Saverio Messana (UDC) “Non mi piace dire sempre no. Questo lo fanno i 5 stelle a Palermo e Roma”

redazione

Saverio Messana (UDC) “Non mi piace dire sempre no. Questo lo fanno i 5 stelle a Palermo e Roma”

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mercoledì 08 Febbraio 2017 - 18:04

Oltre ad essere segretario ad Alcamo dell’UDC e collaboratore del deputato regionale Mimmo Turano, il consigliere Saverio Messana è l’esponente politico più anziano all’interno dell’Aula Falcone Borsellino. Fa parte della seconda commissione consiliare e sin dal suo insediamento ha prestato particolare attenzione alla questione dei debiti fuori bilancio del Comune

Lei è l’attuale segretario dell’UDC ad Alcamo, continuerà a ricoprire questo o ruolo o ci saranno dei cambiamenti in vista delle prossime regionali?

Dobbiamo fare dei congressi nei comuni della provincia di Trapani. Intanto sono consigliere comunale e sono onorato di questo, perché dopo 26 anni dalla prima esperienza non mi sono più candidato. Ho accettato la candidatura e ho avuto l’onore di essere eletto di nuovo consigliere comunale e vorrei spendere questi 5 anni veramente per la mia città. Questo è l’obiettivo, a prescindere poi dal colore politico, mi piace lavorare per la mia città, dare il mio contributo per quello che so fare. Però, questo in maniera forte. Spesso in commissione bilancio lavoriamo in sintonia, mettendo al primo posto la città. Tra l’altro in un mio primo intervento in consiglio comunale, quando ci siamo visti con il sindaco per la prima volta, l’ho detto chiaramente che il consigliere Messana, e anche il mio partito, voleva mettere al primo posto la città. Poi, magari qualche bega politica ci può stare, ci mancherebbe, però, il nostro obiettivo è la città.

Lo ha appena menzionato, fa parte della seconda commissione e sin dalle prime battute di questo consiglio comunale ha sollevato i problemi inerenti ai debiti fuori bilancio. Con l’ultima delibera, la Corte dei Conti ha richiamato il Comune su questioni come il controllo di gestione nel 2015 ed è venuta alla luce una realtà complicata, fuori dalla normalità, con una mancanza di sistemi di controlli interni all’ente. Che idea si è fatta di questa vicenda?

Sin dai primi giorni in cui ci siamo riuniti in commissione, e sono arrivati i primi debiti fuori bilancio, ho visto che c’era qualcosa che non andava. Quando, poi, in consiglio comunale si parlava del debito fuori bilancio dell’ordine del giorno magari passato, io mi sforzavo di portare in aula oltre la pratica che dovevamo svolgere, perché si tratta di una pratica con sentenza del giudice, quindi, un obbligo da approvare, io mi sforzavo di far capire ai consiglieri comunali, che non erano in commissione bilancio, che c’era qualcosa che non andava. Noi, secondo me, paghiamo ogni anno decine di migliaia di euro di debiti, oltre ai debiti fuori bilancio. Che significa questo? Significa che ci sono dei tempi e questi tempi non si rispettano. Significa che quando c’è la sentenza entro 120 giorni dobbiamo pagare il debito. Invece, spessissimo, siamo bravi a incappare per pagare di più perché nel momento in cui non si paga l’avvocato che ha vinto la causa, scrive al comune e fa un’altra causa, e perdiamo altre migliaia di euro per poi pagarli. E, questo, perché? Perché tra gli uffici non c’è corrispondenza. Ora, oltre alla delibera della Corte dei Conti, abbiamo approvato un regolamento interno in cui ci siamo dati dei tempi. Se la parte legale del comune ha la sentenza entro 20 giorni, la deve trasmettere alla ragioneria, con il segretario che controlla tutto l’iter, entro 120 giorni, che sono quattro mesi, noi dobbiamo andare a pagare il debito. Non è possibile che abbiamo ogni debito fuori bilancio da andare a pagare ancora con le spese, che, poi, pagano i cittadini di Alcamo. Ecco dove io mi sforzavo, anche se, devo dire la verità, qualche collega consigliere dei 5 stelle non aveva capito la motivazione, per aggiornare il consiglio comunale che qualcosa non andava. Ora, magari, si percepisce di più che quello che dicevo io era la realtà. Ecco perché voglio veramente spendermi in questi cinque anni in maniera importante per la mia città, per la piccola esperienza che ho magari, sia di prima, sia altre esperienze che ho fatto a livello politico in generale.

Venerdì scorso, durante l’assemblea pubblica per la presentazione in grandi linee del DUP (Documento Unico di Programmazione), si è fatto riferimento al nuovo sistema dei controlli interni, sollevando però la mancanza di trasparenza che vi è stata almeno negli ultimi anni. Lo ha accennato il sindaco: i controlli della Corte dei Conti non erano pubblici e solamente lo scorso 26 gennaio sono state rese accessibili ai cittadini sul sito internet del comune. Dunque, la trasparenza diventa un punto essenziale affinché politica e cittadini possano dialogare?

Io sono di quelli che vuole sempre parlare meno del passato, perché parlare del passato è solo utopia per perdere tempo. Vorrei invece parlare sempre di più del presente e del futuro. Se tutti insieme lo mettiamo in pratica, che poi è una pratica che non si riferisce a Messana, si riferisce al comune, alla collettività, dove lo sfruttiamo nel miglior modo possibile, facciamo un servizio giusto alla collettività. La trasparenza è giusto che ci sia. Da consigliere comunale non sono potuto entrare in qualche riunione, e questo l’ho detto in consiglio comunale, magari il regolamento lo prevede.

Si riferisce alla riunione tra amministrazione e dipendenti comunali?

Tra assessore e personale, nello specifico dei vigili urbani. Non sono potuto entrare in questa riunione. Sì, lo statuto forse lo prevede, ma questo cozza con tutto quello che i 5 stelle hanno detto in campagna elettorale: il palazzo di vetro, il palazzo trasparente.

Secondo lei tutti dovrebbero avere accesso alle riunioni tra amministrazione e dipendenti comunali? Magari si discute di cose delicate.

Ma qua di quale tutti parliamo? Qua parliamo di un eletto dal popolo. Sono eletto dal popolo, sono un consigliere comunale di Alcamo.

Va bene, ma lei rappresenta i cittadini.

Esattamente, questo è un appunto che ho fatto in consiglio comunale. Penso che nella riunione tra sindaco, assessore e vigili urbani, se un consigliere comunale chiede di entrare non credo che è la fine del mondo. Sono cose che magari io speravo.

Anche se era attinente l’organizzazione del personale?

Io al posto dell’assessore a un consigliere comunale che chiede di partecipare l’avrei fatto entrare. Noi siamo qua per collaborare, anche la minoranza di questo consiglio comunale, l’ho detto sin dal primo consiglio comunale perciò sotto questo punto di vista mi sento a posto. La mia coscienza è a posto con chi mi ha votato.

Per quanto concerne invece la polemica sulla sua mozione relativa al centro storico, lei si è astenuto perché non ha ritenuto opportuno che fosse emendata. È la terza mozione su questo tema e non fa altro che rafforzare posizioni già prese, giustificando il motivo dell’intervento per un fattore economico, di crisi economica. Ha parlato addirittura di desertificazione e questo termine non è stato mandato giù dai consiglieri di ABC-Alcamo Cambierà e dalla maggioranza.

Grazie innanzitutto per la domanda, perché su questo punto voglio essere chiaro. Il consigliere Messana prima di presentare questa mozione si è visto con il sindaco, il vicesindaco, anche con il capogruppo dei 5 stelle, perché numeri non ne ho in consiglio comunale, mi pare chiaro. Quando una cosa viene condivisa, penso è condivisa dalla città. E, siccome, questa idee è stata condivisa, voglio dire in lettura, non mi è parso giusto che in consiglio comunale si alza uno che emenda la proposta di un altro collega. Io parlo di mozione, una mozione su cui giustamente lavoro.

Quindi, lei avrebbe preferito una bocciatura della mozione?

Nel momento in cui praticamente rimane tutto il contenuto di questa mozione, ma manca il “cappello”, che è la motivazione al contenuto, che senso ha?

Secondo lei è stato pretestuoso questo emendamento?

È pretestuoso, perché la mozione è rimasta nel contenuto uguale, ma il cappello dice la motivazione per cui ho presentato questa mozione. Mi dispiace, questo lo ha sollevato un consigliere dell’opposizione, di ABC, però io l’ho detto chiaramente agli amici dei 5 stelle che l’hanno condivisa. Condivisa, però, non vuol dire che è stata sottoscritta. Condivisa. Una persona quando si spende per la città, a prescindere da maggioranza e opposizione, bisogna rispettarla. Io ho detto pure non bisogna ridere quando qualcuno, non io, qualche altro fa una mozione o un’interrogazione, perché sotto l’interrogazione, sotto la mozione c’è un lavoro. Si può approvare o non approvare. Preparare un emendamento ad una mozione è ridicolo.

Lo ha detto più volte che il suo obiettivo e quello del suo partito è, anche spogliandosi del colore politico, di entrare nel merito delle questioni. Però, chi è stato spettatore di questo consiglio comunale non ha potuto fare a meno di accorgersi del diverso approccio tra i due esponenti dell’UDC. Ad esempio la consigliera Norfo, capogruppo, è più critica nei confronti dell’amministrazione, mentre i suoi attacchi sono soprattutto rivolti ai dirigenti.

Il sindaco e l’amministrazione hanno il dovere di governare questa città. Giustamente, io in pochi mesi non posso tirare le somme. Io non mi sento di dare la mia valutazione precisa, serena, in pochi mesi. Certo controlliamo. Noi abbiamo detto, sin dall’inizio della legislatura, che tutto quello che proponeva la maggioranza, se era un fatto che andava bene per la città, io lo votavo. Come spero e speravo che quello che propongo io o un altro della minoranza, per il bene della città, la maggioranza lo voti. La politica la vivo in questo modo: non mi piace dire sempre no. Questo lo fa il 5 stelle a Palermo, a Roma. Dice sempre no. Io spesso vado nei palazzi palermitani, anche un articolato nell’ultima finanziaria, inerente alle aziende, era una cosa da votare. Hanno disertato l’aula, hanno fatto mancare il numero legale. A me non piace questo. Il movimento pecca in certi momenti di presunzione, perché le cose giuste si votano. Se no, noi non dobbiamo fare politica, dobbiamo rimanere a casa nostra. La politica è un’altra cosa.

Bisogna dire però che i 5 stelle dal canto loro sostengono sempre di votare nel merito le questioni a prescindere da chi le presenta.

Qua ad Alcamo sono al governo, ma ci sono posti dove i 5 stelle sono all’opposizione e non mi risulta questo.

Sempre sulle barricate.

Sì, spesso li vedo perché sono a Palermo e seguo la diretta (ARS n.d.r.), oppure sono in aula là e vedo che le cose veramente da votare non le votano solo perché devono fare una cosa alla maggioranza. Io non la penso così la politica. Ho una testa diversa.

Rimaniamo a Palermo. Si stanno scaldando i motori per le prossime elezioni regionali. La scorsa settimana Nello Musumeci ha lanciato la sua candidatura alla presidenza della Regione come rappresentante della destra. Il suo partito su quale compagine politica sta puntando? Siete stati storicamente l’ago della bilancia e avete governato per tantissimi anni la Sicilia.

In Sicilia la nostra area di centro ha una valenza, lo dobbiamo dire perché è così. Anche questa volta, penso, potremo essere decisivi nel governo che si andrà a fare. Spero almeno di sì. Prima di tutto vengono gli uomini e le donne che vanno a governare questa regione importantissima, una delle più grosse d’Italia con 5 milioni di abitanti. La Sicilia ha bisogno di una svolta. Spero che il prossimo presidente della regione sia una persona che guardi bene chi ha bisogno, dia una svolta al lavoro, ai giovani. Io non concepisco che ci siano le università siciliane piene e poi i giovani laureati devono andare all’estero per lavorare. La politica cambia ogni giorno. Gli assetti cambiano e noi stiamo valutando bene il da farsi per ottobre quando si andrà a votare.

Linda Ferrara

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