Processo Mirarchi, escluso il “fuoco amico”

Vincenzo Figlioli

Processo Mirarchi, escluso il “fuoco amico”

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martedì 24 Luglio 2018 - 06:15

Battute finali per la fase dibattimentale del processo scaturito dall’omicidio del maresciallo Silvio Mirarchi, in cui è imputato l’agricoltore marsalese Nicolò Girgenti. La seduta di ieri è stata caratterizzata dalla lunga escussione del perito balistico Claudio Gentile. “E’ stato il secondo processo più difficile della mia vita”, ha affermato Gentile, dopo aver illustrato davanti alla Corte presieduta dal giudice Piero Grillo (a latere Giancarlo Caruso) le risultanze del proprio lavoro. Un’attività di approfondimento minuziosa, il cui esito finale si è rivelato difforme rispetto alle osservazioni di partenza, da cui sembrava ipotizzabile che il proiettile che aveva ferito mortalmente il maresciallo Mirarchi nella sparatoria avvenuta in contrada Ventrischi il 31 maggio del 2016, potesse essere accidentalmente partito dalla pistola dell’appuntato Antonello Cammarata. In realtà, la meticolosa ricerca effettuata, con la decisiva misurazione del pass angolare, ha consentito a Gentile di appurare con assoluta certezza che il proiettile che ha colpito Mirarchi non fu sparato dalla semiautomatica Beretta in dotazione al collega presente sulla scena del delitto. Al contempo, il perito balistico ha affermato che quasi certamente il colpo rivelatosi mortale sia partito da una semiautomatica Star, modello BS calibro 9×19, in pessime condizioni d’uso. Si tratta di un’arma verosimilmente messa in commercio negli anni della Guerra civile spagnola e ormai piuttosto vetusta. Col medesimo grado di probabilità, anche gli altri otto bossoli rinvenuti sul luogo del delitto sarebbero esplosi da una semiautomatica 9×19.

Nel rispondere alla domanda posta dall’avvocato di Girgenti, Genny Pisciotta, e al perito della difesa Gianfranco Guccia, Gentile ha al contempo escluso che i proiettili siano stati sparati da un revolver. Guccia si è detto d’accordo con le risultanze balistiche del collega, mentre la difesa resta dell’idea che le tracce di nichel trovate sui vestiti di Girgenti non siano legate agli spari, ma all’utilizzo di materiale agricolo.

Il giudice Grillo ha fissato la prossima udienza per il prossimo 24 settembre, quando sarà ascoltato anche il perito informatico, che sta approfondendo gli aspetti legati alla geolocalizzazione dei soggetti coinvolti nei fatti avvenuti il giorno della sparatoria. E’ probabile che nel corso della stessa giornata, sarà dato spazio alle conclusioni del pm Anna Sessa e degli avvocati di parte civile: Giacomo Frazzitta (ieri rappresentato in aula dalla collega di studio Roberta Tranchida) per conto della famiglia Mirarchi e Walter Marino per conto dell’appuntato Cammarata.

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