“Questo non è amore”: in piazza Vittorio un presidio mobile a sostegno delle vittime di violenza

redazione

“Questo non è amore”: in piazza Vittorio un presidio mobile a sostegno delle vittime di violenza

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martedì 14 Febbraio 2017 - 16:00

Anche la Questura di Trapani ha aderito all’iniziativa nazionale “Questo non è amore” per offrire sostegno alle vittime di violenza.  Nel giorno di San Valentino, in cui tutto il mondo celebra l’amore, la Polizia di Stato sceglie di stare vicina alle donne con una campagna di sensibilizzazione e supporto che prevede, in tutte le province italiane, camper, pullman, gazebo ed altri momenti d’incontro volti a rompere l’isolamento ed il dolore delle vittime di violenza di genere, offrendo il supporto di un’equipe di operatori specializzati, in prevalenza composta di donne e formata da personale di Polizia specializzato, da medici, psicologi e da rappresentanti dei Centri anti violenza. Un’idea, quella del progetto camper contro la violenza di genere che, partita a luglio del 2016, in circa sei mesi in 22 province italiane, ha consentito di contattare oltre 18.600 persone, in maggioranza donne, diffondendo informazioni sugli strumenti di tutela e di intervento su situazioni di violenza e stalking, che diversamente sarebbero potute rimanere ingabbiate nel dolore delle mura domestiche.
A Trapani nel corso della mattinata, nella centralissima Piazza Vittorio Veneto, è stato predisposto un presidio mobile, composto da un camper della Polizia di Stato e da un gazebo, che ha accolto tutti coloro i quali hanno voluto acquisire informazioni sul tema della violenza di genere.  L’evento ha fatto registrare un grande interesse da parte della cittadinanza. Diverse le richieste di chiarimento in ordine alle tematiche dei maltrattamenti in famiglia e dello stalking.
La flessione negli ultimi due anni dei delitti tipici (dai femminicidi, alle violenze sessuali, dai maltrattamenti in famiglia agli atti persecutori) non ferma l’impegno di prevenzione: non solo perché il numero assoluto delle vittime continua ad essere inaccettabile, ma perché l’esperienza di polizia e delle associazioni, da tanti anni impegnate su questi temi, mostra l’esistenza di un “sommerso” che troppo spesso non si traduce in denuncia.
Un quotidiano fatto di attenzioni morbose, di comportamenti aggressivi e intimidatori che vengono letti come espressione di un amore appassionato e di una gelosia innocua, anche da madri, sorelle e amiche, ma che è spesso il triste copione di un crescendo di violenza che si alimenta con l´isolamento.
Ogni tre giorni e mezzo avviene in media l’omicidio di una donna in ambito familiare o comunque affettivo, mentre ogni giorno, sempre ai danni di donne, si registrano 23 atti persecutori, 28 maltrattamenti, 16 episodi di percosse, 9 di violenze sessuali.

Questi più in dettaglio i dati di tutte le forze di polizia:
– gli omicidi di donne in ambito familiare sono stati 117 nel 2014, 111 nel 2015, 108 nel 2016;
– gli atti persecutori (circa il 76% in danno delle donne) 12.446 nel 2014, 11.758 nel 2015, 11.400 nel 2016;
– i maltrattamenti in famiglia (circa l´81% in danno delle donne) 13.261 nel 2014, 12.890 nel 2015, 12.829 nel 2016;
– le percosse (circa il 46% in danno delle donne)  15.285 nel 2014, 15.249 nel 2015, 13.146 nel 2016;
– le violenze sessuali (oltre il 90% in danno delle donne) 4257 nel 2014, 4000 nel 2015, 3759 nel 2016.
Oltre alla tutela offerta dalla legge, che va dagli strumenti dell’ammonimento al divieto di avvicinamento fino ai domiciliari e al carcere per i casi più gravi, la battaglia più importante si gioca sul campo della prevenzione in cui la Polizia di Stato è impegnata, non solo nel contribuire attraverso l’informazione al superamento di una mentalità di sopraffazione, ma a fare da sentinella per intercettare prima possibile comportamenti violenti e intimidatori.
In questa prospettiva si muove l’adozione dall’inizio dell’anno del protocollo E.V.A. (Esame delle Violenze Agite) da parte di tutte le Questure d’Italia. Procedura che consente agli equipaggi di Polizia, chiamati dalle Sale operative ad intervenire su casi di violenza domestica, di sapere se ci siano stati altri episodi in passato nello stesso ambito familiare. Tutto questo attraverso una procedura che prevede la compilazione di checklist che, anche in assenza di formali denunce, spesso impedite dalla paura di ancor più gravi ritorsioni, consentono di tracciare situazioni di disagio con l´obiettivo di tenerle costantemente sotto controllo e procedere all´arresto nei casi di violenza reiterate.
A Trapani, l’iniziativa ha interessato l’intera mattinata del 14 febbraio. In questa occasione, nove persone – di cui tre uomini – hanno richiesto informazioni su maltrattamenti e stalking. Un soggetto è stato invitato nei nostri uffici per formalizzare una richiesta di ammonimento.

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