Processo a 7 carabinieri, due testi rumeni confermano le accuse

Chiara Putaggio

Processo a 7 carabinieri, due testi rumeni confermano le accuse

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lunedì 27 Ottobre 2014 - 19:04

In cinque sono accusati di comportamenti violenti, due di omessa denuncia. I fatti contestati sarebbero accaduti a Pantelleria nel luglio del 2011

Si tratta del il processo che vede sette imputati accusati di violenze che sarebbero state commesse nella caserma di Pantelleria la notte del 10 luglio 2011. In prima battuta il procedimento  vedeva sotto accusa 13 militari, ma in sei hanno chiesto il rito abbreviato e sono stati assolti, e l’assoluzione è stata confermata anche in appello, difesi dagli avvocati  Stefano Pellegrino e Gianpaolo Agate. L’indagine ha preso il via dalla denuncia  di Vito Sammartano cuoco marsalese di 44 anni che ha riferito di essere stato fermato ad un posto di blocco, condotto in caserma e sottoposto all’alcoltest, dove sarebbe stato preso a botte. Il processo si celebra con rito ordinario per: Claudio Milito, Rocco De Santis, Luca Salerno, Lorenzo Bellanova e Stefano Ferrante. Alla sbarra anche Giuseppe Liccardi e Dario Solito, che all’epoca erano, il primo comandante della stazione di Pantelleria e il secondo comandante della compagnia di Marsala, accusati di omessa denuncia e assistiti dall’avvocato Paolo Paladino. Nell’ultima udienza del processo presieduto dal giudice Sergio Gulotta hanno deposto due fratelli di nazionalità rumena che lavoravano a Pantelleria. Si tratta di Diomed e Iulian Iva, entrambi indicati nella lista del pm Antonella Trainito.

“Nel 2011 mio fratello era fidanzato – ha detto Diomed –. Una sera siamo andati insieme a bere qualcosa. Io sono andato dentro il bar goloso ho preso due cocktail. C’erano Milito e altri due. Lui mi ha schiacciato il bicchiere. Mi ha portato in una stradina e mi hanno dato botte. È venuta la signora Graziella e ha chiesto: ‘cosa fate a questo ragazzo’. Poi arriva una Fiat Bravo scura, senza la scritta “carabinieri”, ma nella targa c’era ‘cc’. In macchina mi hanno dato pugni e schiaffi”. Secondo il racconto di Diomed, una volta in caserma sarebbe anche stato ammanettato. Poi sarebbe intervenuto in caserma il comandante Liccardi che gli avrebbe parlato dicendo che i suoi uomini gli avevano detto che a cominciare era stato lui, ma Diomed aveva ribattuto che non aveva fatto niente. Anche Iulian Iva ha riferito di essere stato preso a schiaffi sulla nuca, ma sottoposto alle domande in controesame dell’avvocato Stefano Pellegrino si è contraddetto. La prossima udienza si terrà il 24 novembre.

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