Con lo “Sblocca Italia” è di nuovo “allarme trivelle” per le Egadi

Vincenzo Figlioli

Con lo “Sblocca Italia” è di nuovo “allarme trivelle” per le Egadi

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giovedì 09 Ottobre 2014 - 16:48

C’è un filo che lega il mare di fronte le isole Egadi e il decreto “Sblocca Italia” caro al governo Renzi. Tra le maglie del testo, infatti, si fa riferimento alla cancellazione del divieto di ricerca di idrocarburi nei golfi di Napoli, Salerno, Venezia e in prossimità dell’arcipelago della Egadi. Lo “Sblocca Italia”, inoltre, definisce l’estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi come “attività di pubblica utilità, urgenti e indifferibili”, sottraendo di fatto alla Regione l’ultima parola in materia di valutazione ambientale.

Il tema è delicato e in queste ore se ne sta parlando approfonditamente sia al Parlamento nazionale, che a Palermo. “Con un colpo di spugna – afferma il presidente della commissione Ambiente dell’Ars Giampiero Trizzino del Movimento Cinque Stelle – lesecutivo Renzi spazza via una legge che blindava le coste più pregiate della Sicilia e rischia di spalancare i cancelli alle trivelle. E’ vergognoso che si possa solo lontanamente pensare ad una eventualità del genere. Mi limito soltanto a ricordare che nelle Egadi sorge la più grande area marina protetta d’Europa. Sarebbe questo il modello di tutela ambientale che offre il governo nazionale?”.

Preoccupazione a riguardo è stata espressa anche dal deputato regionale del Pd Antonella Milazzo, che ha sottoscritto una mozione assieme ai colleghi Baldo Gucciardi, Marika Cirone, Fabrizio Ferrandelli, Mariella Maggio, Filippo Panarello e Giovanni Panepinto. “Le attività di esplorazione e coltivazione di idrocarburi – spiega la Milazzo – sono processi altamente inquinanti che potrebbero esporre a gravi rischi aree di particolare pregio naturalistico o soggette a rilevante rischio sismico e aree in cui attività economiche e produttive, come turismo, pesca ed agricoltura, possono essere seriamente danneggiate. La tutela dell’ambiente non può certo essere considerata un impedimento allo sviluppo economico, ma solo un tentativo di conciliare sviluppo e difesa delle risorse naturali, ambientali e paesaggistiche, patrimonio da preservare e la cui gestione, a fini produttivi e turistici, può rappresentare la vera chiave di volta per il rilancio dell’economia siciliana”. Facendo riferimento a quanto disposto dalla Convenzione di Barcellona in materia di tutela del Mediterraneo, la parlamentare regionale marsalese chiede al Governo regionale di intervenire a difesa del territorio e delle sue risorse “sospendendo la corsa alle perforazioni in mare e tutti i procedimenti eventualmente già in corso per autorizzazioni nelle Isole Egadi e a Pantelleria”.

Nel frattempo, a Licata, fervono i preparativi per l’arrivo della Rainbow Warriors, la nave di Greenpeace su cui si svolgeranno una serie di eventi legati alla campagna “Non è un paese per fossili”, a cui hanno aderito anche Anci Sicilia, Legambiente, Italia Nostra, Wwf e i comitati No Triv.

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