Il paziente diabetico e il Ramadan, un corso per medici a Mazara del Vallo

redazione

Il paziente diabetico e il Ramadan, un corso per medici a Mazara del Vallo

Condividi su:

mercoledì 26 Aprile 2017 - 12:08

Il paziente diabetico e il Ramadan, un corso per medici a Mazara del Vallo

Si è svolto nei giorni scorsi a Mazara del Vallo il corso ECM, Il “Paziente Ramadan: un fenotipo emergente nella realtà diabetologica”, che ha visto la partecipazione di diabetologi e MMG dell’ASP di Trapani. Il corso è stato progettato e organizzato dall’UOC di Endocrinologia, Diabetologia e malattie del Ricambio, dell’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala, nella persona della dottoressa Maria Antonietta Scarpitta, in collaborazione con Natalia Visalli dell’UOC Diabetologia e Dietologia del Santo Spirito di Roma, con il patrocinio nazionale dell’AMD (Associazione Medici Diabetologi) e la collaborazione della Scuola Permanente di Formazione Continua AMD.

A completare il “board” scientifico il Prof. Gregorio Caimi, dell’Università di Palermo, i diabetologi Francesca Novara, Giuseppe Giordano e Antonino Lo Presti. L’apertura dei lavori, affidata ai medici Giacomo Angileri e Filippo Maggio, ha sottolineato l’importanza dell’argomento per la gestione di una patologia cronica così diffusa anche nella comunità islamica, presente in maniera molto rappresentativa nel territorio. La reli­gione musulmana non obbliga i pazienti diabetici a rispettare norme vincolanti, quali il digiuno, molti però, lo scelgono spontaneamente esponendosi agli squi­libri metabolici. Il Piano Nazionale del Diabete, si è posto l’obiettivo di promuovere l’empowerment del paziente nel proprio contesto sociale attraverso l’impiego appropriato dei mediatori culturali al fine di superare le barriere culturali e linguistiche, con formazione specifica rivolta ai team diabetologici che siano in grado di realizzare percorsi di educazione terapeutica pertinente rivolta ai pazienti e alle loro famiglie.

Da qui l’esigenza di accrescere la formazione transculturale degli operatori sanita­ri, per essere in grado di fronteggiare un periodo di digiuno prolungato e ripetuto nel tempo senza incorrere nelle complicanze ad esso connesse, e di fornire strumenti conoscitivi relativi alle culture “altre” presenti nel territorio, insieme con metodologie operative di supporto al fine di garantire una corretta educazione interculturale.

Condividi su: