Avviso proroga indagini al sindaco Surdi. Il primo cittadino “Massima serenità sulla mia posizione”

redazione

Avviso proroga indagini al sindaco Surdi. Il primo cittadino “Massima serenità sulla mia posizione”

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sabato 08 Aprile 2017 - 13:30

Il provvedimento emesso dalla procura di Trapani è stato recapitato all’amministratore pentastellato ieri mattina. Il sindaco Domenico Surdi ha informato la cittadinanza e il Movimento 5 Stelle dell’avviso d’indagine a suo carico mediante un post pubblicato sui social networks

“Ritengo doveroso informare i cittadini alcamesi e tutto il MoVimento 5 Stelle che questa mattina mi è giunta dal Tribunale di Trapani una notifica relativa ad una richiesta di proroga delle indagini”. Con queste parole il primo cittadino, Domenico Surdi, ha informato gli alcamesi delle indagini a suo carico svolte dai pubblici ministeri di Trapani e notificategli ieri mattina.

Secondo quanto sostenuto dal sindaco Surdi le ipotesi di reato con molta probabilità sarebbero legate alla vicenda dall’approvvigionamento dell’acqua da pozzi privati scaturita nell’agosto del 2016. Infatti, dopo circa un mese e mezzo dall’insediamento della giunta pentastellata, avvenuta a fine giugno scorso, il primo cittadino ha dovuto affrontare, oltre all’emergenza rifiuti, anche il problema del rifornimento idrico di Alcamo Marina, la località balneare sprovvista di una rete efficiente. Questo è il motivo per cui l’approvvigionamento dell’acqua è stato gestito per decenni con l’utilizzo del trasporto mediante autobotti. L’acqua distribuita proveniva in parte anche dai cosiddetti pozzi privati e, dunque, non potabile.

Di sicuro, sulla scrivania del primo cittadino pentastellato è approdata una situazione anomala, visto che le licenze non rinnovate ai proprietari dei menzionati pozzi hanno portato alla loro chiusura da parte del Genio Civile di Trapani per la prima volta, inspiegabilmente, ben sette mesi dopo i termini previsti. Quindi, alla vigilia di ferragosto i cittadini alcamesi, trasferitosi in gran parte nella vicina Alcamo Marina, si sono ritrovati per lo più senz’acqua. Ne è scaturita una crisi idrica che, come ricordato dalla nostra testata in altre occasioni, risultava connessa alla assenza di legalità nella gestione dell’approvvigionamento del bene pubblico per eccellenza. Infatti, contestualmente alla carenza d’acqua sgorgavano le indagini della magistratura, nate a seguito della denuncia all’autorità giudiziaria dell’ex segretario comunale Cristofaro Ricupati, il quale dopo aver prestato per 10 anni servizio presso il palazzo di città (dal 2006), si è accorto della mala gestione del servizio idrico (Ricupati verrà sostituito dalla neo amministrazione a fine agosto).

Per tale denuncia, recentemente, sono stati raggiunti dall’avviso di garanzia quattro proprietari dei pozzi, il geometra del Comune, Pietro Girgenti, e il dirigente del settore competente, Enza Anna Parrino. Quest’ultima, nel rilasciarci le sue dichiarazioni in merito alla notizia diffusa da una testata nazionale sul provvedimento emesso dalla Procura, manifestava la sua sorpresa nell’apprendere l’azione intrapresa dall’ex segretario comunale. Infatti, secondo quanto sostenuto dall’ingegnere Parrino, nel mese di maggio, il segretario Ricupati avrebbe appreso dalla dirigente e dal dipendente comunale Vincenzo Ponzio che “uno” si era presentato presso gli uffici del settore con una busta di soldi. Probabilmente, si trattava di un proprietario dei pozzi per il rinnovo delle concessioni. Busta che non venne presa dai dipendenti, i quali si erano insospettiti anche per le pressioni esercitate per il rilascio delle concessioni in quei giorni.

Sempre secondo il racconto dell’ingegnere Parrino, l’ex segretario Ricupati, responsabile anticorruzione del Comune, in quell’occasione sembrò non prendere subito le dovute cautele. Per tale motivo, la dirigente Parrino e il geometra Ponzio si rivolsero alla guardia di finanza. Dunque, il risultato è che coloro i quali hanno guidato la macchina amministrativa alcamese, per almeno un decennio, oggi si scaricano a vicenda delle responsabilità.

E la politica che ruolo ha avuto in tutto ciò? Come abbiamo spiegato in altre occasioni, la crisi idrica in Sicilia agli inizi del 2000, governata all’epoca da Totò Cuffaro, aveva condotto il sindaco di Alcamo Giacomo Scala ad emettere un’ordinanza sull’approvvigionamento dell’acqua per mezzo di autobotti. Correva esattamente l’anno 2002. La concessione ai proprietari dei pozzi privati venne rilasciata lo stesso anno dal Genio civile della provincia di Trapani.

Dopo 14 anni si può affermare che non si trattò certo di emergenza, essendosi perpetrata nel tempo e senza alcuna soluzione per porvi rimedio. Da allora si sono succeduti due mandati dell’ex primo cittadino Scala (dal 2002 al 2007 e dal 2007 al 2012), l’amministrazione guidata da Sebastiano Bonventre (dal 2012 alla prima metà 2015) e, infine, il commissariamento della città con Giovanni Arnone (altra metà 2015-maggio 2016). Nessuno dei soggetti citati pare si sia accorto di quello che con il passare degli anni è diventato, evidentemente, un affare economico di non poco conto.

Infatti, solamente dopo 14 anni, per la prima volta, nel bilancio comunale sono venute a galla le somme riguardanti i pagamenti delle concessioni dei cosiddetti pozzi privati. Inoltre, con l’insediamento della nuova giunta pentastellata è stato ribadito, cosa a quanto sembra non scontata in precedenza, che l’approvvigionamento idrico di acqua potabile può avvenire solamente al cosiddetto “Bottino”, ossia il serbatoio idrico della città. Una posizione politica, quella assunta dalla giunta Surdi, che l’estate scorsa non deve essere stata digerita facilmente da chi ha tratto guadagni non proprio limpidi. Gli autotrasportatori, invece, si sono trovati in difficoltà perché non potevano rispondere alla enorme quantità di domanda dei cittadini, visto che l’unica fonte di approvvigionamento idrico era rimasta quella comunale. Si è inoltre sparsa la voce che file di autobotti si erano formate al Bottino e che era raddoppiato il prezzo di trasporto dell’acqua fino a 100 euro. Circostanza che allo stato attuale non risulta provata. Avevamo assistito al rifornimento solamente di quattro autobotti nella fascia pomeridiana fino alle 18.00 di un giorno di agosto, a seguito della chiusura dei pozzi. Prima, evidentemente, si lavorava fino a tarda notte. Di certo la distanza del serbatoio comunale, sito sul Monte Bonifato, rispetto ai pozzi privati ubicati tra Alcamo e Alcamo Marina, costituiva per gli autotrasportatori un problema in termini di tempo. Ci avevano così dichiarato “La sola cosa positiva è che l’acqua è controllata e potabile”. Affermazione che mette in luce la mancanza dei controlli fino a quel momento. La neo amministrazione per fronteggiare il problema, quindi, si è messa immediatamente a lavoro per la redazione di un regolamento comunale sull’approvvigionamento idrico mediante autobotti. Già in studio in IV commissione consiliare, il Regolamento si trova negli uffici competenti in attesa di parere e dovrebbe tornare a breve in Commissione.

Purtroppo, coloro che non hanno ancora capito bene la vicenda sono i cittadini, i quali trovandosi in difficoltà nel periodo estivo, esattamente nell’agosto del 2016, inondarono il sindaco Surdi di richieste per porre rimedio alla carenza idrica. È stato questo il motivo che ha condotto il primo cittadino, come da lui stesso spiegato, a inoltrare la domanda di revoca in autotutela del provvedimento di chiusura dei pozzi, in attesa di trovare soluzioni alternative all’erogazione del servizio.

“Massima serenità sulla mia posizione e sul lavoro della Procura. Che sia fatta chiarezza: è la città anzitutto ad averne diritto. A noi interessa che i nostri cittadini possano avere l’acqua nelle proprie case nel rispetto della legge”, è la dichiarazione rilasciataci dal primo cittadino. Poi, ha concluso “Chiederò a tutte le istituzioni, a partire dalla Regione, di aprire un tavolo tecnico sulla crisi idrica alcamese e sulle soluzioni per risolverla”.

Dunque, si spera che a fare chiarezza sulla vicenda arrivi presto la magistratura e che non siano i cittadini quest’estate a rimanere a bocca asciutta. Così come ci si aspetta che qualche politico veterano, pronto a bacchettare la “giovane” amministrazione imputandole l’inesperienza, riveli alla cittadinanza cosa è stato fatto in questi 14 anni per risolvere il problema idrico, dissetando le bocche di coloro che chiedono la verità.

Linda Ferrara

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