“Momenti di trascurabile infelicità” di Francesco Piccolo

Audrey Vitale

“Momenti di trascurabile infelicità” di Francesco Piccolo

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venerdì 10 Aprile 2015 - 10:09

Il momento delle feste per me è quello giusto da dedicare alle letture. Pasqua ti regala pochi giorni e se poi ti capita che devi sbrigare mille lavori non ti accorgi nemmeno che le vacanze sono volate via. Ma non so come sono già al terzo libro “Momenti di trascurabile infelicità” di Francesco Piccolo di cui vi parlerò ora, ” La ballata di Adam Henry” di Ian Mcewan e ” La notte…l’attesa” di Francesco Adamo famoso cantante Italo – Belga, discendente da una famiglia siciliana di minatori emigrati in Belgio per lavorare nelle miniere di carbone. “Dal fondo della prigione/Invocherò Magritte/Prima che le unghie si rompano/Al muro della ragione”. L’incipit del libro di questo cantante che in Italia è poco conosciuto ma che ha avuto grande successo in Francia e in Belgio è irresistibile. Il regista italiano Nanni Moretti nei suoi film ha inserito qualche sua canzone e lo scrittore Dino Buzzati lo apprezzava molto. Sono tre libri diversi ma se volessi cercare un filo conduttore che in qualche modo li lega ,la parola da usare è sicuramente , tristezza.

Momenti di trascurabile infelicitàFrancesco Piccolo è uno degli intellettuali italiani contemporanei tra i più interessanti. Vive a Roma e in genere lavora nel mondo del cinema, nasce infatti come scrittore di film, sceneggiatore dei più interessanti tra i giovani registi italiani nonché autore assieme a Nanni Moretti dei film più riusciti della casa di produzione Sacher. Ha già pubblicato diversi titoli tra cui ” Momenti di trascurabile felicità ” che ha un titolo simile al libro di cui stiamo parlando e che gli ha garantito il successo editoriale. Ha vinto lo scorso anno con ” Il desiderio di essere come tutti” il premio Strega ma in realtà, tutti noi, lettori affezionati dei libri dello scrittore casertano, sappiamo che il premio è stato assegnato allo scrittore in toto piuttosto che al singolo libro. Il pregio principale di Francesco Piccolo è di sperimentare nei suoi libri un tipo di scrittura difficilmente catalogabile in un genere. I suoi testi non sono romanzi, nemmeno racconti, si avvicinano al racconto autobiografico ma la frammentarietà che li contraddistingue li allontana da questo genere. Tuttavia nei libri di Francesco Piccolo scopriamo il quotidiano della sua esistenza che non è molto dissimile dal nostro, anzi cosa molto sorprendente, ci stupiamo a sorridere amaramente, come capita spesso in questo ultimo libro, delle piccole infelicità che la nostra esistenza ci procura. Se siete lettori del quotidiano La Repubblica ritroverete alcuni brani già pubblicati dal giornale, come nel sorprendente racconto che sfiora il surreale degli spazi in affitto di Easy box. Non si può fare a meno di ripetere che Francesco Piccolo assieme ai suoi libri sono imperdibili, leggere i suoi testi infatti è esperienza non molto differente di vederlo in televisione quando lo intervistano per parlare dei suoi film o dei suoi libri. E poi è difficile incontrare di questi tempi un intellettuale che non sia sofisticato, che insomma non se la tiri, che non perda l’occasione per dirci che, lui, si ha capito tutto del mondo. Francesco Piccolo, lui no, lo vedi sorprendersi di ciò che di felice o infelice la vita giorno per giorno ti procura e si vorrebbe incazzare ma non ci riesce, meglio riderci sopra farci dell’autoironia.

Vincenzo Piccione

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