Sequestro del lido alla “Lupa”: Legambiente torna a chiedere la revoca delle autorizzazioni

redazione

Sequestro del lido alla “Lupa”: Legambiente torna a chiedere la revoca delle autorizzazioni

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martedì 11 Aprile 2017 - 13:16

Resta alta l’attenzione di Legambiente sullo Stagnone di Marsala. Tra le varie denunce lanciate in questi anni dal circolo locale d’intesa con la dirigenza regionale dell’associazione ambientalista, c’è anche quella riguardante lo stabilimento balneare realizzato nella zona della “Lupa”, che adesso è stato posto sotto sequestro dai militari della Guardia di Finanza, su mandato della Procura di Marsala.

“La nostra posizione sull’argomento è nota da tempo – spiega la presidente del circolo locale di Legambiente Letizia Pipitone -. Nonostante le autorizzazioni regolarmente rilasciate, il regolamento sulle Riserve prevede che non si possano realizzare lidi, pontili o solarium. Di conseguenza abbiamo presentato un esposto alla magistratura denunciando l’abuso e abbiamo chiesto al Comune di revocare le autorizzazioni date dopo una conferenza di servizi a cui aveva partecipato anche il direttore della Riserva Roberto Fiorentino”.

L’autorizzazione concessa era in realtà a carattere stagionale. Tuttavia, i gestori del lido hanno deciso di non smontare la struttura, puntando su una recente legge regionale che consentiva la possibilità di prorogare le autorizzazioni, facendo di fatto venir meno il principio della stagionalità.

“Possibilità – sottolinea ancora Letizia Pipitone – che però non vale per le Riserve Naturali Orientate, come lo Stagnone. Tenendo conto, pertanto, anche di quanto prevede il nuovo Piano Paesaggistico sull’impossibilità di realizzare lidi, chioschi e solarium all’interno della Riserva dello Stagnone, abbiamo inviato una comunicazione all’amministrazione comunale, a firma del nostro presidente regionale Gianfranco Zanna, invitando l’ente a revocare l’autorizzazione precedentemente concessa. Ad oggi, nonostante il provvedimento della magistratura, non risulta che il Comune abbiamo revocato alcunché. A distanza di tempo, continuiamo a chiederci com’è possibile che sia stato possibile ottenere un’autorizzazione palesemente illegittima, senza che l’assessorato territorio e ambiente o la Sovrintendenza avessero nulla da obiettare”.

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