L’omertà di Stato

Vincenzo Figlioli

Punto Itaca

L’omertà di Stato

Condividi su:

venerdì 03 Ottobre 2014 - 09:57

Sta andando in scena a Palermo un processo che potrebbe raccontarci molto sulla storia italiana recente. Le indagini e le prime deposizioni dei testimoni davanti alla Corte d’Assise presieduta da Alfredo Montalto hanno cominciato a restituire i primi tratti di uno scenario molto più complesso rispetto a quanto abbiamo letto in questi anni in merito alla Trattativa Stato – Mafia. Un quadro ben più intricato di un romanzo di John Grisham, in cui trovano spazio boss, politici, rappresentanti delle istituzioni e dei servizi segreti. E ancora, protocolli discutibili, reticenze inquietanti, depistaggi e manipolazioni mediatiche degne dei più consolidati sistemi di potere.

In questo processo c’è tutto l’indicibile di un Paese che ha abituato il suo popolo a vivere senza conoscere la verità su alcuni tra gli episodi più controversi della sua storia repubblicana. Ma se la generazione dei nostri nonni è passata a miglior vita senza sapere com’è andata davvero a Portella della Ginestra e quella dei nostri genitori si è ormai rassegnata a vivere senza conoscere la verità sull’omicidio di Aldo Moro, la generazione che ha conosciuto l’impegno civile all’inizio degli anni ’90, travolta dal tritolo e dalle bombe di Capaci, Via D’Amelio, Roma e Firenze, ha ancora la possibilità di sapere chi ha ucciso Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e di conoscere l’identità di chi, in quella stagione, ha pianificato la destabilizzazione di un sistema ormai morente e la consacrazione di nuovi equilibri.

L’assenza di verità, o il racconto artatamente distorto di un pezzo di storia nazionale, appartiene alle dittature, non a uno Stato di diritto. In una democrazia, la verità è il collante che consente ai cittadini di sentirsi parte di una causa comune per cui vale la pena, ogni giorno, fare il proprio dovere, rispettare le leggi e le regole, educando i propri figli a farlo a loro volta. L’auspicio è che i servitori delle istituzioni coinvolti in questa vicenda comincino a sottrarsi al “patto del silenzio” che stanno osservando reciprocamente da anni. Un’omertà che non può essere giustificata da alcuna ragion di Stato e che ha sottratto a questo Paese molto più di quanto si immagini.

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta