Operazione “The Witness”, iniziato il processo al Tribunale di Marsala

Gaspare De Blasi

Operazione “The Witness”, iniziato il processo al Tribunale di Marsala

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martedì 17 Novembre 2015 - 06:22

Ha avuto inizio nella giornata di ieri presso il Tribunale di Marsala, il processo a tre dei quattro soggetti che finirono in manette nell’operazione antimafia denominata “The Witness”, scattata all’alba dello scorso 9 marzo. Il tribunale era presieduto da Sergio Gullotta (giudici a latere Moricca e Pierini). Imputati per associazione mafiosa sono Antonino Bonafede, di 80 anni, pastore e vecchio “uomo d’onore”, Martino Pipitone, di 65 anni, ex impiegato di banca in pensione, e il 54enne pastore incensurato Vincenzo Giappone. Dei tre solo Pipitone nel frattempo è tornato in libertà. A difendere gli imputati sono gli avvocati Paolo Paladino, Stefano Pellegrino, Stefano Venuti e Vito Cimiotta. Secondo quanto appurato dalla Dda, Antonino Bonafede avrebbe “ereditato” il “comando” in seno alla famiglia mafiosa marsalese dal figlio Natale che si trova in stato di detenzione dal gennaio 2003, con una condanna definitiva all’ergastolo. Secondo l’accusa il nuovo “reggente”, al quale lo scorso mese di gennaio sono stati confiscati diversi beni ammontanti ad oltre 4 milioni di euro, si occupava assieme a Vincenzo Giappone di denaro proveniente da attività illecite, per poi “smistarlo” al “mandamento mafioso” di Mazara del Vallo, oltre che ai familiari di affiliati a Cosa Nostra i cui congiunti si trovano in stato di detenzione. Sempre secondo l’accusa Giappone sarebbe stato cassiere e collaboratore dell’anziano pastore marsalese. Ieri il pubblico ministero Carlo Marzella ha chiesto che tra le fonti di prova fossero ascoltati una serie di testi e che fossero ammessi alcuni documenti (tra le quali tre visure camerali) oltre che le trascrizioni di intercettazioni che furono effettuate durante la fase di indagine. Tra i testi che intende ascoltare il pm ha detto che intende sentire anche “imputati di reato connesso” (due pentiti: Briguglio e Pulizzi, da sentire “in trasferta”, e il boss Francesco De Vita “che prima – ha detto il pm Marzella – aveva chiesto di essere ammesso a programma di protezione e poi ha revocato tale richiesta”). Intanto nell’udienza di ieri c’è stata anche la richiesta di costituzione di parte civile da parte dell’associazione antiracket “Paolo Borsellino Onlus”, rappresentata dall’avvocato Peppe Gandolfo. L’udienza è stata poi aggiornata al prossimo il 9 dicembre. In quella data si dovrebbe iniziare con la deposizione di un investigatore, Marco Calzolari, che riferirà su intercettazioni e indagini. “Si tratta – ha detto l’avvocato difensore Stefano Pellegrino – di fatti per i quali si è già proceduto. Rischiamo quindi di svolgere un altro processo per giudicare sulle medesime contestazioni”.

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