Al Carmine si inaugura domani la mostra "Ignazio Moncada. Attraverso il colore"

redazione

Al Carmine si inaugura domani la mostra "Ignazio Moncada. Attraverso il colore"

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venerdì 22 Giugno 2018 - 11:34

S’inaugura  domani 23 giugno, alle ore 18.30 al Convento del Carmine di Marsala – dove sarà visitabile fino al 4 novembre – la mostra“Ignazio Moncada. Attraverso il colore” a cura di Sergio Troisi. Un’immersione profonda nel sentimento e nel senso musicale del colore che pervade cinquanta opere realizzate tra il 1955 e il 2004. Di scena vibrazioni luminose, forme e tessitura materica per rileggere l’avventura artistica di Ignazio Moncada (Palermo 1932 – Milano 2012) in cinquanta anni di attività tra la Sicilia, l’Europa, la città di Milano, dove ha vissuto fino alla fine. La mostra è organizzata dall’Ente Mostra di Pittura “Città di Marsala” e dall’Archivio Ignazio Moncada. Interverranno al vernissage, il Presidente dell’Ente Mostra, Pietro Giorgio Salvo, il sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo, il curatore Sergio Troisi e Ruggero Moncada(Archivio Ignazio Moncada).
Sotto la lente d’ingrandimento di uno storico dell’arte come Troisi – che la rilegge in chiave critica, con i dovuti richiami alle correnti artistiche del secondo Novecento in Italia e in Europa – è l’intera produzione dell’artista, selezionata nella raccolta ragionata dell’Archivio, curato dal figlio Ruggero Moncada di Paternò e riunita a Marsala. “Nelle sale del Convento del Carmine – spiega Trosi –, scandito nelle varie sale e impaginato secondo un criterio cronologico dal 1955 fino al 2004, è l’alfabeto visivo di Ignazio Moncada, quello che ho definito il suo “sentimento del colore”: ovvero l’instancabile ricerca pittorica attenta alle eredità delle avanguardie.
Dalle astrazioni geometriche degli anni Sessanta, alle Trasparenze del decennio successivo; dalle Archeologie alla serie intitolata Alesa, che fornirà la grammatica-base alla pratica della Pont-Art (i grandi teloni montati sui ponteggi degli edifici milanesi in fase di restauro, il primo nel 1982, portico meridionale di Piazza Duomo), fino alla serie degli anni Novanta-Duemila, dedicate alla musica, danza e mito. Nell’ultimo ventennio della sua opera considerata però nella sua interezza scorgiamo un sentimento dell’origine, la possibilità di sondare, attraverso il colore, un universo di archetipi, e di approdare finalmente alla memoria mediterranea, viva e attuale”.

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