Raccolta di firme per le dimissioni del Cda di Airgest. Luigi Giacalone: “Serve un nuovo bando”

Vincenzo Figlioli

Raccolta di firme per le dimissioni del Cda di Airgest. Luigi Giacalone: “Serve un nuovo bando”

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venerdì 01 Marzo 2019 - 08:35

“Stiamo raccogliendo le firme per chiedere le dimissioni del Consiglio d’amministrazione di Airgest”. Ad affermarlo è il segretario provinciale del Cna Luigi Giacalone, che si sta rendendo protagonista di una mobilitazione delle varie realtà economiche che stanno seguendo con preoccupazione la situazione dell’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi. La richiesta di dimissioni del Cda guidato da Paolo Angius (che già aveva rimesso una prima volta il suo mandato nelle mani del presidente Musumeci) arriverà nelle prossime settimane ai sindaci della provincia di Trapani e alla Regione, azionista di maggioranza di Airgest.

Luigi Giacalone

Luigi Giacalone

Com’è noto, lo scalo trapanese ha fatto registrare nell’ultimo anno un autentico tracollo di passeggeri, legato alla drastica diminuzione dei voli. Al contempo, ha dovuto fare i conti con le ulteriori difficoltà legate ai bandi che avrebbero dovuto garantire nuovi collegamenti con Birgi. Sul primo è intervenuto il Tar che ha accolto il ricorso di Alitalia; sul secondo sono state invece le compagnie aeree a presentare poche offerte rispetto ai 25 lotti inizialmente previsti. “Questa situazione è inaccettabile”, afferma Giacalone, secondo cui l’operato degli ultimi Consigli di amministrazione autorizza a pensare che si stia per svendere l’aeroporto di Birgi ai privati. “Non abbiamo più fiducia in questo Cda” – sottolinea il segretario del Cna di Trapani che poi lancia la sua proposta per rilanciare l’aeroporto: “Serve un altro bando, ma concepito diversamente. Non più per lotti, ma per passeggeri. Chi presenta un piano con il maggior numero di passeggeri, vince il bando. Rispetto al dibattito in corso, sarebbe una grande novità”.

Per Giacalone, sia la vendita delle quote ai privati che l’accorpamento con Gesap non costituiscono, di per sé, scenari da temere, purchè si riesca preventivamente a restituire competitività allo scalo, con un adeguato numero di collegamenti con le principali città italiane ed europee. Perché per trattare accordi e partnership, “avere 120.000 passeggeri l’anno e un aeroporto in dismissione è un discorso. Averne 2 milioni è un’altra cosa…”. Tutto ciò senza dimenticare, come afferma in conclusione Luigi Giacalone, che “l’aeroporto di Birgi rappresenta uno strumento formidabile per il territorio, senza il quale settori strategici dell’economia locale, come il turismo e l’artigianato, sarebbe destinati a scomparire”. [Vincenzo Figlioli]

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