Taglio delle indennità, Gerardi (Sicilia Democratica): "Non si risolvono così i problemi dei Comuni"

redazione

Taglio delle indennità, Gerardi (Sicilia Democratica): "Non si risolvono così i problemi dei Comuni"

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venerdì 09 Ottobre 2015 - 16:21

Anche il consigliere di Sicilia Democratica Ivan Gerardi interviene sui tagli alle indennità sulla contestata delibera sull’aumento della Tasi. “Ci aspettavamo un’altra storia da parte della nuova amministrazione cittadina – sottolinea Gerardi -. Una storia che non parlasse solo di più tasse e più sacrifici, ma anche di maggior equità ed attenzione verso i marsalesi, soprattutto verso famiglie e bambini”.
L’esponente di Sicilia Democratica si chiede poi: “dove sono le politiche innovative che, ove adottate, hanno consentito a comuni di divenire virtuosi, liberare risorse, iniziative di richiamo turistico-ricettivo, servizi e aiuti alle famiglie e ai cittadini in difficoltà economica. L’aumento della Tasi è una connotazione palesemente demagogica e populista”.
Sul dimezzamento delle indennità dei consiglieri comunali proposto da Daniele Nuccio, anche Gerardi si dichiara contrario: “Un certo modo di fare politica, demagogico, populista, superficiale non mi appartiene. Se davvero qualche consigliere ha la voglia di dimezzare il gettone o di rinunciare non deve fare altro che ritirarli e destinarli come meglio crede, o lasciarli nelle casse del comune, ma senza sterile pubblicità e comunicati stampa per sanare la magra figura che hanno fatto votando favorevolmente per l’aumento della Tasi. Non si può pensare di risolvere i problemi dei Comuni tagliando le indennità degli amministratori pubblici locali che per altro non sono così alte come si vuol far credere e che di fatto hanno un impatto finanziario indifferente ai fini della quadratura del bilancio. Dire che un consigliere percepisce 1400,00 euro è demagogia ma soprattutto e’ una informazione viziata, infatti esiste una pressione fiscale per chi nella vita lavora (che in certi casi arriva anche al 60%), non bisogna essere consulenti per saperlo ma semplici lavoratori. Sarebbe meglio evitare di confondere l’opinione pubblica, aumentando ancora di più la distanza tra cittadini e politica”.

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