Marsala e il 2015: dieci parole per raccontare un anno

Vincenzo Figlioli

Marsala e il 2015: dieci parole per raccontare un anno

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giovedì 31 Dicembre 2015 - 17:47

Anche quest’anno, come alla fine del 2014, abbiamo scelto dieci parole per raccontare gli ultimi dodici mesi vissuti dalla comunità marsalese. Un gioco, per certi versi, che ci consente di tracciare una panoramica generale sull’anno appena trascorso, gli eventi più importanti e i principali. Stavolta, la scelta è andata su: acqua, aeroporto, sicurezza, impero, elezioni, tasi, mobilitazione, nave, festival, promozione.

Di acqua si è parlato tanto quest’anno, per ragioni diverse. Sebbene gli ultimi mesi siano stati caratterizzati da scarsi fenomeni piovosi, ci sono stati diversi momenti in cui le forti precipitazioni hanno provocato i soliti allagamenti che hanno messo in crisi la viabilità cittadina. Gennaio e febbraio sono stati mesi molto piovosi: il Sossio è stato più volte sul punto di straripare, i residenti di alcune zone del territorio hanno denunciato danni alle proprie abitazioni, verande o cantinati. Così, a marzo, il commissario straordinario Giovanni Bologna si è convinto a chiedere lo stato di calamità naturale, con un’istanza di risarcimento danni di 4 milioni di euro. Non se n’è saputo più nulla…A proposito di acqua, in questo 2015 sono stati molto frequenti anche i problemi di erogazione idrica. A marzo si sono verificate rotture a Fontanelle, Rakalia e Berbarello. Il 20 aprile abbiamo scritto di un guasto a tre pozzi di Sinubio che ha comportato alcuni giorni di disagio per le contrade del versante sud di Marsala. Ma il peggio è arrivato alla fine: il 1 dicembre un altro guasto a Pastorella e il 22 quello più grave, alla conduttura centrale di contrada Sant’Anna. Quest’ultimo episodio ha provocato non pochi disagi ai cittadini marsalesi, con alcune zone che durante le feste natalizie sono rimaste a secco o con un’erogazione ridotta. Alcuni mesi fa, il dirigente Francesco Patti dichiarò alla nostra redazione: “Siamo in attesa di un finanziamento – proveniente da fondi comunitari – di 5 milioni di euro che è in fase di registrazione alla Corte dei Conti. Servirà a sistemare le parti ammalorate della rete. Attendiamo il decreto da parte dell’assessorato regionale all’Energia”. Anche qui, l’attesa continua…

Il futuro dell’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi è stato anche quest’anno al centro del dibattito politico locale, a proposito del pagamento delle quote per il co – marketing, del temuto abbandono di Ryanair, del nuovo consiglio d’amministrazione di Airgest e del ventilato accorpamento con l’aeroporto di Palermo. Il 2015 ha anche visto finalmente arrivare sul territorio una parte dei soldi stanziati dal Governo a titolo di risarcimento per i danni provocati dalla sospensione del traffico civile dello scalo di Birgi nel 2011. A Marsala sono stati destinati 233.700 € che si è deciso di utilizzare, come richiesto dal Ministero per un progetto di promozione turistica. A differenza di altri centri, però, l’amministrazione Di Girolamo ha deciso di non puntare su un evento, ma sul completamento del Monumento ai Mille, destinato a diventare un info – point turistico. Nel frattempo, però, la base militare di Birgi è stata scelta per ospitare “Trident Juncture 2015”, la più grande esercitazione della Nato dopo la caduta del Muro di Berlino, tenutasi tra la fine di settembre e i primi di novembre. Per l’occasione, sono stati impegnati 36 mila uomini, 60 navi e 200 aerei da guerra di 33 paesi per testare la forza di rapido intervento e il corpo d’élite in grado di essere schierato in meno di 48 ore per rispondere a eventuali attacchi provenienti dall’Africa o dal Medioriente.

Il 2014 è stato senza dubbio l’anno delle sparatorie, che sono tornate a turbare la tranquillità dei marsalesi. Parimenti, il 2015 è stato l’anno delle rapine: abitazioni private, banche, panifici, supermercati, negozi. Particolarmente inquietanti due episodi, tra novembre e dicembre, che hanno visto i titolari di una gioielleria e di un mobilificio del centro storico violentemente aggrediti dai rapinatori. Non a caso, il prefetto di Trapani Leopoldo Falco ha voluto concentrare sulla situazione marsalese l’ultima riunione del comitato per la sicurezza. Nelle ultime settimane si è tornati a parlare della riattivazione del servizio di videosorveglianza pubblica, utile per le indagini oltre che come potenziale deterrente. Tra problemi tecnici e contenziosi, il servizio risulta bloccato da anni. Ad evidenziare la necessità di uscire dalla solita situazione di stallo era stato all’inizio dell’anno il comandante della Polizia Municipale Vincenzo Menfi. Più recentemente, sono tornati sull’argomento anche i sindacati. Il sindaco Alberto Di Girolamo ha assicurato che entro i primi mesi del 2016 il sistema dovrebbe tornare a funzionare. Il tema delle rapine e, più in generale, della sicurezza, ha comunque caratterizzato spesso le cronache anche nel resto della provincia, a conferma di un problema più generale rispetto a cui, com’è stato più volte ripetuto, occorrerebbe un intervento da parte del Ministero degli Interni che dovrebbe garantire alle forze dell’ordine più uomini e mezzi per il controllo del territorio, soprattutto nelle aree maggiormente a rischio.

Il 2015 è stato anche l’anno in cui la Procura della Repubblica di Marsala ha assestato un duro colpo a quello che, a ragione, può essere considerato un vero e proprio impero economico, riconducibile all’imprenditore lilibetano Michele Licata. Con un’attività investigativa capillare, è stato disposto il sequestro di un patrimonio accumulato negli anni e comprendente sale ricevimenti, strutture ricettive, resort, ristoranti, stabilimenti balneari, terreni, fabbricati e tanto altro, per un valore complessivo pari a 127 milioni di euro. Eppure Michele Licata era solito dichiarare poco meno di 10 mila euro l’anno… Le strutture del suo impero sono adesso in amministrazione giudiziaria, ma le indagini sono destinate ad andare avanti per far luce sul sistema delle complicità che ha consentito l’accumulo di un patrimonio incredibilmente sommerso, nonostante i suoi frutti fossero assolutamente visibili agli occhi di chiunque. Merita menzione anche il ruolo avuto da tanti fornitori, che hanno alimentato il meccanismo criminoso messo in atto dall’imprenditore marsalese presentando fatture false o artatamente gonfiate. L’inchiesta sull’impero Licata è certamente la più importante tra quelle condotte quest’anno sul territorio lilibetano. Per certi versi, anche più importante di quella che a marzo aveva portato all’arresto di quattro soggetti ritenuti a vario titolo legati alla mafia locale, nell’ambito dell’operazione “The witness”, dalla quale è scaturito un procedimento giudiziario che si sta celebrando presso il Tribunale di Marsala.

Il 2015 è stato anche l’anno delle elezioni amministrative. Dopo le dimissioni di Giulia Adamo e i dieci mesi di reggenza del commissario Giovanni Bologna, Marsala è tornata alle urne tra la fine di maggio e i primi di giugno per eleggere il nuovo sindaco e il nuovo Consiglio comunale. Quattro i candidati al primo turno: Alberto Di Girolamo, sostenuto da una coalizione di centrosinistra; Massimo Grillo, alla guida di una coalizione tendenzialmente eterogenea in cui trovavano spazio l’ex sindaco Salvatore Lombardo e qualche pezzo del Pd, ma anche l’Udc e il senatore D’Alì; Antonio Angileri per il Movimento 5 Stelle; Vito Armato per il movimento Noi con Salvini. Per una manciata di voti Di Girolamo non è uscito vincitore già al primo turno, risultando il candidato più votato davanti a Massimo Grillo. Il 14 e il 15 giugno, poco meno della metà dei marsalesi è tornata alle urne per il secondo turno: il risultato è stata una netta vittoria di Di Girolamo che è così diventato il quinto sindaco di Marsala eletto con la nuova legge elettorale, dopo Lombardo, Galfano, Carini e Adamo. In Consiglio comunale, tante conferme, tra cui quella di Enzo Sturiano, che da candidato più votato è stato rieletto (non senza qualche malumore nel Pd) alla presidenza del massimo consesso civico. Molte comunque anche le novità a Sala delle Lapidi: tra le new entry, anche il Movimento 5 Stelle, che ha eletto per la prima volta un proprio rappresentante (Aldo Rodriquez) a Palazzo VII Aprile.

Il dibattito politico si è acceso a intermittenza nei mesi successivi alla competizione elettorale. Uno dei passaggi più delicati è stato sicuramente quello legato alla bocciatura da parte del Consiglio comunale della delibera sull’aumento della Tasi. La giunta aveva infatti presentato una proposta di aumento dell’uno per mille della tariffa riguardante la tassa sui servizi indivisibili, motivandolo con la necessità di raggiungere il pareggio di bilancio a fronte di una voragine di 7 milioni e mezzo di euro con cui l’amministrazione Di Girolamo si è trovata a fare i conti subito dopo il suo insediamento. Nell’occasione si è consumata un’autentica frattura tra la giunta e la maggioranza consiliare che per alcuni giorni era sembrata difficilmente sanabile. Anche perché, la necessità di far quadrare il bilancio, ha convinto la giunta ad operare una serie di risparmi: da una parte il taglio alle indennità del sindaco e degli assessori (a cui si sono aggiunti anche alcuni consiglieri comunali) e all’erogazione dell’energia elettrica in alcune aree periferiche; dall’altra, la sospensione di mense scolastiche e scuolabus, come peraltro era stato preannunciato dal sindaco e dall’assessore al bilancio Agostino Licari durante una conferenza stampa che aveva preceduto la discussione consiliare. La scelta di sospendere i servizi ha generato ulteriori scontri politici all’interno del centrosinistra, con il presidente del Consiglio comunale Sturiano che ha accusato Di Girolamo di “infantilismo politico”. Nelle ultime settimane, la tensione sembra essersi abbassata. Ma la sensazione è che la coalizione di maggioranza sia poco omogenea e che la pacificazione con la giunta somigli più a un armistizio.

Contestualmente alle esercitazioni di Trident Juncture 2015 si è registrata la mobilitazione del “Coordinamento contro la guerra e contro la Nato”, che nell’ambito delle iniziative organizzate sul territorio il 31 ottobre ha radunato a Marsala un migliaio di manifestanti provenienti da tutta la Sicilia per dire “no” alla militarizzazione del territorio siciliano. Ma Marsala ha fatto molto parlare di sé soprattutto per un’altra mobilitazione, organizzata il 12 maggio in occasione dell’arrivo di Matteo Salvini. Ad attendere il leader leghista a Largo Zerilli c’erano i sostenitori di Vito Armato, candidato sindaco per il movimento “Noi con Salvini”, alcuni militanti di Casa Pound, ma soprattutto gruppi autonomi di marsalesi (tra cui molti giovani) che hanno pesantemente contestato l’iniziativa, ricordando le tante sortite antimeridionaliste di Salvini e del suo partito, ma anche le più recenti prese di posizione tendenzialmente xenofobe nei confronti dell’immigrazione. Molto alto il livello di tensione raggiunto nel corso della serata, tanto che, a un certo punto, per la prima volta nella storia di Marsala, si sono viste anche le forze dell’ordine in assetto antisommossa. Tuttavia, nessuno scontro si è registrato tra le opposte fazioni. Arrivato sul posto con un’ora e mezza di ritardo, dopo una valutazione con gli addetti alla sicurezza, Salvini ha preferito non scendere dalla macchina. Secondo alcuni marsalesi è stata un’occasione persa per un confronto democratico. Secondo altri, il classico caso che conferma il vecchio adagio: “Chi semina vento, raccoglie tempesta”.

Poco prima di Natale, il Museo Lilibeo ha accolto nei locali del Baglio Anselmi i primi pezzi della nave tardo – romana rinvenuta anni fa al largo di Marausa. Come ha spiegato il nuovo direttore del Museo Enrico Caruso (subentrato dopo l’estate a Marisa Famà), si tratta di un allestimento provvisorio, in attesa che, tra marzo e aprile, arrivi il resto del reperto e che magari si riesca ad attingere a nuove risorse per rimettere a nuovo il Baglio Anselmi. La vicenda della nave, ritrovata nel 1999, ha tenuto banco per diversi mesi, trasformandosi in terreno di rivendicazione campanilistica. Da un lato, molti politici trapanesi (soprattutto Nino Oddo, ma in parte anche Paolo Ruggirello) sono intervenuti per chiedere che il reperto venisse assegnato a Trapani, alla luce del suo ritrovamento a Marausa. Dall’altro, i politici marsalesi (dal sindaco Di Girolamo all’onorevole Antonella Milazzo) hanno sottolineato l’opportunità di affiancare l’imbarcazione tardo-romana alla nave punica già da decenni in vetrina al Baglio Anselmi, in modo da sviluppare ulteriormente la vocazione navale del Museo Lilibeo.

A portare in alto il nome di Marsala sui media nazionali è stato Ignazio Boschetto, che con gli altri due giovani tenori de “Il Volo” ha vinto a febbraio il Festival di Sanremo con la canzone “Grande Amore”. E’ stata la prima affermazione per un artista lilibetano sul palco dell’Ariston, dove si erano comunque già esibiti Ugo Rosano (corista per Milva nel 2007) e i Marta sui Tubi di Giovanni Gulino e Carmelo Pipitone (protagonisti nel 2013 con “Vorrei” e “Dispari”). Il 18 febbraio Ignazio Boschetto è stato insignito del titolo simbolico di “Ambasciatore di Marsala nel mondo” dal Consiglio comunale, in una giornata che ha visto un’inedita folla di marsalesi concentrarsi in Piazza della Repubblica per omaggiare il giovane tenore lilibetano. Boschetto, Barone e Ginoble hanno poi riproposto “Grande Amore” all’Eurovision Song Contest, ottenendo un prestigioso terzo posto.

Dall’Eccellenza alla Serie D dopo un purgatorio durato tre anni: il Marsala Calcio è tornato in quarta serie al termine di una stagione esaltante, impreziosita dalla vittoria della Coppa Italia di categoria. Tra i principali artefici dell’entusiasmante cavalcata il bomber Davide Testa e il presidente Luigi Vinci, i cui ambiziosi proclami si sono però interrotti subito dopo la promozione, a causa dei dissidi con il resto della società. Il Marsala si è quindi presentato in serie D con un nuovo presidente, Giuseppe Bonafede, e una squadra che sta disputando un campionato tutto sommato tranquillo, sotto la guida dell’ex calciatore Rosario Pergolizzi, che già lo scorso anno era subentrato ad Angelo Sandri. Il termine promozione può però essere utilizzato anche con un’accezione diversa pensando all’anno appena trascorso. Possiamo infatti parlare di promozione del territorio, a proposito della vetrina che le Saline di Marsala e la Laguna dello Stagnone si sono guadagnate all’Expo di Milano grazie al Fai e al primo posto nel sondaggio dedicato ai luoghi del cuore legati alla trasformazione alimentare. Dall’altro lato, impossibile non citare un’occasione di promozione mancata che era stata offerta alla città e al suo brand (se ne avesse davvero uno) con la scelta della rivista Pantone, che già alla fine dello scorso anno aveva designato come colore del 2015 il color Marsala. Una grande opportunità arrivata probabilmente in un momento sbagliato. Tuttavia, escludendo qualche iniziativa organizzata dai privati, questo riconoscimento ha lasciato ben poco sul territorio, confermando la tendenza di Marsala e della sua classe dirigente a non saper fare sistema e a lasciarsi sfuggire occasioni che altri territori riuscirebbero a far fruttare adeguatamente.

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