La scuola obsoleta

redazione

Marsala

La scuola obsoleta

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venerdì 01 Marzo 2019 - 07:30

“La mamma cucina”, “Il papà lavora”. Sono stereotipi da sempre noti e che nessuno, fino ad un ventennio fa, si permetteva di obiettare. Ci sta, ed è sempre stato pacifico in una società patriarcale, in cui i bambini venivano e vengono cresciuti in maniera standardizzata: le femmine giocano con le bambole e i maschi giocano con le macchinine. Da qualche giorno sui Social, girano delle immagini con testi di scuola primaria, in cui i piccoli studenti devono completare frasi di senso compiuto del tipo “la mamma lava i piatti”, “papà guida la macchina” e addirittura indovinare cosa sia una “Zitella”. Da qui il web si è scatenato definendo sessista l’attuale metodo di insegnamento. A ben vedere e in via generale, il metodo di insegnamento scolastico oggi è alquanto obsoleto. Questo è il termine più adeguato. Il rapporto uomo-donna è stato sempre molto complesso e tuttora, benchè la società odierna sia molto più aperta, i retaggi sono forti. E qui non c’è da fare distinzioni tra Nord e Sud, tant’è che, come i dati confermano, i femminicidi nell’ambiente domestico sono maggiori nel Settentrione pur se in maggiore crescita nel Meridione rispetto ad anni fa.

Oggi si registra un aumento dei genitori che rivendicano la libertà del proprio figlio di crescere in totale armonia, con meno imposizioni. Nonostante l’attuale Ministro della Famiglia tenda a estremismi cattolici arcani e pericolosi. Per fare ciò, importante è il ruolo di tutti gli attori: della famiglia, delle Istituzioni e del mondo scolastico. Mi chiedo se lo sviluppo in termini tecnologici all’interno delle scuole, non dimentichi il lato umano. Perchè il primo micro-mondo per un bambino, è proprio la scuola, è lì che si confronta con i suoi coetanei, che vive i primi confronti e i primi piccoli grandi stress. La scuola italiana avrebbe bisogno di una riforma concreta, che metta al centro i bisogni e le aspirazioni dello studente al di là di cineforum, assemblee e incontri vari che sì, servono sicuramente. Però forse organizzare un Piano di Studi, attuare progetti per il recupero di lavori artigianali che stanno scomparendo e di cui invece c’è bisogno, ridimensionare gli stage dell’alternanza scuola-lavoro, puntare su campus estivi all’estero pagati o con borse di studio in base non solo ai meriti ma altresì alle esigenze economiche del giovane studente, potrebbe essere un buon metodo di studio e di responsabilità. Perchè oggi un teeneger riesce a creare una storia su Instagram in pochi minuti ma, molto probabilmente, non riesce a inviare una mail. Riflettiamo.

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