Trivellazioni: il progetto della Schlumberger approda al Consiglio comunale di Marsala. Ecco i rischi per le nostre coste

Vincenzo Figlioli

Trivellazioni: il progetto della Schlumberger approda al Consiglio comunale di Marsala. Ecco i rischi per le nostre coste

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mercoledì 05 Novembre 2014 - 06:00

“U mari nun si spirtusa”, recitava qualche anno fa uno slogan coniato da Greenpeace per una campagna contro le trivellazioni nel Mediterraneo, che fu sostenuta da molti autorevoli testimonial del mondo della cultura e dello spettacolo, oltre che da numerosi amministratori, tra cui l’allora sindaco di Marsala Giulia Adamo. Con lo stesso spirito, durante la terza edizione del Festival del Giornalismo d’Inchiesta, proprio da Marsala si arrivò a lanciare la proposta di istituire per il Mediterraneo una sorta di zona franca, chiusa a qualsiasi progetto di trivellazione.

Lo “Sblocca Trivelle”

Rispetto a quello scenario politico, sembra passata un’era geologica. Si era appena insediato il governo Letta e Bersani era ancora il segretario del Pd. Di lì a poco sarebbe arrivato Matteo Renzi con il suo governo e quel decreto “Sblocca Italia” che, tra le altre cose, intende semplificare le procedure per le ricerche petrolifere nei mari italiani, indebolendo la Valutazione di Impatto Ambientale e il ruolo dei territori. Incassato il sì alla Camera, lo “Sblocca Italia” dovrà adesso affrontare il voto del Senato.

Il progetto della Schlumberger

Nel frattempo, però, il Consiglio comunale di Marsala ha l’opportunità di esprimere il proprio parere al permesso di prospezione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare presentato dalla “Schlumberger Italiana Spa”, filiale tricolore della Schlumberger Limited, la più grande società per servizi petroliferi al mondo. Tre sedi (Austin, Parigi e L’Aja), 115.000 dipendenti, la compagnia ha depositato al Ministero dell’Ambiente un progetto che intende studiare l’estensione e la natura delle strutture geologiche presenti nella cosiddetta zona marina “G” del Canale di Sicilia, un tratto di mare che si estende dalla provincia di Caltanissetta al trapanese, incredibilmente vicino all’isola di Pantelleria. Il progetto prevede l’utilizzo dell’air-gun, un dispositivo che dalle navi d’appoggio lascia partire spari di aria compressa verso il mare.

Il parere del dirigente Patti

All’interno della relazione allegata alla delibera, prodotta dal settore “Servizi Pubblici” del Comune di Marsala, si sottolinea che “trattandosi di acque profonde, sarà necessario utilizzare più air-gun, i cui effetti non potranno che essere di impatto sull’ambiente marino e costiero”. Nella stessa relazione, firmata dal dirigente Francesco Patti e dall’architetto Carla Consentino, si spiega che le onde d’urto provocate da tali strumenti altererebbero l’equilibrio della flora e della fauna marina. In particolare, propagandosi fino al fondale, “potrebbero impaurire e stordire gli animali sino a indurli ad un’emersione rapida e improvvisa, senza adeguata decompressione, provocandone la morte per embolia”. In definitiva, il progetto viene considerato “un pericolo reale sia sotto l’aspetto geologico che ambientale” e in contrasto con l’idea di città su cui si è lavorato negli ultimi anni, in particolare sul versante della tutela ambientale e della promozione turistica. A tal riguardo, si fa riferimento anche alla Riserva dello Stagnone, il cui habitat potrebbe subire seri danni da eventuali attività di prospezione. Il documento trasmesso dal dirigente Patti al Consiglio comunale si conclude con la proposta di manifestare il proprio dissenso nei confronti dell’iniziativa della “Schlumberger Italiana Spa”.

Il Consiglio comunale di Marsala e un precedente poco incoraggiante…

Toccherà adesso al massimo consesso civico marsalese pronunciarsi sulla delibera che già figura all’ordine del giorno delle prossime sedute. In queste settimane, prese di posizione chiare sono già arrivate dall’Anci Sicilia e dalla giunte di Favignana, Alcamo e Siracusa. Difficile immaginare un voto favorevole al progetto della società texana da parte dell’assemblea di Sala delle Lapidi. Tuttavia, c’è un precedente di pochi anni fa che autorizza qualche dubbio rispetto alla sensibilità ambientalista dei rappresentanti politici marsalesi  Nel 2009 il governo Berlusconi aveva sottoscritto un accordo con la Francia che prevedeva la realizzazione di dieci centrali nucleari sul territorio italiano. Poche settimane dopo, fu presentato in Consiglio un ordine del giorno in cui si dichiarava che la città di Marsala non sarebbe stata disponibile a ospitare alcuna centrale nucleare. L’atto fu bocciato con 7 voti a favore e 12 contrari, suscitando un clamore tale da meritare anche i servizi di qualche tg nazionale. Fortunatamente, quel voto non portò alcun effetto concreto e a nessuno è venuto in mente di progettare una centrale nucleare tra lo Stagnone e l’area archeologica. In ogni caso, si spera che sul progetto della Schlumberger il Consiglio possa adesso mostrare una sensibilità diversa.

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