Omicidio tunisini a Samperi, il giudice condanna a 20 anni i marsalesi Domenico e Pietro Centonze

redazione

Omicidio tunisini a Samperi, il giudice condanna a 20 anni i marsalesi Domenico e Pietro Centonze

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sabato 17 Settembre 2016 - 12:26

È stata emessa questa mattina, dal G.U.P. del Tribunale di Marsala, la sentenza relativa al processo, celebrato con rito abbreviato, per il duplice omicidio di due giovani ragazzi tunisini, occorso il 3 giugno 2015 nei pressi dell’ex-distilleria Concasio, per cui già lo scorso anno i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani e del Nucleo Operativo della Compagnia di Marsala avevano eseguito un fermo di indiziato di delitto nei confronti di Domenico Centonze, 40enne, pastore di Marsala, con piccoli precedenti di polizia, poi confermato dal G.I.P. con l’applicazione della misura cautelare di custodia in carcere, indagando inoltre a piede libero il cugino Pietro Centonze, 47enne marsalese.
I due ragazzi erano stati ritrovati morti in Contrada Samperi di Marsala la mattina del 3 giugno del 2015, accasciati a terra in una piccola piazzola, ancora a bordo del ciclomotore su cui stavano viaggiando. Sul corpo venivano rilevati i segni di colpi di fucile da caccia caricato a pallettoni (nella foto, scattata dalla nostra redazione durante il relativo sopralluogo, la pozza di sangue rimasta sull’asfalto poche ore dopo il duplice omicidio ndr). Dopo il ritrovamento, coordinate dal pm Anna Sessa, scattavano le indagini dei Carabinieri i quali hanno eseguito per tutta la notte e nei giorni successivi numerose perquisizioni, accertamenti e interrogavano decine di possibili testimoni, riscontrando sin da subito però un’assoluta chiusura, da parte di tutti, a fornire indicazioni utili.

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Domenico e Pietro Centonze

Un elemento però non è stato trascurato dagli investigatori: all’interno della tasca dei pantaloni di uno dei due giovani tunisini, El Mabrouk Rafik, i militari avevano trovato due tessere di un night club di Mazara del Vallo, non distante dal luogo dell’omicidio. Tale ritrovamento permise di accertare che i due malcapitati avevano trascorso le loro ultime ore di vita proprio in quel locale. Le indagini si sono concentrate quindi sugli avventori e i dipendenti del night presenti quella sera, venendo a conoscenza della violenta discussione, scaturita verso le ore due della notte, proprio tra El Mabrouk e Domenico Centonze, nata quasi sicuramente, perché il giovane tunisino si era intrattenuto con una ballerina del night scambiandosi con lei anche il numero di telefono. Ciò avrebbe fatto infuriare Centonze che prima avrebbe buttato fuori in malo modo i ragazzi tunisini dal locale e poi, unitamente al cugino Pietro, li avrebbe inseguiti aprendo il fuoco all’altezza di Contrada Samperi.
Dopo poco più di un anno da questi eventi, il giudice di Marsala ha giudicato colpevoli tutti e due i cugini, condannandoli a 20 anni di carcere ed emettendo, nei confronti di Pietro Centonze, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che i Carabinieri di Trapani e Marsala hanno eseguito immediatamente dopo l’udienza. I militari infatti, terminata la lettura del dispositivo di sentenza, hanno condotto l’uomo presso gli uffici di Villa Araba per notificargli la misura cautelare emessa dello stesso organo giudicante, come naturale conseguenza della condanna appena comminata. È così che Pietro Centonze, al termine della stesura di tutti gli atti relativi, un anno dopo l’evento per cui era stato quasi da subito indagato dai militari dell’Arma, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Trapani San Giuliano dove inizierà a scontare la pena in attesa di conoscere le motivazioni alla base dell’odierna decisione del Giudice e valutare così di presentare o meno appello alla Sentenza. Di contro Domenico Centonze, che già si trovava detenuto dal 30 giugno 2015, continuerà a scontare i 20 anni definiti dal Tribunale lilybetano.

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