Linda Licari: “A Marsala troppe ripicche e lentezze: si cambi verso”

Vincenzo Figlioli

Linda Licari: “A Marsala troppe ripicche e lentezze: si cambi verso”

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martedì 25 Settembre 2018 - 07:33

Protagonista di diverse battaglie nelle ultime settimane in Consiglio comunale, Linda Licari ha sottoscritto nei giorni scorsi una dura presa di posizione nei confronti dei suoi colleghi consiglieri che hanno promosso il maxi emendamento al Piano Triennale approvato la scorsa settimana.

C’è un filo che lega quanto avvenuto la scorsa settimana con l’indirizzo generale che il Consiglio ha avuto in questi tre anni?

La posizione assunta da me e da altri consiglieri di abbandonare l’aula può avere motivazioni diverse. Per quanto mi riguarda è stata una risposta ad una politica che non condivido e che intendo contestare. La politica è la forma di partecipazione attiva più bella che si possa fare, va intesa come attività mirata alla crescita culturale, sociale ed economica di una città. Purtroppo già per il terzo anno consecutivo ci troviamo ad assistere a scene poco confortanti. La trattazione del Bilancio e tutti gli atti propedeutici dovrebbero essere momento di serio confronto tra consiglio e giunta, in cui poter lavorare per pensare e proiettare la città negli anni a venire, con progetti di opere pubbliche importanti, alcune delle quali inserite nel stesso piano. Questo diventa motivo di scontro, un atto su cui puntare per conquistare “medagliette” da poter mostrare, prese di posizioni politiche legate a vecchi rancori tra le parti, a poltrone mai arrivate, ad incomprensioni che sarebbe stato meglio chiarire nelle sedi opportune. Il piano triennale è arrivato a fine aprile in commissione, è stato discusso per diverse sedute e arriva in consiglio con parere negativo perché la maggioranza della commissione si è astenuta, ma senza nessun emendamento che formulasse una proposta alternativa. In commissione non si propone nulla e tutto si consuma con piccole modifiche in seduta di consiglio comunale, con emendamenti proposti all’ultimo minuto dallo stesso gruppo di consiglieri di sempre, con pareri acquisiti all’ultimo minuto e magari con il rischio, da parte dei dirigenti, di qualche errore nell’esprimere il parere. Alcune modifiche sono state fatte solo per ripicca nei confronti di qualche consigliere, come quelli previsti per ripristinare la piazza di Strasatti vandalizzata e mai ultimata, e poi ha visto l’impiego di risorse per creare nuovi impianti illuminanti in “stradelle” o “chiani”, quando si poteva decidere di investire fondi arrivati dalla Regione su manutenzione strade fatiscenti e impianti illuminanti già esistenti. E questo ciò che ho voluto contestare in aula, con l’abbandono dei lavori. Voglio dire che si deve cambiare verso, si sta andando nella direzione sbagliata, in quella che crea disaffezione e scollamento della città verso la politica. Questa deve mostrare di esser produttiva per la città, di aver tempi celeri, nell’approvazione degli atti, ogni nostro ritardo, rallenta i ritmi di crescita, se poi questi si sommano alla burocrazia, questa città avrà bisogno di tempi biblici per vedere un serio rilancio.

Quasi due anni fa lei chiedeva una verifica politica nella coalizione che aveva sostenuto la candidatura a sindaco di Alberto Di Girolamo. Quella verifica non è mai arrivata. Di chi sono le responsabilità?

E’ chiaro che le responsabilità vanno ricercate in più parti, da una parte il Sindaco, e dall’altra le varie parti politiche che hanno composto la maggioranza, compreso il Pd che aveva l’onore di sostenere e guidare questa giunta e i gruppi consiliari vicini e invece non è mai stato coeso. Per tre anni, inoltre, ha avuto capogruppo che ha assunto spesso posizioni contrastanti.

Come dovrebbe muoversi l’amministrazione Di Girolamo in questi due anni scarsi che restano per completare il mandato?

Con un cambio di passo, più celere, mettere in campo tutte le azioni di rilancio su cui si è programmato in questi tre anni, il cambiamento di cui si è parlato e che la città ha fortemente voluto quando ha votato Alberto Di Girolamo. Si investa tanto su comunicazione delle nostre risorse paesaggistiche, si lavori su un city branding. Quanto si è fatto va meglio comunicato e potenziato.

Spesso questa giunta incassa riconoscimenti esterni – sulla differenziata, la lotta all’evasione e il bando per il comarketing – ma per gli umori della città sembrano ben poco favorevoli. Come se lo spiega?

La gente voleva in maniera ancora più evidente il cambiamento, in alcuni settori purtroppo non è stato percepito perché le azioni devono essere più incisive e occorre dimostrare reali azioni di cambiamento, anche nel coinvolgimento e di associazioni di categoria. Il cittadino deve essere partecipe e deve sentirsi esso stesso co-responsabile delle scelte politiche dell’amministrazione comunale. 

Recentemente è stata tirata in ballo dalla deputata del M5S Piera Aiello in merito all’inchiesta sulle effettive presenze in commissione di Alfonso Marrone. Come sono andate esattamente le cose?

Ho conosciuto l’onorevole Aiello a Marsala nell’occasione della presentazione di un libro narrante la sua storia coraggiosa. Per caso mi sono accorta di una sua nota condivisa sui social in cui mi citava, specificando il nome della Presidente di commissione nel giugno del 2017; ho colto l’opportunità per chiarire e spiegare dove fosse l’equivoco, e quindi nessun falso, sui 15 minuti di differenza contestati che voglio ribadire anche qui. Il modulo di attestazione di presenza che viene presentato al datore di lavoro è stato redatto secondo quanto prevede la legge regionale n.30 del 2000, la stessa cita “… i componenti di commissioni consiliari hanno diritto di assentarsi dal servizio per partecipare a ciascuna seduta per un tempo massimo di due ore prima dello svolgimento della seduta ed il tempo strettamente necessario per il raggiungimento del posto di lavoro…”. Il modulo stesso pertanto prevede che venga segnata la data e l’ora di convocazione fissati, a prescindere dall’ora in cui in realtà si apre la stessa seduta, ricordo che per essere in regola occorre  il raggiungimento del numero legale che è di 6 componenti presenti su 11. Quel giorno, come può verificarsi in diverse occasioni, la seduta venne aperta, così come da verbale e da firme rilevate nel registro, alle 10,45. Quindi oltre alle due ore previste prima dell’apertura, c’è anche il tempo che precede l’avvio dei lavori, dovuto, per l’appunto al raggiungimento del numero legale. Il modulo contiene inoltre l’ora esatta di uscita dalla commissione proprio perché il tempo previsto per il rientro è legato esclusivamente al tempo necessario al tragitto. Per quanto mi riguarda mi sento di dire che nessuna irregolarità è stata commessa.

Lei è stata tra le principali sostenitrici delle stagioni teatrale dirette da Moni Ovadia e Mario Incudine. Ritiene che si debba proseguire il lavoro iniziato in questi anni?

Ritengo che sia stato importante arricchire la città sull’aspetto culturale con un direttore artistico di fama internazionale, riportare la gente a teatro con la possibilità di fruire di opere teatrali presenti nelle stagioni di grandi città. Il progetto iniziale della creazione del teatro diffuso e il coinvolgimento degli artisti locali, però alla fine è venuto meno, c’erano aspettative superiori. Non tutto è perduto. Il progetto va rivisto e lo spirito iniziale di coinvolgimento e crescita culturale con gli artisti locali va recuperato, la nascita in città di un cantiere di artisti locali è una risorsa che non va persa e sulla quale si dovrà investire per la prossima stagione, attraverso la disponibilità anche delle nostre risorse preziose, come i teatri: ne abbiamo due importanti che le altre città ci invidiano. Non si rinunci a far crescere il teatro in città, si dia la possibilità alle diverse scuole marsalesi di fruire degli spazi pubblici per far conoscere ed avvicinare soprattutto gli adolescenti che spesso non trovano alternative utili di crescita se non le passeggiate nelle note vie pedonali cittadine. Non si rinunci mai ad investire su sociale e cultura. Altrimenti la nostra società ne pagherà i danni in maniera seria.

Circa un mese fa lei è stata oggetto di pesanti attacchi sessisti in seguito alla presentazione di un ordine del giorno che censurava l’operato del Ministro Salvini. Cosa le è rimasto di quest’esperienza?

Ho capito che ancora oggi la libertà di parola e di pensiero non è scontata e va difesa ogni giorno, soprattutto per una donna, ahimè! Ho trovato la stima di tanti nei quali ho letto un desiderio di unione di valori che vanno oltre gli attacchi facili. Nei messaggi ricevuti ho colto l’invito a non mollare e il desiderio di riscatto di una parte politica che al momento sembra silente, che sente l’esigenza di far sentire la propria voce, di riaffermare quei valori di libertà, democrazia, dignità umana, uguaglianza su cui si fonda il nostro stato diritto. C’è un desiderio di rivalsa di una parte politica che ha subìto il peso delle divisioni e dei personalismi interni. Occorre consolidare un percorso di unità tra le forze riformiste del centro sinistra. Questo mi è rimasto. Al momento non serve parlare di sfide, non bisogna parlare “contro” qualcuno o qualcosa, occorre difendere la libertà di esprimere le proprie idee, far chiarezza sulle proprie posizioni politiche con coerenza e coraggio, anche andando controcorrente. Senza dimenticare che fare opposizione al populismo non è facile. L’unica soluzione possibile per contrastare azioni populiste sono le concrete scelte politiche, le soluzioni possibili ai problemi che attanagliano la popolazione, far comprendere che esiste una classe politica che ascolta e che vuol contrastare, come nel caso dei flussi dei migranti, non il migrante che fugge dalla guerra, ma chi, sugli esseri umani specula in maniera indiscriminata, rendendosi protagonista di una nuova tratta degli schiavi.  La politica con la P maiuscola non è sfida, non è un duello, io la intendo come confronto democratico e rispettoso della Persona, delle posizioni, delle idee.  Ho imparato, a mie spese, ad ignorare le sfide che altri hanno creato, guardando avanti e perseguendo gli obiettivi che riguardano il bene di tutti.

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