Il bilancio di Tancredi: “Cinque anni importanti, ma abbiamo trovato troppi blocchi”

Vincenzo Figlioli

Il bilancio di Tancredi: “Cinque anni importanti, ma abbiamo trovato troppi blocchi”

Condividi su:

venerdì 22 Settembre 2017 - 07:55

Continua il nostro percorso di avvicinamento alle elezioni regionali con una serie di interviste ai deputati uscenti. Oggi è il turno del pentastellato Sergio Tancredi. 

Cinque anni all’Ars tra i banchi delle opposizioni per Sergio Tancredi, uno dei due portavoce eletti nella lista del M5S alle regionali del 2012. Il deputato mazarese adesso si ricandida nella lista pentastellata per il collegio di Trapani che comprende anche l’altra uscente, l’alcamese Valentina Palmeri e i possibili outsider Stefano Rallo, Giovanni Inglese e Flavia Fodale.

Che bilancio fa di questo quinquennio all’Ars? E’ stata un’esperienza importante anche se tante cose che mi aspettavo non si sono verificate. Abbiamo cercato di essere sempre propositivi, ma ci siamo ritrovati di fronte tanti blocchi. Nello stesso tempo, ho avuto modo di conoscere da vicino lo stato dell’arte della nostra Regione: le cose da cambiare sono tante, a causa di una macchina ingolfata dall’eccesso di burocrazia e da scelte incomprensibili.

Da dove dovrebbe cominciare il prossimo governo regionale? Dovrebbe mettere mano alle difficoltà legate al mondo del lavoro. Poi c’è l’aspetto infrastrutturale che è un elemento fondamentale, ma è stato completamente tralasciato, in particolare nell’ultimo anno con il blocco degli appalti. E inoltre occorre riconfigurare la macchina amministrativa per permettere a chi vuole investire di farlo in tempi brevi.

Cosa intende fare per la provincia di Trapani nel caso fosse rieletto? Mi concentrerei sulla portualità. Porti e aeroporti possono svolgere un ruolo enorme per rilanciare le attività produttive. In campo turistico occorre fare rete tra le realtà provinciali che sono rimaste finora scollegate, scontando la mancanza di un racconto unitario; occorre destagionalizzare i flussi turistici e valorizzare le nostre risorse culturali. Occorre inoltre una linea comune sotto il profilo politico – gestionale: le varie amministrazioni non parlano tra loro e il collegamento è risultato difficile da realizzare per colpa del governo vigente.

Che giudizio dà del governo Crocetta? Assolutamente negativo: troppi cambi in corsa, cui si aggiunge l’incapacità di mantenere una linea politica reale e di farsi riconoscere risorse dal governo nazionale, di cui è stato subalterno.

C’è qualcosa che salverebbe di questi 5 anni? L’unica interlocuzione positiva che ho avuto è stata quando ho lavorato alla legge sugli appalti, di cui sono stato il primo firmatario. In quell’occasione ho incontrato un funzionario con cui sono riuscito a trovare motivi di condivisione.

Cosa farete con le Province?

E’ una partita ancora aperta. La legge che è stata approvata manca ancora dei decreti attuativi. Noi abbiamo espresso la nostra contrarietà al ritorno alle urne per eleggere i consigli provinciali, in quanto riteniamo che la legge abbia problemi di funzionalità e dovrà essere completamente rivisitata anche alla luce delle criticità emerse da un punto di vista costituzionale. Occorre riconfigurare questa istituzione di area vasta, facendone qualcosa di diverso.

In questi giorni alcune famiglie della sua città d’origine, Mazara, sono state in ansia per i loro cari che erano a bordo di un’imbarcazione sequestrata dalle autorità tunisine. Cosa può fare il governo regionale, al di là del caso in sé, per rivedere i rapporti con i Paesi nordafricani?

La guerra del pesce ha fatto anche delle vittime in passato. Il governo regionale dovrebbe lavorare per stimolare rapporti veri e continuativi con i Paesi transfrontalieri, al di là delle emergenze. Inoltre, dovrebbe indurre il governo nazionale a far sentire la propria voce a Bruxelles per riscrivere le regole sul Canale di Sicilia. La situazione è estremamente confusa perchè il governo non si interfaccia in maniera forte con questi Paesi, lasciandoci indifesi di fronte a chi sfrutta le nostre debolezze con diktat inaccettabili.

Si parla di lei come possibile rappresentante della provincia di Trapani nel listino o addirittura come assessore regionale. C’è del vero in queste indiscrezioni? Il listino lo sta preparando il candidato alla presidenza, sarà lui a decidere. Ci sono 14 deputati uscenti che hanno lavorato a stretto contatto con lui e tra cui potrebbe scegliere. I posti però sono 6 ed è normale che qualcuno possa restare fuori. In ogni caso, non siamo al servizio delle nostre idee. Se poi Giancarlo Cancelleri dovesse scegliermi come assessore, sarei ben lieto di dare il mio contributo.

Il pronunciamento del Tribunale di Palermo sulle Regionarie e l’inchiesta che ha coinvolto il sindaco Cinque a Bagheria potrebbero influire sul risultato del 5 novembre?

Non credo che potrebbero incidere. Il discorso delle Regionarie resta interno al movimento. Per quanto riguarda Bagheria, ho un’interlocuzione diretta con il sindaco Patrizio Cinque, sono certo che le accuse nei suoi confronti saranno smontate. Patrizio Cinque è una persona preparata e perbene. Paradossalmente, argomenti del genere colpiscono noi, che mostriamo grande attenzione su questi temi, mentre altrove non succede nulla. Tutto ciò lascia pensare e fa riflettere. Resto comunque fiducioso nell’operato della magistratura.

P.S. L’intervista è stata realizzata nel primo pomeriggio di ieri. In serata abbiamo appreso che il candidato alla presidenza Giancarlo Cancelleri ha comunicato i nominativi dei portavoce pentastellati che faranno parte del suo listino. Tra essi ci sarà anche il mazarese Sergio Tancredi in rappresentanza della provincia di Trapani.

post Cancelleri

Condividi su: