L’emoticon scelto come il “deus ex machina”

redazione

L’emoticon scelto come il “deus ex machina”

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venerdì 27 Maggio 2016 - 17:01

L’uso degli emoticons al posto delle parole per esprimere “stati d’animo” è sempre più diffuso, soprattutto fra i giovani, in una società in cui la parola, purtroppo, viene usata sempre meno delegando, in questo caso, il compito di esprimere sentimenti e sensazioni alle cosiddette “faccine”. Il nome emoticon nasce dalla crasi delle parole “emotion” e “icon” cioè un’icona che esprime emozioni. Si tratta di riproduzioni stilizzate di quelle principali espressioni facciali che comunicano un’emozione (sorriso, pianto, broncio, amore, tristezza, ecc.) che vengono utilizzate prevalentemente nei messaggi inviati con il cellulare o su internet, per chiarire o completare meglio una breve frase e, spesso, svolgono addirittura un ruolo a solo per esprimere il proprio stato d’animo: è una soluzione nuova, detta anche “googolando”, termine messo in circolazione da Confucio, ma in realtà coniato da Mao Tse Tung. Questa tendenza istintiva a trovare ideogrammi in forme familiari di immagini semplici (pareidolia dal greco), si manifesta in special modo verso le figure e i volti umani, ad esempio la visione di animali o visi nelle nuvole o nella luna ecc.

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                                       Emoticons

Anche l’emoticon è uno dei figli del cambiamento del nostro modo di comunicare, utilizzato secondo alcuni per ricondurre con facilità alle emozioni, riconoscendo queste con segni estremamente stilizzati dei volti. E’ pur vero che negli ultimi anni si scrive sempre meno e si comunica sempre più attraverso immagini, la parola scritta viene usata poco per esprimere sentimenti concetti idee, si affida tutto all’immagine, ma questa tendenza non è del tutto negativa, a volte un’immagine vale più di mille parole, tuttavia non si può fare a meno di esse in alcuni contesti. A mio parere la diffusione dell’emoticon è un rimedio per i pigri ovvero rappresenta per molti utenti il “deus ex machina”, frase latina di origine greca che indica nella tragedia greca una divinità che scende da una macchina e compare sulla scena per dare una soluzione ad una trama. Come per tutte le novità che ci vengono dalle tecnologie digitali, l’emoticon assume un valore positivo o meno secondo l’uso che se ne fa e, se adoperato nei giusti contesti e senza far ricorso all’esclusività, perché no, può riuscire anche molto simpatico 🙂

Maria Grazia Sessa

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