Omicidio colposo di Pietro Pipitone, chiesto il giudizio per chi guidava la vendemmiatrice

Chiara Putaggio

Omicidio colposo di Pietro Pipitone, chiesto il giudizio per chi guidava la vendemmiatrice

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lunedì 09 Marzo 2015 - 19:23

Prima era stato indagato il figlio Massimo al volante del camion, ma il fascicolo è stato archiviato. Per la Procura il mezzo che ha provocato il decesso è un altro

Colpo di scena nella vicenda giudiziaria che punta ad accertare la dinamica e le responsabilità della morte di Pietro Pipitone, pensionato, ex coltivatore diretto, nonché padre di Salvatore Pipitone, ex assessore di Petrosino (durante la sindacatura di Biagio Valenti) deceduto il 20 agosto 2013 nelle campagne di Mazara. All’epoca, in prima battuta, non fu chiara nemmeno la causa del decesso. Si parlò perfino di un malore, ma poi, gli esiti dell’autopsia chiarirono che il decesso era stato causato da traumi multipli provocati da schiacciamento. In un primo momento la Procura avviò un’indagine a carico di Massimo Pipitone, figlio minore di Pietro che quel tragico giorno era in campagna, tra i vigneti di famiglia con il padre. Massimo quel giorno guidava il camion. Una volta raggiunto dall’avviso della conclusione delle indagini è stato assistito dall’avvocato Ignazio Bilardello. La Procura (sostituto Anna Cecilia Sessa) si è avvalsa della perizia di Luigi Simonetto e del consulente medico legale Argo, oltre ad aver ascoltato diversi testimoni. Il 12 agosto scorso il pm ha avanzato richiesta di archiviazione per Massimo Pipitone, che è stata accolta dal GIP lo scorso 21 novembre. Ora il sostituto procuratore Sessa ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio per Vincenzo Patti, di 43 anni, assistito dall’avvocato Carlo Ferracane. L’ipotesi di reato a suo carico è omicidio colposo. Quel giorno Patti era al volante della vendemmiatrice, ma secondo il suo legale “non è possibile che sia stato questo il mezzo che ha cagionato il decesso perché non può fare marcia indietro e poi riteniamo che non sia stato l’ultimo a passare da lì”. La prossima udienza si terrà il 19 marzo. La famiglia Pipitone (moglie della vittima e i tre figli) ha scelto come avvocato Ignazio Bilardello e ha avanzato richiesta di costituzione di parte civile. Patti, già sottoposto ad interrogatorio di garanzia, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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