitare questo pellegrinaggio, la ricerca di denaro per sopperire un problema, come può essere l’affitto che ricorre mensilmente, ma creando una rete, una situazione in modo tale che queste persone pian piano possano camminare con le proprie gambe.

Quali sono i progetti che sono stati messi in campo nel sociale dal momento del suo insediamento?

Sono contenta perché dopo diversi incontri, più o meno con gli stessi utenti, ho avuto la possibilità di dare a queste persone uno spiraglio di luce chiamato progetto “Il Volo” e, successivamente, il progetto “SIA”, la misura contro la povertà. Il Volo, che partirà a breve, darà la possibilità a 54 famiglie di lavorare per tre mesi attraverso una graduatoria che durerà tre anni. Il SIA, invece, è una misura un po’ più restrittiva, perché comunque si occupa fondamentalmente delle famiglie. Quindi, sono avvantaggiate tutte quelle persone che hanno dei minori a carico, che hanno un disabile in famiglia e donne in stato accertato di gravidanza. Con il SIA si attiverà una carta sociale di 80 euro per ogni membro familiare e un massimo di 450 euro, e prenderà in carico l’intera famiglia. Quindi, si attiverà una misura per chi si deve inserire nel mondo del lavoro o con i minori a carico. È stato fatto anche un incontro con le istituzioni scolastiche che si sono messe ad assoluta disposizione per collaborare all’attuazione di questo progetto.

Nell’ultima assemblea pubblica, durante la quale sono state presentate le macro aree da inserire nel DUP, si è parlato dell’inclusione sociale per l’appunto. Su che cosa si sta lavorando in particolare?

Lo scopo è quello di dare ai nostri cittadini, che si ritrovano in condizioni socio economiche svantaggiate, quello strumento che li possa reinserire con dignità nel mondo del lavoro, risollevandosi da quella crisi che colpisce spesso le famiglie anche in maniera momentanea. Quello che si cercherà di fare è di intercettare dei finanziamenti per proporre non solo dei servizi e consolidare quelli che ci sono, ma dare la possibilità di rendere questi cittadini più attivi. Mi piace il concetto di cittadino attivo perché quello che vorrei mettere in primo piano è la dignità delle persone. Spesso le persone che incontro ai servizi sociali, non vengono semplicemente a chiedere i soldi. Quello che vengono a chiedere è un lavoro in un momento storico in cui trovarlo è difficile, soprattutto per chi l’ha perso da diverso tempo. Quindi, quello che si farà è creare tutti quei progetti di accompagnamento attivo nel mondo del lavoro, arrivando fino al nostro concetto di reddito di cittadinanza, dove il cittadino in cambio di un compenso si rende attivo non soltanto nella formazione, ma anche nella ricerca di una propria stabilità economica.

Ci sono delle novità sulle nomine alle IPAB. Quali iniziative saranno implementate per rilanciare queste due realtà?

In seguito all’avviso pubblico, sono stati selezionati i due rappresentanti che saranno i nostri portavoce all’interno dell’IPAB. Sono due persone che il sindaco ha reputato competenti rispetto alle materie che andranno trattate e che, sicuramente, cercheranno di capire perché si è arrivati a questo punto, collaborando chiaramente con gli altri membri dell’IPAB. Per quanto riguarda il San Pietro, è stato necessariamente commissariato, ma già con il nuovo membro, dal sindaco designato, si cercherà di collaborare in modo tale da arrivare poi a conoscenza della realtà e delle possibili soluzioni nel momento in cui entrerà a pieno regime all’interno del CdA. Quello di cui si è parlato è che, per uscire fuori da questa situazione, sicuramente ci deve essere una progettualità di base e un reinventarsi i servizi, chiaramente prendendo in considerazione le richieste che partono dal nostro territorio e che possano rispondere a queste esigenze. Per quanto concerne il Mangione, stesso iter. Lì, il CdA è già formato. Quindi, il nostro rappresentante entrerà subito nel vivo di quello che è la realtà dell’IPAB che, ricordiamo, si occupa di anziani, mentre il San Pietro di minori. Ancora non c’è stato un insediamento formale. Nel momento in cui ci sarà, cercheremo di capire qual è la realtà attuale.

Sono state modificate le deleghe e tra quelle assegnatele vi sono le Pari Opportunità e le Politiche Giovanili. Di che cosa si sta occupando adesso?

Sono intanto contenta di aver preso come delega quella delle Politiche Giovanili che sento vicina anche alla mia formazione. Innanzitutto, così come ho fatto con le altre associazioni, mi piacerebbe capire da quelle presenti sul territorio, formate anche dai ragazzi, quali sono le esigenze, che cosa possiamo mettere in campo per migliorare quelle che sono le loro richieste. Per quanto riguarda le Pari Opportunità, sicuramente, sarà rivisto il regolamento che verrà portato in prima commissione, così come il regolamento della consulta “H” che verrà ripristinato. Mi piacerebbe ripristinare anche un regolamento che tuteli le associazioni che si occupano di sociale e disabilità.

Per quanto concerne la delega ai servizi demografici, quali sono le novità?

Stiamo lavorando con gli uffici per cercare di accorciare i tempi della burocrazia per quanto riguarda il disbrigo pratiche, come può essere il cambio di residenza piuttosto che tutte quelle pratiche relative al matrimonio o alle carte d’identità. Si cercherà di rendere tutto telematizzato, in modo tale che si eviti il pellegrinaggio da un ufficio all’altro da parte dei cittadini, che possono richiedere questi certificati anche da casa. Una cosa importante, e che spesso viene dimenticata, è che dai servizi demografici dipende anche la toponomastica del nostro paese. Nel DUP è stata inserita la toponomastica di Alcamo Marina, ovvero la designazione dei numeri civici, perché è diventata un’unica contrada con le varie vie. Questo lavoro era stato iniziato dal sindaco Scala, dopodiché è rimasto incompleto. Quindi, ci ritroviamo in una confusione più totale per cui un indirizzo civico non corrisponde con il numero civico della via. Questo è un lavoro che deve essere necessariamente fatto in quanto viene imposto a livello nazionale. Speriamo entro l’anno di portare a termine quest’altro obiettivo.

Linda Ferrara

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