Nuova udienza del processo “Eden”, depone un maggiore dei carabinieri

Chiara Putaggio

Nuova udienza del processo “Eden”, depone un maggiore dei carabinieri

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giovedì 05 Febbraio 2015 - 20:01

In una intercettazione telefonica si parla del “nipote del cuore”. Secondo l’investigatore Merola si tratta di Francesco Guttadauro

Ancora un’udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Eden 1”.Si tratta del processo presieduto dal giudice Gioacchino Natoli (a latere i giudici Giacalone e Fiorella) che vede imputati: Anna Patrizia Messina Denaro, sorella di Matteo, ritenuto il capo di Cosa Nostra, Francesco Guttadauro, nipote del superlatitante e Antonino Lo Sciuto, ai quali è contestato il reato di associazione mafiosa, Vincenzo Torino, accusato di intestazione fittizia di beni e Girolama La Cascia, ritenuta parte lesa, ma accusata di false dichiarazioni al pm. Ieri “il Tribunale – ha detto il presidente Natoli –, sulla richiesta del pM di acquisire quattro conversazioni telefoniche tra Girolama La Cascia e Lucio Sciortino, sentite le motivate opposizioni degli avvocati Messina e Cardinale, nell’interesse dei propri rappresentati; considerato che la richiesta del pM appare ammissibile sotto il profili del momento in cui viene avanzata, alla luce della sopravvenuta rilevanza di taluni elementi fattuali, dopo l’esame del teste Sciortino e dell’imputata La Cascia (dell’udienza del 29 gennaio), ritenuto utile, ai fini di un compiuto esame valutativo delle dichiarazioni del teste Sciortino l’acquisizione delle conversazioni in esame, che però, per una migliore intelligenza delle stesse, devono essere integralmente trascritte per mezzo di un collegio peritale, dispone che le conversazioni vengano trascritte ad opera dei periti Roberto genovese e Vincenza Lo Verde. Dovranno essere trascritte in cinque giorni, da domani. Da depositare il 10 febbraio”. Poi è stata la volta dell’ultimo teste indicato nella lista del pm: il Maggiore Merola che ha risposto al pM Paolo Guido, in merito ad una trascrizione di una conversazione ambientale del 29 giugno 2013 effettuata nell’auto BMW, auto in uso a Girolamo Bellomo detto Luca, intercettato nell’ambito del procedimento penale che ha condotto all’arresto (del 19 novembre 2014) di 16 persone, arresti scattati per associazione mafiosa, sequestro di persona e altri reati. “Bellomo – ha detto il maggiore – ha sposato Guttadauro Lorenza, figlia Rosalia Messina Denaro, sorella di Matteo e sorella anche che di Anna Patrizia”. Si tratta di una conversazione con Salvatore D’Angelo, “inteso Pucci – ha aggiunto l’investigatore –, sottoposto alla stessa indagine, ma non arrestato. La sua voce era conosciuta da me e dai militari e poi avevamo fatto anche riscontri”. “Parlano di un tale Mimmo, chi è?” Chiede il pm: “Scimonelli Giovanni” “e di un “paesano mio”” che secondo Merola sarebbe Gucciardi Michele. “Si parlato anche di Saro che sarebbe Calandrino Rosario e di un altro uomo che sarebbe Ingarra Calogero. Dalla conversazione si evince che Michele avrebbe messo “tragedie”. “Fortuna mia che io ero con il cognato di Luca, (ossia, secondo il teste Guttadauro Francesco) – si legge nella trascrizione letta dal pm –, “che è quello preferito. Ha scritto contro di me, che io parlo e che mi atteggio. Ed è intervenuto lo zio, che ha scritto al nipote, che è quello del cuore”. Secondo Merola lo zio sarebbe Matteo.

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