Processo Imart: un anno e quattro mesi per Aleci e Richichi

Chiara Putaggio

Processo Imart: un anno e quattro mesi per Aleci e Richichi

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martedì 30 Settembre 2014 - 16:21

Il giudice monocratico Roberto Riggio ha decretato una condanna ad un anno e quattro mesi (con pena sospesa) per Giuseppe Aleci, 36 anni, di Marsala, presidente e direttore commerciale della “Imart Edizioni”, e Gaspare Richichi, 28 anni, di Bagheria (PA) direttore editoriale della casa editrice, per tentata estorsione ai danni di due delle parti lese, mentre sono stati assolti entrambi per l’ipotesi di reato nei confronti delle altre quattro ritenute persone offese.

Secondo l’accusa Aleci e Richichi avrebbero voluto pubblicare un libro scritto da Lea Di Leo, attrice hard, in cui sarebbero stati citati incontri intimi tra la diva del cinema hot e personaggi noti della televisione italiana. In sede di requisitoria il pm Giulia D’Alessandro aveva avanzato le richieste di condanna per i due imputati del processo che è scaturito da un’indagine della procura di Marsala che ha preso spunto da un’inchiesta della trasmissione Mediaset “Le Iene” – alla quale seguirono le indagini della sezione di pg della Guardia di Finanza presso la Procura, all’epoca coordinate dal sostituto procuratore Dino Petralia (ora trasferito a Palermo) – invocando per ciascun imputato una condanna a due anni di carcere e al pagamento di una multa di mille e quattrocento euro. Sei le persone offese, secondo il giudice il reato ipotizzato a carico dei due imputati si sarebbe integrato solo ai danni di Matteo Branciamore (l’attore noto per essere il “Marco” della serie tv ‘I Cesaroni’, costituito parte civile, assistito dall’avvocato Lina Caputo che ieri si è associata alle richieste di pena del pm e ha avanzato una richiesta a titolo provvisionale di 20mila euro) e di Fabio Galante.

Secondo l’accusa ai presunti amici o conoscenti della Di Leo i due imputati avrebbero chiesto denaro, dai 10 ai 40mila euro per cancellare, dal redigendo volume, non solo i nomi, ma anche i particolari “hot” che li riguardavano o che li avrebbero resi riconoscibili. Tra le parti offese c’erano anche il regista Roberto Squarcia, Dennis Dallan, ex giocatore di rugby e i due calciatori Fabio Galante e Reginaldo. Prima della decisione del giudice, aveva pronunciato la sua arringa finale l’avvocato difensore Alessandro Casano che aveva chiesto l’assoluzione – come già fatto in una precedente udienza dall’avvocato Giada Traina – sottolineando che, secondo lui, non si integravano gli estremi del reato, ma che si trattava solo di trattative. I legali hanno fatto sapere che si appelleranno. Il giudice ha decretato anche il pagamento di tremila euro, come spese legali, per la parte civile costituita.

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