Le camicie rosse librate nel sole e nel vento della marina di Marsala

Claudia Marchetti

Le camicie rosse librate nel sole e nel vento della marina di Marsala

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giovedì 28 Gennaio 2016 - 17:35

Caro Peppe Caimi, Maestro dei Mille,

sei scomparso tragicamente nel 1982 ma stai per rinascere come imperituro cittadino del mondo considerando che le biografie dei Mille, raccolte con i tuoi (e miei) alunni di quinta elementare, oggi sono diffuse nel mondo grazie ad internet. Il tuo lavoro appassionato di ricerca nelle prossime settimane riceverà la più solenne rilevanza storica attraverso il tanto atteso e travagliato monumento ai Mille. Alla fine, nell’ex Margitello della nostra città, le due murate del simbolico vascello esporranno al sole e al vento i cognomi, i nomi e l’anno di nascita di tutti i volontari che qui sbarcarono l’11 maggio del 1860, le cui biografie da te manoscritte sono patrimonio storico universale.

Fra pochi giorni i lavori per il completamento del monumento ai Mille avranno termine. Sono trascorsi 155 anni dall’epico sbarco di Garibaldi e da oltre un secolo era atteso un monumento che ricordasse quello storico evento che diede inizio al processo unitario della nostra nazione. Finalmente, dopo mille indugi, polemiche, controversie procedurali e richieste di finanziamenti vede la luce l’opera il cui progettista non é lo Ximenes né il Mongiovì ma il giovane architetto catanese Ottavio Abramo, vincitore del concorso indetto anni addietro dall’Amministra-zione comunale. E’ un’opera sui generis che ha poco della monumentalità canonica legata a masse volumetriche rigide e statiche. E’ qualcosa di agile e dinamico, dà la sensazione di salire a bordo di un vascello per una crociera popolata da camicie rosse lombarde, piemontesi, liguri, venete, siciliane , ungheresi e di altre nazioni i cui nominativi ricavati dalle due murate si librano nel sole e nel vento della marina di Marsala. L’anno di nascita induce a riflettere sul fatto che circa trecento garibaldini erano ragazzi che non avevano raggiunto la maggiore età e che i cognomi ripetuti indicano che i Torri Tarelli, gli Asperti, gli Antongini, gli Sprovieri, i ben più noti Cairoli, erano fratelli. Più che di uno sbarco, si ha la sensazione di un imbarco alla volta di un ideale ancora da raggiungere: l’amore di patria e la fratellanza tra le nazioni. E’ bene render nota l’opportunità che offre la Città di Marsala di vedere i volti dei Mille nel locale museo garibaldino “Giustolisi” e di leggerne le biografie raccolte dal Maestro Giuseppe Caimi, custodite presso il Centro Studi Garibaldini e consultabili nel sito web www.centrogaribaldino.it.

Elio Piazza

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