“Sicily” di Vito Piazza

Audrey Vitale

“Sicily” di Vito Piazza

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sabato 02 Maggio 2015 - 18:00

È per me questa un’occasione speciale, recensire il libro di una persona che conosco, un partannese, un amico solo perché è il suo modo di fare, accoglierti a braccia aperte nella sua casa anche se vi siete appena conosciuti come è successo a me qualche anno fa la prima volta che ci siamo incontrati nella sua incantevole villetta in contrada Montagna a Partanna chiacchierando per ore di scuola, poesia, musica, arte e classici latini. Vito Piazza è un uomo che a primo impatto ti può dare l’impressione di avere un ego smisurato, lui stesso nella sua ultima fatica letteraria, il bellissimo romanzo intitolato Siciliy e pubblicato dalla casa editrice Mursia, ci gioca spesso. Ho riflettuto più volte su questo aspetto del carattere dell’ispettore Piazza arrivando ad una conclusione, maturata da una profonda convinzione e rafforzata dalla lettura del suo ultimo romanzo, è tutto il contrario, è voglia di condividere, è voglia di far traboccare dalla mente idee, immagini, racconti, squarci di riflessione filosofica e poesia. Può essere considerata questa superbia?
Lo ripeto Sicily è un romanzo bellissimo, certo io non sono il critico del New York Times o di Le monde, ma vi assicuro paragonato agli ultimi romanzi che hanno vinto in America il Premio Pulitzer e che raccontano la provincia americana non ha nulla da invidiare. Il romanzo di Vito Piazza merita un posto nella nostra libreria, naturalmente dopo averlo letto, magari tutto d’un fiato come ho fatto io non riuscendo a staccarmi dalle pagine per la bellezza di alcuni passi, per il filo del racconto, che è dichiaratamente autobiografico, non fosse altro perché personaggi e storie gravitano attorno alla cittadina di Partanna, dove il nostro scrittore è nato, dove ha trascorso i suoi anni d’infanzia e dove ha ricevuto la sua prima formazione frequentando il glorioso Istituto Magistrale. Ci sono alcune scelte che l’ autore ha fatto che bisogna chiarire e che potrebbero aiutare la lettura. Innanzitutto, alcuni dei personaggi presenti nell’opera non vengono chiamati con il loro vero nome mentre altri sono facilmente riconoscibili addirittura menzionati con nome e cognome. Partanna stessa che è il luogo in cui si svolge la narrazione si nasconde dietro il misterioso nome di Nakona. La scelta che fa l’Ispettore Piazza non è una figata da pseudo intellettuale ma si svelerà con tutta la sua poetica drammaticità alla fine del romanzo. Non si offendano i miei concittadini partannesi, non si offendano i miei conterranei siciliani, non è la singola persona che Vito Piazza vuole colpire, anzi Partanna , partannesi e i siciliani dovrebbero essere orgogliosi di essere lo scenario di questa opera letteraria. A dimostrazione di ciò che sto dicendo nel personale inferno e paradiso che lo scrittore siciliano costruisce nel libro tra i personaggi senza nome e cognome c’è lui stesso, l’uomo della Montagna. La nostra terra martoriata da invasioni, ingiustizie, corruzioni , malversazioni e malgoverno ha bisogno di guardarsi ogni tanto allo specchio, per vantare le sue bellezze ci sono i viaggiatori stranieri del settecento e dell’ottocento a noi che viviamo il tempo di oggi spetta il dovere di parlare, denunciare anche le debolezze che apparentemente sembrano innocue, come l’atavico vizio dello sparlare, del colpire con ferocia le debolezze degli altri o gli esseri più indifesi che ci circondano, tema che sembra essere uno degli argomenti centrali dell’opera. Badate non è questo un aspetto marginale, ma significativo perché gravita attorno a quella subcultura che nutre da sempre la mafia.
Spero, dunque che il libro di Vito Piazza abbia un grande successo letterario, non perché all’autore manchino momenti di affermazione personale, ne ha tanti da vantare nel campo professionale, la scuola, e nel campo editoriale. I suoi saggi sul mondo della scuola sono passati tra le mani di migliaia di docenti che in questo modo hanno consolidato la loro preparazione didattica e pedagogica inoltre ha scritto libri per le più importanti case editrici Mursia, Sellerio, Erikson, Baldini e Castoldi solo per citarne alcune tra le più rinomate. Abbiamo bisogno di intellettuali, la Sicilia dai ponti traballanti più di ogni altra terra, perché le parole hanno il potere di cambiare gli uomini e il mondo.

Vincenzo Piccione

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