Tre marsalesi alla sbarra per usura, in aula i parenti della vittima confermano le accuse

Chiara Putaggio

Tre marsalesi alla sbarra per usura, in aula i parenti della vittima confermano le accuse

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venerdì 27 Marzo 2015 - 18:15

Per uno il pm aveva chiesto che l’accusa di minacce venisse mutata in “ tentata estorsione” e il difensore l’avvocato Casano ha optato, limitatamente a questo capo di imputazione, per il rito abbreviato

In seguito alle deposizione della persona offesa, Giuseppe Rallo, il pubblico ministero ha modificato l’imputazione a carico di Francesco Giacalone, uno dei tre imputati accusati di aver prestato denaro chiedendo interessi usurai. Il pm ha modificato l’imputazione a carico di Giacalone che, oltre ad essere accusato, come gli altri due imputati, di usura, era anche accusato di minacce. Il pm ha mutato il reato contestato in tentata estorsione. Citando una sentenza della corte Costituzionale del 2014, l’avvocato Casano ha chiesto un “termine a difesa” e precisamente ha chiesto che per questa nuova imputazione il suo assistito fosse giudicato con il rito abbreviato condizionato all’acquisizione della copia dell’assegno che sarebbe correlato alla faccenda. Il collegio ha accolto la sua istanza e il rito abbreviato si terrà a maggio. Intanto continuerà normalmente il processo che vede alla sbarra: Francesco Bianco, ex commerciante, difeso dall’avvocato Paolo Paladino, Ludovico Marino, impegnato nel settore edile, assistito dal difensore Luisa Calamia e Francesco Giacalone, gestore di uno sfasciacarrozze, che ha scelto, come legale, l’avvocato Alessandro Casano. Nelle precedenti udienze ha deposto Giuseppe Rallo che ha risposto alle domande del pm, davanti al collegio presieduto da Sergio Gulotta. Rallo – a difeso dall’avvocato mazarese Antonio Carmicio, che si è costituito parte civile già davanti al GUP – ha chiarito i passaggi che lo hanno indotto a chiedere denaro in prestito, ma anche altri dettagli della vicenda dalla quale è scaturito il processo. Nell’ultima udienza hanno deposto due testi dell’Accusa: la moglie della persona offesa, e il cognato che hanno riferito di essere a conoscenza del fatto che Rallo fosse all’epoca vittima di usura, tant’è che lo hanno anche aiutato dandogli decine di migliaia di euro, ma non erano a conoscenza dei dettagli della vicenda.

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