“Maria artigiana di pace” il discorso del Vescovo di Trapani Pietro Maria Fragnelli

redazione

“Maria artigiana di pace” il discorso del Vescovo di Trapani Pietro Maria Fragnelli

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domenica 16 Aprile 2017 - 10:35

“Santa Maria del sabato santo, artigiana di pace, rendici tutti artigiani di pace, nelle piccole e nelle grandi situazioni della nostra città e della nostra storia”. Con queste parole del vescovo Pietro Maria Fragnelli si è conclusa qualche minuto dopo le 14 di sabato la plurisecolare processione dei Misteri di Trapani. Oggi la messa di Pasqua alle ore 11 in Cattedrale, nel pomeriggio, il vescovo celebrerà la Santa messa nella Chiesa del Purgatorio da dove partirà la processione del Cristo Risorto.
Di seguito il testo del saluto finale del vescovo di Trapani, dinanzi al Simulacro dell’Addolorata:

“Il Signore ha fatto in me grandi cose”: con queste parole della Madonna a Santa Elisabetta vi accolgo alla fine della processione del Venerdì santo del 2017. Ricordo che ho recitato con i consoli e i portatori di ogni gruppo sacro in questa mattina davanti alla Cattedrale: “Santa Maria, artigiana di pace, prega per noi e rendici come te artigiani di pace in ogni situazione della nostra vita!”.

Grandi cose ha fatto il Signore nei bambini, che hanno aperto e accompagnato i nostri misteri. Vestiti con stoffe di diverso colore, voi siete segno di speranza e di futuro. Voi siete i veri protagonisti di una processione come questa, che non va dietro un eroe terreno o un uomo di potere, una processione che viene da molto lontano e vuole andare molto lontano se non perde la sua anima umana e cristiana. Questa è la processione di Colui che ha rimproverato i discepoli quando allontanavano i bambini; è la processione di Colui che ha detto: “Lasciate che i bambini vengano a me!”. Con voi ci sono tutti i bambini che nasceranno quest’anno: che bello vedere in processione anche qualche mamma incinta! Con voi sono tutti i bambini che non sono nati, perché avevamo troppi pensieri negativi in testa e troppe cose da fare: non abbiamo saputo accoglierli, ma Gesù li ha accolti! Ogni bimbo è prezioso agli occhi di Gesù. Con voi sono i bambini che hanno attraversato il canale di Sicilia e sono morti nelle acque fredde del nostro mare, ma anche dell’indifferenza legalizzata; con voi sono i bambini dei Paesi più poveri, che ce l’hanno fatta e sono arrivati sulle nostre coste, nei nostri gruppi e associazioni, nelle nostre famiglie. Grazie, piccoli cittadini di Trapani e del mondo, grazie perché siete artigiani di pace!

Grandi cose il Signore ha fatto negli adolescenti e nei giovani, che hanno reso lunga la scia di quest’unico pellegrinaggio, intervallato da gruppi sacri e da bande musicali. Osservare voi ha significato vedere tutti i giovani del mondo, che hanno il desiderio di andare a vedere la dimora dei sogni, la dimora in cui abita Colui che non delude, Colui con cui volentieri passare le ore del pomeriggio e della notte. È scritto nel Vangelo di Giovanni: Maestro, dove dimori? E Gesù risponde ai due cercatori di ieri e a tutti i giovani cercatori di oggi. Il tuo sogno non lo trovi nelle droghe di qualsiasi tipo, nei recinti dell’individualismo e dell’indifferenza, nelle fughe dalla realtà. Il tuo sogno è in una Persona, che ti chiama all’amicizia con Lui. Dice Papa Francesco: “Carissimi giovani, anche a voi Gesù rivolge il suo sguardo e vi invita ad andare presso di lui. Avete incontrato questo sguardo? Avete udito questa voce? Avete sentito quest’impulso a mettervi in cammino? Sono sicuro che, sebbene il frastuono e lo stordimento sembrino regnare nel mondo, questa chiamata continua a risuonare nel vostro animo per aprirlo alla gioia piena”.
Questa processione è composta di molti giovani, desiderosi non solo di sfilare e di fare bella figura; sono giovani desiderosi di lasciare un’impronta nella vita del ceto e della società, della città e del mondo. Sono giovani che vogliono incontrare l’anima della processione, non solo le sue forme esteriori più o meno lustrate a pennello. Sono giovani che vogliono impegnarsi per un’esistenza che non sia sciatta, né nel divertimento né nella vita familiare, sociale ed ecclesiale. Il Papa continua a dirvi: “Ciò sarà possibile nella misura in cui, anche attraverso l’accompagnamento di guide esperte, saprete intraprendere un itinerario di discernimento per scoprire il progetto di Dio sulla vostra vita. Pure quando il cammino è segnato dalla precarietà e dalla caduta, Dio ricco di misericordia tende la sua mano per rialzarvi”.
Cari ragazzi e ragazze, dimorare un pomeriggio con Gesù vi fa capire la differenza tra le tradizioni e la Tradizione, con la T maiuscola, da cui trae linfa la nostra processione. Stare un pomeriggio con Gesù significa scoprire che è Lui la Tradizione di cui non possiamo fare a meno, il resto è un insieme di tradizioni, più o meno antiche, che si modificano a seconda delle generazioni e delle vicende storiche. A nulla servirebbe una lunga serie di tradizioni, più o meno belle, se mancasse proprio Lui, la sorgente della Tradizione che ci ha generati e che continua a generare uomini e donne nuovi, anche nel nostro tempo, giovani che non rimangono oziosi sul divano o abbandonati al bar, ma si mettono in cammino e diventano artigiani di pace.

Grandi cose ha fatto il Signore negli adulti di questa processione, che sono tornati a fare esperienza di un cammino comunitario, che fa bene a tutti se è veramente comunitario. Siete tutti padri e madri, spesso angustiati dal futuro dei figli, dalla mancanza di un lavoro libero e creativo per i vostri giovani. Quanti vorrebbero impegnare anche la loro liquidazione per avviare qualcosa per i figli, ma sia il mercato e sia la burocrazia rendono ciò molto difficile. E sono costretti a uscire dalla Sicilia. O sono tentati di mettersi nelle mani di questo o quel padrone senza scrupoli, che li fa schiavi della sua sete di potere e di denaro.
Siete adulti che potete farvi plasmare dalla processione nelle scelte più giuste in vista del bene comune. I gruppi sacri v’insegnano che anche l’offerta della vedova del Vangelo vale più di tutti i doni dei ricchi. E di fronte alla povera vedova nessuno si sente obbligato a fare gesti di ossequio. Ieri, oggi e domani. Ci inchiniamo davanti a te, Maria, con immensa gratitudine, perché ci hai donato il tesoro più grande, il Figlio Gesù da cui ti sei lasciata plasmare quando era nel tuo grembo e quando hai salito con lui il Calvario. Santa Maria del sabato santo, artigiana di pace, rendici tutti artigiani di pace, nelle piccole e nelle grandi situazioni della nostra città e della nostra storia“.

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