La sfacciata intolleranza

Chiara Putaggio

La sfacciata intolleranza

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sabato 06 Settembre 2014 - 10:24

Da settimane, forse mesi…Marsala è più truce. Non per un accentuarsi di fenomeni criminali, in senso stretto, ma per pensieri piccoli, degni del ventennio che ha preceduto la seconda guerra mondiale.

Ricordo ancora quando, all’università, studiando storia moderna, fui illuminata da una pagina di critica secondo cui i sentimenti popolari alla base dei regimi totalitari erano alimentati ed esternati da una classe dominante mediocre. Non si tratta di un giudizio valoriale, quanto piuttosto di una valutazione scolastica. Nel senso che, raramente i pensatori, gli intellettuali si lasciavano travolgere dall’onda della propaganda del truce passato per bello.

Ebbene ora il megafono, il piffero magico incantatore, ha ripreso a suonare e incantare. Complici quindici anni di riforme scolastiche che sono state disastrose cesoie alle sostanze delle scuole, si è pasciuta una classe di “5” con la velleità di primi della classe. L’esito è sotto gli occhi di tutti. Un’Italia povera, soprattutto di idee ed autonomia. La gente è in difficoltà e va cercato e trovato un responsabile. Eccolo disponibile nella figura dell’immigrato. C’è gente che fino a pochi mesi fa faceva “beneficenza” con tanto di foto sul giornale e ora grida a testa alta: “andatevene a casa”.

Io credo che se i nostri giovani non vivono in uno stato di diritto, si trovano a scappare da un Paese che solo la nostra amata Costituzione definisce “democratico e fondato sul lavoro”, non è certo colpa di chi, fuggendo dal suo di Paese – nella migliore delle ipotesi per fame, nella peggiore da morte certa – , si ferma qui, a Marsala, per pochi mesi. Chi ha il permesso di soggiorno resta per la vendemmia e poche altre occasioni di lavoro in campagna, chi invece è in attesa dell’asilo politico rimane bloccato dalla burocrazia – anche questa – tutta italiana. Poi tutti vanno via. Lo fanno perché qui non c’è futuro e non ce ne sarà finché continueremo a pensare che il mondo è nostro.

Il mondo – io credo – è dei nostri figli e lo sarà finché anche loro non diverranno padri o comunque adulti. Ad ogni modo è solo polvere. La vita, i valori, il progresso sociale sono ben altro.

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