Provincia, in autunno si ritornerà al voto

Gaspare De Blasi

Provincia, in autunno si ritornerà al voto

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venerdì 15 Giugno 2018 - 12:38

Tanto per non perdere l’abitudine si ritornerà al voto in Sicilia fra ottobre e dicembre del 2018. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla legge sulle ex Province varata in aprile dall’Assemblea Regionale Siciliana.
In autunno i siciliani dovrebbero essere (il condizionale è d’obbligo e spiegheremo più avanti il perché) chiamati alle urne. Dopo le politiche dello scorso 4 marzo e le amministrative delle scorse settimane, che hanno interessato gran parte dei comuni dell’Isola, in alcuni casi sarà per la terza volta in un anno che ci recheremo alle urne. Per le provinciali saremo chiamati ad eleggere con un voto diretto il presidente del proprio Libero Consorzio (e anche il consiglio) o della propria Città metropolitana.
Il condizionale, però, è ancora una volta d’obbligo nella tormentata storia delle ex Province siciliane, commissariate ormai da quasi un lustro: la Corte costituzionale infatti deve ancora pronunciarsi sulla legittimità della reintroduzione del voto a suffragio diretto per l’elezione degli organi amministrativi. Come si ricorderà nel resto d’Italia lo scorso anno in giornate diverse, si è votato già con elezioni di secondo grado. Erano ammessi al voto, come previsto dalla riforma nazionale, soltanto i sindaci e i consiglieri comunali, i quali peraltro formavano anche la platea di elettorato da eleggere. Insomma sono stati soltanto loro a potersi candidare e ad eleggersi.
La legge regionale siciliana, approvata nel mese di agosto del 2017, prevedeva che le elezioni coincidessero con la tornata amministrativa di domenica scorsa. In previsione della pronuncia della Corte Costituzionale, due mesi fa l’Ars ha approvato il rinvio delle elezioni alla “finestra” fra il 15 ottobre e il 15 dicembre. L’ultima parola spetterà quindi all’Alta Corte che si pronuncerà il 3 luglio. Quel giorno la Consulta si esprimerà sull’impugnativa, dando così quello che potrebbe essere l’ultimo via libera (o l’ennesima bocciatura) alla riforma delle Province in Sicilia. Un percorso iniziato ormai più di 5 anni fa. Il 3 marzo 2013, l’allora neo-eletto governatore della nostra regione Rosario Crocetta fece il primo il grande annuncio sul tema: «Da domani – disse il presidente– lavoreremo per abolire le Province». Dopo circa un mese l’Ars approvò la legge, addirittura in anticipo rispetto alla riforma analoga in discussione in Parlamento. La legge, però, era solo una specie di tentativo, infatti si limitava a stabilire che entro il 31 dicembre la Regione avrebbe abolito le Province, affidandone nel frattempo le sorti a nove commissari.
Da quel momento in poi il tema è ritornato all’attenzione dell’Ars più volte sono state approvate altrettante leggi, ma l’elezione è stata di volta in volta rinviata, fra marce indietro e impugnative e ricorsi. Adesso però l’ora del voto sembra davvero scoccata. Almeno salvo imprevisti.

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