Un Paese senza eroi

Gaspare De Blasi

Marsala

Un Paese senza eroi

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sabato 23 Marzo 2019 - 06:41

Sono stati, e lo sono ancora, giorni difficili per la nostra comunità. Un delitto efferato che coinvolge e sconvolge le vite di persone “normali”. Due assassini, una povera ragazza e un campagna. Tante risposte alle ancora più numerose domande. Parallelamente arriva la notizia di una associazione (la possiamo chiamare a delinquere?) che si occupava di utilizzare il potere politico e sanitario in cambio di voti. Nulla di nuovo, ma quando le cose accadono vicino a casa nostra… Parte da Castelvetrano e coinvolge anche alcuni cittadini marsalesi. Alcuni di loro impegnati in politica. Apriamo un parentesi. Conosciamo tanti castelvetranesi per bene. Ci ricordiamo di un simpatico professore che ricordiamo con la la nostalgia dovuta all’età liceale. Ma è possibile che la cittadina belicina sia sempre al centro di cronache che riguardano la malavita? Fateci caso quando si parla di Castelvetrano in tanti aggiungono “…la città natale di Matteo Messina Denaro” e viceversa quando invece si cita il boss mafioso. Ma la cronaca parte dalla nuova Zelanda e arriva fino a noi. Quindi salgono agli onori della stessa anche altri episodi che sono accaduti in questi giorni lontano dalla nostra comunità. Nella tragedia sfiorata a Milano abbiamo appreso che un ragazzino di origini egiziani ha svolto un ruolo determinate per evitare una ecatombe. Ha nascosto il suo cellulare, non lo ha consegnato in qui momenti che debbono essere stati drammatici ed ha chiamato il 112, salvandosi e contribuendo a salvare la vita a decine di compagni. Sangue freddo? Coraggio? Forse una sana incoscienza. Comunque si sono subito sprecate le parole nell’esaltazione del suo gesto. Ed è subito arrivata quella che tutti hanno definito esatta: eroe. Ora noi siamo convinti che è meglio un Paese “normale” che non quello che ha bisogno di eroi. Ma poi riflettendoci bene non troviamo altra parola per definire il gesto del piccolo Ramy. E dato che siamo Italia volete voi che non arrivassero i commenti della politica? “Stiamo valutando se dargli la cittadinanza italiana”, ha detto in perfetto stile leghista Matteo Salvini. “Diamogliela subito” ha replicato senza moderazione Luigi Di Maio. Di questa vicenda una domanda e una risposta ci sembrano meritevoli di menzione. La domanda e la nostra e scusate l’autocitazione. Ma come, un ragazzo nato e cresciuto nel nostro Paese non è italiano? E ancora: ha bisogno di un gesto “eroico” per diventarlo? L’altra è la dichiarazione del ragazzino che davanti a tanto clamore per il suo gesto ha risposto: “Siamo stati tutti in gamba su quel pullman. Tutti uguali e tutti insieme”. Che lezione di civiltà: avete capito Salvini e Di Maio?

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