L’inquietante escalation

Vincenzo Figlioli

Marsala

L’inquietante escalation

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martedì 31 Luglio 2018 - 06:30

Nel giro di pochi giorni una vera e propria escalation. Da Nord a Sud, da Moncalieri a Partinico, passando per Aprilia, le cronache raccontano vicende apparentemente diverse, ma con un denominatore comune: le vittime erano di etnia africana. Nel primo caso si trattava di Daisy Osakue, campionessa di atletica pronta a rappresentare il nostro Paese agli europei, colpita violentemente a un occhio con un uovo lanciato dall’interno di un’autovettura; nel secondo caso, di un giovane richiedente asilo senegalese pienamente integrato nella sua nuova realtà, picchiato a sangue e destinatario di insulti a sfondo razzista; nel terzo caso, di un nigeriano rimasto ucciso nell’ambito di un episodio la cui dinamica appare ancora poco chiara. E poi c’è la vicenda della bimba rom ferita alla schiena da un imbecille che, in pieno giorno e in pieno centro, provava il funzionamento della sua pistola ad aria compressa.

Dal 1 giugno, giorno di insediamento del governo Conte, si sono registrate circa una trentina di aggressioni fisiche razziste, in media una ogni due giorni. Secondo i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio in Italia non c’è alcuna emergenza razzismo. Paradossalmente potrebbero anche avere ragione, perchè la situazione appariva preoccupante già qualche mese fa, quando i colpi fatti esplodere a Macerata da Luca Traini (già candidato della Lega alle amministrative) contro alcuni immigrati aveva fatto suonare un primo inquietante allarme, ulteriormente alimentato dalle varie scritte a sostegno dello stesso Traini comparse sui muri di diverse città italiane (Marsala compresa), mentre Matteo Salvini si dichiarava pronto a sostenere le spese legali per la sua difesa. Ma le cronache avevano raccontato anche in precedenza di pestaggi e azioni violente, mentre alcuni articoli della stampa nazionale avvertivano dei rischi legati alla crescita dei movimenti di estrema destra, soprattutto nei quartieri popolari delle grandi città.

Il fatto nuovo di queste settimane, ed è qui che l’inquietudine aumenta di grado, è che alla guida del Ministero degli Interni c’è un signore che spende il suo tempo ad alimentare odio e diffidenza nei confronti degli immigrati, senza proferire alcuna parola contro gli episodi di violenza qui raccontati. Di fatto Salvini sta dando legittimazione a tutti coloro che per tanto tempo hanno dovuto reprimere i propri sentimenti razzisti, quasi a lasciare intendere che potranno contare sulla benevolenza del suo governo. Un po’ come avvenne ai tempi del G8 di Genova, quando apparve chiaro che dai piani alti del governo Berlusconi qualcuno aveva garantito piena copertura politica ai picchiatori della Diaz o di Bolzaneto, in quello che rimane il più grave episodio di violazione dello Stato di diritto che si sia registrato nella storia recente del nostro Paese, trasformato per alcuni giorni in una sorta di “macelleria messicana” da quelle istituzioni che avrebbero dovuto garantire non solo la sicurezza dei capi di governo, ma anche la libertà di manifestazione del dissenso.

E’ pur vero che Salvini lo conosciamo da tempo e i suoi atteggiamenti, per quanto deprecabili, non appaiono poi così sorprendenti. Ben diverse erano invece le aspettative sul Movimento 5 Stelle, che in barba ai valori in cui si riconosce una parte importante del suo elettorato continua ad apparire in totale balìa del suo alleato. Appare evidente che i capi politici pentastellati preferiscono glissare su argomenti del genere, per non infastidire Salvini e conservare quella posizione di equidistanza che ha portato loro voti da destra e da sinistra. La Repubblica, per fortuna, non è proprietà di Salvini e Di Maio, ma è formata da cittadini che si rivedono in un patto sociale che nel ricordo della nostra Storia nazionale ripudia qualsiasi forma di razzismo. E’ a questi cittadini che, oggi più che mai, tocca rinunciare a un pezzo del proprio privato per riappropriarsi di uno spazio pubblico di resistenza civile contro quel mix potenzialmente letale di indifferenza e intolleranza che sta avvelenando il nostro Paese.

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