Processo per diffamazione ai danni di Niclo Solina, rinviata l’udienza

redazione

Processo per diffamazione ai danni di Niclo Solina, rinviata l’udienza

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mercoledì 07 Dicembre 2016 - 16:05

Si terrà il 20 dicembre prossimo l‘udienza del processo a carico dell’ex sindaco di Alcamo, Giacomo Scala, e del giornalista Baldassare Carollo, imputati per diffamazione nei confronti dell’avvocato Niclo Solina e dei suoi cognati.

Il procedimento giudiziario, iniziato nel febbraio del 2016, che si sta svolgendo ad Alcamo dinanzi al giudice monocratico Gianluigi Visco, nel quale risultano coimputati l’ex primo cittadino, Giacomo Scala, e il giornalista Baldassare Carollo, è nato a seguito della denuncia sporta, alla procura di Trapani, dall’avvocato Niclo Solina, candidato sindaco alle elezioni amministrative del 2012. Proprio durante la campagna elettorale di quattro anni fa venne mandata in onda un’intervista, all’interno di uno spazio autogestito, dall’emittente locale Alpa 1, con protagonisti i due soggetti successivamente citati in giudizio. Tale “spot” elettorale venne diffuso da detto canale televisivo dal 14 al 18 maggio del 2012, ovvero durante il periodo intercorso tra il primo turno delle elezioni amministrative e quello del ballottaggio. Niclo Solina, appoggiato dalla lista civica ABC, e Sebastiano Bonventre, sostenuto dal centro-sinistra e, quindi, dal sindaco uscente Giacomo Scala, si contendevano la guida del palazzo di città. La campagna elettorale fu caratterizzata da un clima tesissimo, tale da provocare delle vere e proprie crisi di nervi, poi, sfociate in uno dei comizi di chiusura dell’epoca. Il discorso tenuto in quell’occasione da Sebastiano Bonventre divenne oggetto in un altro processo per diffamazione, sempre ai danni di Solina, per il quale l’ex sindaco è stato condannato nel corso del 2016. E sembra che proprio all’interno di quel clima esasperato sia stata implementata l’intervista a Giacomo Scala, nella quale l’ex primo cittadino lanciava delle accuse pesanti nei confronti del competitor Solina.

Nell’ambito dell’udienza svoltasi il 14 novembre scorso, il giudice monocratico Gianluigi Visco aveva chiesto a Giacomo Scala e Baldassare Carollo, il primo difeso nel processo dall’avvocato Pietro Riggi e il secondo dall’avvocato Antonino Gucciardo, di integrare la proposta di riparazione del danno cagionato. Infatti, i due coimputati nel procedimento giudiziario avevano proposto di poter svolgere attività di volontariato come pena alternativa per avere diffamato e, dunque, cagionato un danno a Niclo Solina, assistito dall’avvocato Gaspare Benenati, e ai suoi cognati, Baldassare e Maria Lucchese, difesi dall’avvocato Giuseppina Barone. Precisamente, l’ex sindaco Scala e il giornalista Carollo, avevano chiesto al giudice di essere “messi alla prova”, ovvero, di svolgere attività sociali e di pubblica utilità come alternativa al processo. Detta messa in prova, come da noi ricordato in altra occasione, comporta non solo l’affidamento dell’imputato al servizio sociale, ma anche l’osservanza di prescrizioni relative alla dimora, alla libertà di movimento, al divieto di frequentare determinati locali. Inoltre, i lavori di pubblica utilità devono svolgersi per una durata non inferiore ai 10 giorni, anche non continuativi, presso enti pubblici ed organizzazioni di assistenza sociale, sanitaria e di volontariato. Giacomo Scala e Baldassare Carollo hanno scelto la Confraternita della Misericordia e la Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù come strutture nelle quali svolgere volontariato come alternativa alla pena. Questo, secondo quanto richiesto dal giudice, non basterebbe come “offerta” di risarcimento. Dunque, bisognerà attendere la prossima udienza per conoscere la mossa della difesa.

Di seguito, come fatto in precedenza, riportiamo un’altra parte della intervista nella quale Giacomo Scala sosteneva che i due cognati dell’allora candidato a sindaco Niclo Solina, avevano trovato occupazione lavorativa presso gli istituti bancari della città, la Don Rizzo e la Credem, soltanto per raccomandazione e clientelismo politico.

Carollo Il candidato Solina si presenta sul palco come se fosse una persona nuova della politica, come se non avesse mai usufruito del sistema di potere che lui attacca con decisione, ma in realtà, se non ricordo male, lui fu in quello schieramento del mandiamoli a casa, penso che votò le vostre delibere di giunta per molto tempo, il piano regolatore, fu presidente di una commissione, non so se era la VI commissione e mi sembra anche insomma che sia difficile tirarsi fuori dall’avere partecipato e, poi, non è una colpa…”

ScalaQuando Solina vuole cancellare il suo percorso politico che ha fatto insieme a me, io sono stato consigliere comunale nel ’93, insieme a Solina ho firmato insieme a lui il “mandiamoli a casa”…lui è stato un cattivissimo, un pessimo esempio di amministratore, risultando tra i più assenti sin dal secondo giorno, non è vero che alla fine non è venuto perché era saturo, lui non è venuto fin dall’inizio, è venuto ai primi consigli comunali poi ha fatto la professione che era quella di avvocato ed è andato avanti così…e poi quando parla di sistema di potere si deve fare come San Francesco, ma non mi pare che Solina faccia come San Francesco. Solina credo che dovrebbe lasciare il tesoretto che ha ricevuto in eredità e sa perfettamente a cosa mi riferisco, a quello che è la politica che la sua famiglia ha fatto, mi dispiace parlare di chi non c’è più, ma certamente con Mannino non c’ero io, c’era lui che lo sosteneva attraverso suo suocero, e i posti alla posta, a qualche intimo della sua famiglia non li ha dati certo a me, ma li ha dati evidentemente a qualche familiare intimo, posti che poi ha lasciato. Bisogna chiedere quante persone si possono permettere il lusso di rifiutare un posto pubblico o anche posti privati in banche locali dove non si entra certamente per concorso ma semplicemente per raccomandazione e per clientelismo, quel clientelismo che Solina in questo momento rimprovera a noi. La differenza è che noi stiamo portando anche qualche dato, Solina probabilmente fa fatica a trovarlo e quindi spieghiamo com’è che qualcuno è entrato alla Banca Don rizzo, qualcuno è entrato al Credem. Sono degli atti che certamente interessano ai cittadini ed interessa anche il trascorso politico di Solina che lui nega, il nuovo non è certamente Solina”.

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