Medicine gratuite

Gaspare De Blasi

Marsala

Medicine gratuite

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martedì 12 Dicembre 2017 - 06:07

Un paese civile (anche solamente normale), deve curare quanto possibile gratuitamente i propri cittadini. E i soldi? Il denaro per le aziende farmaceutiche (che non sono certamente enti di beneficenza) lo dovrebbe mettere lo stato. Noi la pensiamo così. (E la pensiamo così anche per un altro diritto sancito dalla Costituzione, quello allo studio: ovvero libri scolastici gratis per tutti). Siamo in Italia e comprendiamo che l’indigestione o un banale mal di testa non possono essere curati a carico della collettività. E dato che siamo sempre in Italia, conosciamo anche il numero di esenzioni dal pagamento e il loro presunto costo. Le esenzioni però negli anni sono diminuite e il costo è aumentato. Tanta gente ormai non si cura neanche più. C’è una fascia di “taglio medio” di farmaci che non sono salvavita ma neppure banali, che sono a carico (totale o parziale) dei pazienti. Leggiamo e siamo d’accordo, di una petizione su change.org organizzata da parte del “Comitato per la contraccezione gratuita e consapevole” richiedente la distribuzione, in farmacia e dietro presentazione di ricetta medica, dei contraccettivi femminili. Inoltre, la richiesta si allarga ai preservativi maschili e femminili, almeno per i minori e per partner di persone HIV positive. In un periodo dove le infezioni sessualmente trasmissibili purtroppo non danno cenni di netta diminuzione e dove le gravidanze indesiderate sono ancora alte, soprattutto nelle fasce di popolazione in maggiori difficoltà economiche, tutto ciò sarebbe una vera boccata di ossigeno. Chi si occupa di indagini afferma che tra i motivi dello scarso utilizzo della contraccezione e dei metodi di prevenzione come il profilattico, il loro costo è solo uno dei problemi. Eliminarlo porterebbe dei benefici immediati e probabilmente ci sarebbe una eco mediatica importante. Si fornirebbe in questo modo, anche alle fasce economicamente più deboli, uno strumento utile e in alcuni casi necessario, per una sessualità consapevole e sicura. Ma spesso, sempre più spesso, le politiche sanitarie sono condizionate e di conseguenza veicolate da interessi e motivazioni che nulla hanno a che vedere con la salute dei cittadini. Noi nel nostro piccolo speriamo che questa iniziativa porti a mobilitare l’attenzione su questo tema. Il ministro della salute Lorenzin che di nome fa Beatrice e che è una donna chissà se prima di lasciare l’incarico senza alcuna certezza di farvi ritorno, non voglia lasciare una segnale diverso dall’appello che fece qualche tempo quando invitò le donne a fare figli.

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