Sequestro per 3 milioni a Domenico Scimonelli, ritenuto vicino a Matteo Messina Denaro

redazione

Sequestro per 3 milioni a Domenico Scimonelli, ritenuto vicino a Matteo Messina Denaro

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lunedì 18 Luglio 2016 - 08:47

Tre milioni di euro sono stati sequestrati a Giovanni Domenico Scimonelli ritenuto fra gli uomini più vicini al boss latitante Matteo Messina Denaro. Il provvedimento è stato disposto dal tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione su proposta del Questore di Trapani e colpisce il patrimonio di Domenico Scimonelli.

“Mimmo” Scimonelli, condannato lo scorso 2 maggio per associazione mafiosa poiché ritenuto un responsabile delle finanze di Cosa Nostra, era il  titolare di un supermercato a Partanna. Avrebbe anche tentato di avvicinare un funzionario del ministero dello Sviluppo Economico per ottenere un finanziamento di settecentomila euro. Inoltre i suoi frequenti viaggi in Svizzera secondo gli inquirenti potrebbero essere stati compiuti per conto del boss che, oltre i confini nazionali, nasconderebbe le ingenti ricchezze accumulate.

Ulteriori dettagli saranno diffusi dagli uomini della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, nel corso di una conferenza stampa che si terrà questa mattina alle 11 presso la Questura di Trapani.

Aggiornamento: il sequestro anticipato di beni, eseguito questa mattina dagli Agenti di Polizia della Divisione Anticrimine e Militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani, è avvenuto nei Comuni di Partanna, Santa Ninfa, Salemi  e Gibellina.
Conosciuto come “Mimmo”, Scimonelli per gli inquirenti è un soggetto socialmente pericoloso, che ricopre un ruolo di spicco all’interno della famiglia mafiosa di Partanna, quale anello della catena epistolare facente capo al latitante Matteo Messina Denaro.  Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal Tribunale di Trapani, sezione Misure di Prevenzione, su proposta del Questore di Trapani per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale, a conclusione di approfondite analisi e di indagini patrimoniali svolte congiuntamente da personale della Divisione Anticrimine della Questura di Trapani e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani, mediante la costituzione di un apposito “Gruppo di Lavoro”, quale soluzione sinergica di contrasto alle organizzazioni criminali che, dal gennaio 2011, ha già portato ad 8 importanti operazioni di sequestro.
Secondo quanto emerso Simonelli era un manager impegnato non solo a gestire gli affari dei suoi supermercati Despar e della sua azienda vinicola, la Occhiodisole S.R.L., ma anche ad incontrare i boss mafiosi, con i quali scambiava i pizzini con gli ordini del latitante.  L’uomo, infatti, è noto alle cronache giudiziarie perché già tratto in arresto nell’agosto del 2015, nell’ambito dell’Operazione “ERMES” condotta dalla Polizia di Stato e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Palermo, in quanto individuato tra quei soggetti fedelissimi del capo mafia castelvetranese Matteo Messina Denaro, prestati a recapitare e a ricevere la corrispondenza del ricercato, non solo allo scopo di agevolare il mantenimento del suo status di clandestinità, ma anche per assicurare la trasmissione di direttive di indubbia rilevanza per gli scopi di Cosa Nostra trapanese.
Nel dicembre del 2015, lo Scimonelli è stato inoltre raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il suo coinvolgimento, in qualità di ideatore e mandante, nell’omicidio, aggravato dal metodo mafioso, avvenuto il maggio del 2009 allo “Smart Cafè” di Partanna di Salvatore Lombardo, “punito” per aver rubato un furgone con a bordo merce di proprietà dello stesso Scimonelli.
Pertanto, in questa prima fase, ai fini dell’applicazione della misura personale e patrimoniale, è stato ottenuto dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione, il sequestro anticipato ai fini della confisca di 8 beni immobili, 5 beni mobili registrati (autovetture, furgoni, mezzi meccanici), 4 società/imprese (capitali sociali e pertinenti complessi aziendali), 1 partecipazioni in altre società, 15 tra conti correnti e rapporti bancari di altra natura, per un valore complessivo, stimato in atti, di circa 3 milioni di euro.

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