Marziani al Sollima: Poeta-Tavolazzi-Chiga, i tre linguaggi della musica

redazione

Marziani al Sollima: Poeta-Tavolazzi-Chiga, i tre linguaggi della musica

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lunedì 05 Dicembre 2016 - 17:42

La rassegna BaluArte ha regalato un altro alto momento musicale. Tre marziani della musica italiana ed internazionale si sono impossessati del Teatro comunale “Eliodoro Sollima”. Dal pianeta rosso alla Terra… terra di contaminazioni, dove sonorità, stili ed esperienze diverse si incontrano e condividono. E’ la Sicilia, questa porzione d’isola, non poteva non accogliere le diversità, le culture, le tradizioni. Ed ecco che domenica, chi ha assistito al concerto dei “marziani” è stato invaso… da questa (im)perfezione sonora. Il chitarrista Marco Poeta, re del fado e importatore di bossa nova nel Belpaese, che da Sergio Endrigo a Finardi, ha conferito l’impronta dei grandi musicisti portoghesi trasferendola nel nostro Sud, nei suoni e sapori del Mare Nostrum. Le sue creazioni, che confluiranno nel lavoro “Binario 3”, si sono alternate ai brani di Carlos Paredes, di Baden Powell de Aquino (“Una volta ad un mio concerto mi ritrovai tanti scout, pensavano che fosse un omaggio al loro fondatore”), dove Poeta, di nome e di fatto, non si è risparmiato sulla 12 corde. La sua melodia, la “saudagi”, ha incontrato il contrabbasso di Ares Tavolazzi, una garanzia.

Il musicista degli Area, che ha fatto la storia del progressive in Italia, è tornato a Marsala dopo il Jazz Fest. Le sue improvvisazioni, da animale da palcoscenico, gli armonici sulle corde del contrabbasso, si prendevano jazzisticamente gioco dell’acustica di Poeta. Un guardarsi, un dialogo continuo tra sound che parlano una lingua diversa e che si comprendono. E’ stata più una lezione di vita che un momento “aulicamente” musicale. 50 anni di storia della musica sul palco lilybetano che sono stati affiancati dal giovane tamburellista salentino Roberto Chiga, un vero e proprio maestro sbarcato a Marsala “… in corriera”. Un musicista che mastica palchi su palchi, collaborazioni importanti. Le sue dita sui tamburelli sono pennelli su tela, astrazioni di colori… il rosso della passione, il giallo del sole del Sud, l’azzurro del Mediterraneo, il verde della speranza di cambiare la propria terra. Di partire e poi ritornare. I tamburelli hanno acceso la platea che è esplosa in applausi scoscianti e duraturi.

[ claudia marchetti ]

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