Librizzi, il potere e la nostra credibilità

Vincenzo Figlioli

Punto Itaca

Librizzi, il potere e la nostra credibilità

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venerdì 27 Giugno 2014 - 10:40

Personalmente, la stracitata frase di Andreotti – “il potere logora chi non ce l’ha” – non mi ha mai convinto. Perché penso esattamente il contrario. E’ proprio chi detiene il potere, spesso, ad esserne logorato. E la dimostrazione arriva, ancora una volta, dal nostro territorio, tornato tristemente alla ribalta dei media nazionali con l’arresto di don Sergio Librizzi, il direttore della Caritas diocesana trapanese.

Che il sacerdote in questione fosse una persona più attenta ai conti corrente che alla spiritualità, lo sapevano anche i sassi. Ma che Librizzi potesse esercitare il proprio ruolo di potere per ricattare i richiedenti asilo che arrivavano nel nostro territorio, credo che potessero immaginarlo davvero in pochi.

L’epilogo giudiziario di questa vicenda arriverà tra qualche anno, ma una prima riflessione su quello che abbiamo letto e ascoltato in questi giorni è già possibile. E ci spinge a dire che troppe volte, in nome del potere, abbiamo visto governanti, amministratori, datori di lavoro e sacerdoti calpestare senza pietà la dignità umana. A qualcuno potrà sembrare un paragone azzardato, ma in certe vicende mi sembra di rivedere la totale mancanza di pietas dei nazisti, che consideravano “meno che uomini” gli ebrei, i rom, gli omosessuali e i dissidenti politici detenuti nei campi di concentramento, sentendosi così autorizzati ad utilizzare contro di loro qualsiasi strumento di tortura fisica e psicologica. Provo a immaginare cosa avranno pensato del nostro Paese, delle sue istituzioni, della Chiesa cattolica, gli otto uomini a cui don Librizzi avrebbe promesso il riconoscimento dello status di rifugiato in cambio di prestazioni sessuali.

Storie come queste rappresentano la peggiore delle sconfitte per la credibilità del nostro Paese (altro che Costarica e Uruguay…) ma anche delle istituzioni ecclesiastiche. Da un lato c’è un Papa come Jorge Mario Bergoglio che sta aprendo una stagione completamente nuova per i cattolici, nella forma e nella sostanza. Dall’altro lato ci sono ancora sacche di malcostume che sono state tollerate in barba ai veri valori evangelici e che hanno logorato le convinzioni di tanti fedeli, messo in crisi le vocazioni e svuotato le chiese.

Proprio per questo, come auspicato anche dal procuratore Marcello Viola, chi ha vissuto in questi anni intorno alla Diocesi di Trapani, ha il dovere morale di contribuire alla prosecuzione delle indagini in corso e a far luce di un complesso ben più articolato in cui poteri diversi si ritrovavano assieme, per decidere le sorti del territorio.

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