Pane fresco

redazione

Marsala

Pane fresco

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sabato 16 Dicembre 2017 - 07:10

Nei giorni scorsi vi abbiamo documentato come la legge regionale che regola il settore, di fatto quasi obbliga i panettieri a non lavorare nei giorni festivi e di conseguenza ad abbassare le saracinesche tutte le domeniche. Poi vi abbiamo anche detto che con speciali deroghe (le cosiddette turnazioni), la legge prevede di usufruire del pane fresco. Dipende dalle scelte dei comuni. Anche nella nostra provincia ci si è divisi, per cui a Trapani è possibile acquistare pane fresco, a Marsala, no. Si è aperto nel Paese il dibattito sulla possibile limitazione alle aperture dei negozi, anche di altre categorie merceologiche, nei giorni festivi. Noi che abbiamo una certa età ricordiamo quando da bambino la domenica, dopo la messa, passavamo in pasticceria a comprare i dolci. A onor del vero non ci sembra di ricordare che il pasticciere sentisse l’apertura domenicale come una vessazione, anche perché, probabilmente, in quel giorno si concentrava metà del suo fatturato settimanale. A pensarci bene poi, la domenica era aperta anche l’edicola sotto casa (almeno al mattino) e il bar dove si compravano delle pesantissime bottiglie di vetro di coca cola “vuoto a rendere”. Non ci pare che all’epoca nessuno si desse pena per i ferrovieri, i ristoratori o per il proprietario della sala giochi, che anzi alla domenica faceva il pienone. Oggi quella di lavorare nei giorni festivi ci sembra una libera scelta che, peraltro, viene tipicamente retribuita in modo maggiorato rispetto al compenso dei giorni feriali, per tenere conto del disagio derivante dall’operare mentre gli altri sono a riposo. Allora da dove nasce questa retorica di tutelare “il riposo delle famiglie” e di difendere i lavoratori maltrattati riducendo tutti a consumatori senz’anima? Il primo nodo da evidenziare riguarda, non le aperture festive, ma le cattive condizioni di lavoro e l’accezione da dare questo termine. Viviamo in un paese dove il lavoro nero è purtroppo una realtà diffusa e dove, soprattutto in realtà aziendali medio piccole, non è infrequente che le condizioni di sicurezza sul lavoro vengano trascurate; un paese dove lavorare inizialmente senza compenso o per somme irrisorie, nei tirocini degli studi professionali, come nelle attività artigianali e in qualche esercizio commerciale, è una tragica realtà. Come si può affermare che le condizioni di lavoro dei supermercati che vogliono aprire alla domenica o dei siti di e-commerce applicate alla logistica e alle consegne siano peggiorative rispetto a quelli che in tanti segmenti ed aree del nostro paese sono purtroppo standard molto bassi? E’ probabilmente vero il contrario: Ikea, Carrefour o anche la perfida Ryanair non pagano le persone in nero, applicano contratti che non infrangono alcuna normativa e sono sicuramente più attenti alla sicurezza sul lavoro del negozietto di paese e della microimpresa ( tutto ciò salvo prova contraria). Ci siamo chiesti, ma non riusciamo dare una risposta netta se è spiacevole che qualcuno debba lavorare alla domenica? Forse. E però sicuramente peggio vedere delle persone disposte a lavorare che rimangono disoccupate. ( Intanto noi preferiamo il pane fresco).

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