Il nostro ricordo di Dario Fo

Vincenzo Figlioli

Marsala

Il nostro ricordo di Dario Fo

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giovedì 13 Ottobre 2016 - 18:08

Tanti autorevoli commentatori, in Italia e nel mondo, stanno ricordando in queste ore il genio di Dario Fo. Personalità poliedrica come poche, l’ultimo Nobel della letteratura italiana era fondamentalmente un meraviglioso anarchico, allergico al potere e alla sua arroganza, ma anche alla retorica. Nell’unirci al coro dei ricordi, abbiamo dunque pensato di lasciare ad altri il compito di passare in rassegna le sue opere, la sua ricerca letteraria, le sue battaglie contro la censura, il suo impegno civile. Vogliamo piuttosto raccontare un aneddoto che lega il nome di Dario Fo a Marsala.

Chi ci segue da anni sa che accanto alle nostre attività più strettamente editoriali, il nostro gruppo ha cercato di contribuire alla vita culturale del territorio, attraverso iniziative di vario genere. A un certo punto, avevamo dunque pensato di contattare il Maestro in persona per proporgli di tenere uno spettacolo al Teatro Impero di Marsala, magari in occasione del 150° anniversario dello Sbarco dei Mille. Attraverso la sua agenzia, la Mismaonda, Fo ci fece sapere che alla sua età (aveva già superato gli 80 anni…) cercava di limitare quanto più possibile gli spostamenti aerei e di concentrare le sue forze sulla scrittura. Tuttavia, si mostrò molto incuriosito dal nostro invito e dalla nostra attività. L’occasione, comunque, ci consentì di avviare un prezioso rapporto di collaborazione con l’agenzia Mismaonda, con cui ci sedemmo a ragionare di un altro progetto che di lì a poco sarebbe venuto alla luce con il fondamentale apporto della casa editrice “Chiarelettere”. Fu così che nacque il Festival del Giornalismo d’Inchiesta, sostenuto dal Comune di Marsala (la prima e la seconda edizione con l’amministrazione Carini, la terza con la giunta Adamo). Un evento che, a detta di tanti, resta assieme al Marsala Doc Jazz Festival una delle manifestazioni di maggiore valore culturale organizzate in questa città. Dario Fo volle fare da “nume tutelare” dell’edizione 2010 del Festival inviando uno splendido videomessaggio che illuminò la cerimonia inaugurale. Un intervento di 14 minuti (il cui testo fu pubblicato integralmente sul Fatto Quotidiano), in cui il Nobel traccia una preziosa biografia dell’Italia che si apprestava a festeggiare il 150° anniversario dell’Unità. Dopo un incipit dedicato all’eredità culturale che il Bel Paese ha regalato al mondo, l’intervento prosegue con l’aspra critica al berlusconismo, alla corruzione del mondo politico, alla censura che si era abbattuta su tanti artisti e intellettuali non allineati. E poi l’attenzione agli ultimi, ai “morti di Stato” che i governanti dovrebbero avere sulla coscienza, ai giovani (“unica speranza per non finire in fondo al baratro”), con una dedica finale alla nostra Sicilia e a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, di cui qui riportiamo uno stralcio:

Io tengo nel mio studio un ritratto, dove ci sono due personaggi, credo siano i più importanti dell’ultima storia d’Italia, si tratta di Borsellino e Falcone. Due giudici che hanno pagato con la vita, la forza e soprattutto il coraggio di portare avanti un discorso rivoluzionario: quello di cancellare finalmente la mafia. La mafia c’è ancora, ogni giorno, ogni giorno però ci dicono che è agli ultimi, ma noi sappiamo che ci vuole davvero una rivoluzione totale, e una partecipazione di tutti quanti, costanti. Io lo tengo così, come indicazione, come una voce, questo ritratto. E’ un segnale costante. In ogni momento ci scappa lo sguardo e pensiamo anche nei momenti difficili, che dobbiamo prendere per buono l’esempio, per assoluto l’esempio di questi uomini e soprattutto divulgarlo, farlo conoscere, farlo ricordare, a tutti quelli che anche passano per casa”.

Nel ricordare il genio letterario e artistico di Dario Fo, dunque, oggi vogliamo ricordarne anche la grande generosità che dimostrò in quell’occasione per il Festival di Marsala e che fino alla fine lo ha spinto a entusiasmarsi come un ragazzino per ogni idea o progetto che gli sembrasse animato da sentimenti autentici e da un reale desiderio di cambiamento e liberazione dall’arroganza del potere nelle sue molteplici forme.

Chi volesse rivedere l’intervento di Dario Fo al Festival del Giornalismo d’Inchiesta può cliccare sui due video che ripubblichiamo a seguire:

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