Il monumento ai Mille. Atto primo – La colonna commemorativa di Damiani Almeyda

redazione

Il monumento ai Mille. Atto primo – La colonna commemorativa di Damiani Almeyda

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mercoledì 11 Maggio 2016 - 17:24

In occasione dell’inaugurazione del Monumento ai Mille, lo storico Giovanni Alagna, ripercorre le tappe dell’opera a partire dai primi mesi dopo lo Sbarco. I prossimi articoli, saranno pubblicati nel tradizionale appuntamento del sabato.

L’aspirazione dei Marsalesi ad avere un monumento commemorativo dello sbarco dei Mille di Garibaldi è antica quanto lo sbarco tesso. La spedizione era ancora in corso e non c’era la certezza della sua riuscita (anche se era pressoché universale in Sicilia l’augurio di una sua felice conclusione) quando, il 9 giugno 1860, il dottor Salvatore Curatolo, componente del consiglio civico del 1848 da poco ricostituito con le necessarie surroghe degli scomparsi e le opportune sostituzioni, proponeva di innalzare un monumento sul luogo dove erano sbarcati i volontari garibaldini. Il Consiglio, pur apprezzando la proposta, decise di rinviarne la realizzazione a tempi migliori, quando le disponibilità finanziarie lo avessero consentito. Per qualche anno di monumento non si parlò più, sia per l’urgenza di altre questioni di ordine amministrativo inerenti all’organizzazione periferica del nuovo Stato, sia per il forte contrasto politico che opponeva i democratici marsalesi al governo di Torino, tutto inteso a soffocare ogni manifestazione che esaltasse il garibaldinismo con le implicazioni sociali che si portava dietro. Nel 1865, sindaco Mario Nuccio, il Municipio commissionò allo scultore palermitano Benedetto De Lisi un mezzobusto di Garibaldi, che dopo qualche indecisione fu collocato nella piazza di Porta Nuova da poco realizzata, piuttosto che al porto per riservare quell’area all’erigendo monumento ai Mille. Poi sulla questione del monumento calò di nuovo il silenzio per quasi trent’anni. Nel 1893 il Consiglio comunale stabilì di innalzare sul luogo dello sbarco dei Mille una colonna che ricordasse ai posteri quell’epico avvenimento.

L’incarico di progettare il monumento fu affidato all’architetto palermitano Giuseppe Damiani Almeyda. Il monumento era formato da un’antica colonna egizia di granito di proprietà del Municipio di Marsala, alta metri 3,50. Il capitello e la base erano di marmo bianco di Carrara, il piedistallo e lo zoccolo di marmo bigio di Billiemi. Sul capitello era collocata una statua di bronzo raffigurante il genio alato della libertà. Su ciascun lato del piedistallo erano incise delle iscrizioni commemorative. Nella parte frontale significativamente fu collocata un’iscrizione, dettata da Abele Damiani, che così suona: «Marsala / Memore e fiera / A perenne ricordo / Del luogo in cui sbarcarono / I Mille / Duce Garibaldi / In attesa di più degno monumento / 11 Maggio 1893». Negli altri tre lati del basamento furono incise la data dell’11 maggio 1860, l’elogio che Garibaldi rivolse ai Marsalesi e l’invito di Francesco Crispi a proclamare Vittorio Emanuele re d’Italia. Il monumento, collocato dietro l’edificio della dogana, venne solennemente inaugurato il 19 luglio 1893. L’intenzione era di inaugurarlo l’11 maggio di quell’anno, ma degli imprevisti ne fecero slittare la data di due mesi. Abele Damiani tenne un bel discorso, nel quale, dimenticando per un attimo gli oltraggi degli uomini e la miseria dei tempi, rivendicava a sé e alla sua generazione, in parte già scomparsa, il merito di avere unificato l’Italia e polemicamente accusava le nuove generazioni di non avere i requisiti per sostituirsi a loro nel governo del Paese.

E, ricordando a voce quanto aveva voluto che fosse inciso nel basamento, disse: “La nostra rappresentanza comunale sicura d’interpretare il desiderio di queste popolazioni, volle indicare con una colonna il posto ove dovrà sorgere un monumento nazionale, che il patriottismo degli italiani dovrà innalzare a gloria di Garibaldi e de’ Mille”. La colonna onoraria non resistette a lungo: pochi anni dopo, non saprei esattamente quando, una violenta tempesta di vento la buttò giù e nessuno si preoccupò di rialzarla. Di essa rimase soltanto il basamento che per oltre un secolo tristemente ha ricordato il primo tentativo di innalzare un monumento a ricordo della spedizione dei Mille. Nel 2010, ricorrendo il 150° anniversario dello sbarco e restando la città ancora in attesa di “più degno monumento”, il basamento è stato recuperato e collocato in una piccola aiuola di Piazza Piemonte e Lombardo.

Giovanni Alagna

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