Omicidio colposo di Pietro Pipitone, a giudizio colui che guidava la vendemmiatrice

Chiara Putaggio

Omicidio colposo di Pietro Pipitone, a giudizio colui che guidava la vendemmiatrice

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venerdì 17 Aprile 2015 - 18:58

In un primo momento era stato indagato il figlio Massimo che quel giorno era al volante del camion, ma il fascicolo è stato archiviato. Per la Procura il mezzo che ha provocato il decesso è un altro

Il giudice dell’udienza preliminare Francesco Parrinello ha rinviato a giudizio Vincenzo Patti, accusato dell’omicidio colposo di Pietro Pipitone, pensionato, ex coltivatore diretto, nonché padre di Salvatore Pipitone, ex assessore di Petrosino (durante la sindacatura di Biagio Valenti) deceduto il 20 agosto 2013 nelle campagne di Mazara del Vallo. All’epoca, in un primo momento, non fu immediatamente chiara la causa del decesso. Si parlò di un malore, ma poi, gli esiti dell’autopsia chiarirono che la morte del signor Pipitone era state causate da traumi multipli provocati da schiacciamento. Dapprima la Procura avviò un’indagine a carico di Massimo Pipitone, figlio minore di Pietro, che quel tragico giorno era in campagna con il padre e guidava il camion, tra i vigneti di famiglia. Massimo una volta raggiunto dall’avviso della conclusione delle indagini è stato assistito dall’avvocato Ignazio Bilardello. La Procura (indagini coordinate dal sostituto procuratore Anna Cecilia Sessa) si è avvalsa della perizia di Luigi Simonetto e del consulente medico legale Argo, oltre ad aver ascoltato diversi testimoni. Il 12 agosto scorso il pm ha avanzato richiesta di archiviazione per Massimo Pipitone, che è stata accolta dal GIP lo scorso 21 novembre. Nei mesi scorsi il sostituto procuratore Sessa ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio per Vincenzo Patti, di 43 anni, assistito dall’avvocato Carlo Ferracane. L’ipotesi di reato a suo carico è omicidio colposo. Quel giorno Patti era al volante della vendemmiatrice, ma secondo il suo legale “non è possibile che sia stato questo il mezzo che ha cagionato il decesso perché non può fare marcia indietro e poi riteniamo che non sia stato l’ultimo a passare da lì”. Il GUP ha accolto la richiesta del pm e ha rinviato a giudizio Patti, oltre ad aver accolto la richiesta di costituzione di parte civile della famiglia Pipitone (moglie della vittima e i tre figli) ha scelto come avvocato Ignazio Bilardello. La prima udienza si terrà il 18 maggio, innanzi al giudice monocratico.

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