Registro Unioni Civili: Cambiamo Marsala presenta un atto di indirizzo

Vincenzo Figlioli

Registro Unioni Civili: Cambiamo Marsala presenta un atto di indirizzo

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mercoledì 04 Novembre 2015 - 17:40

Stavolta l’appello lanciato dal nostro giornale sull’istituzione del registro delle unioni civili non è rimasto inascoltato. E anche Marsala comincia a muovere i primi concreti passi in tale direzione, dopo che il suddetto strumento è stato già adottato in sette Comuni in provincia (Favignana, Trapani, Alcamo, Santa Ninfa, Valderice, Castellammare del Golfo e Partanna). A prendere l’iniziativa è stato il gruppo Cambiamo Marsala, con un atto d’indirizzo predisposto dalla presidente della commissione “servizi sociali” Linda Licari e sottoscritta dai consiglieri Arturo Galfano e Daniele Nuccio. Il documento, che dovrà passare al vaglio dell’assemblea di Sala delle Lapidi, evidenzia come anche a Marsala negli ultimi anni sia cresciuto il fenomeno delle coppie di fatto, che però non godono delle tutele previste per le famiglie tradizionali, in assenza di un quadro normativo di riferimento. Alla luce di ciò, il gruppo “Cambiamo Marsala”, “in presenza di un’unione stabile, duratura e solidale” invita l’amministrazione a istituire l’apposito registro per “ogni nucleo basato su legami affettivi o di mutua solidarietà tra due persone maggiorenni, caratterizzato da almeno un anno di convivenza e dal contributo di entrambe le parti alle esigenze di vita comune”. Naturalmente, verranno inseriti all’interno del registro solo coloro che ne faranno richiesta (cittadini italiani, comunitari e stranieri) e nel rispetto delle disposizioni di un apposito regolamento che dovrà essere adottato. “Il Comune – si legge ancora nell’atto d’indirizzo – nell’ambito della propria autonomia e potestà amministrativa, tutelerà la piena dignità dell’unione civile, garantendo l’uguaglianza e la parità di trattamento dei cittadini”. Nel documento sottoscritto dal gruppo Cambiamo Marsala si fa infine riferimento alla necessità, da parte dell’amministrazione, di prevedere per le unioni civili “condizioni non discriminatorie, evitando condizioni di svantaggio economico e sociale” nelle aree riguardanti “casa, sanità, servizi sociali, politiche giovanili, sport, tempo libero, scuola, formazione, diritti, partecipazione e trasporti”.

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