Un patrimonio da non disperdere

Vincenzo Figlioli

Marsala

Un patrimonio da non disperdere

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mercoledì 22 Giugno 2016 - 07:18

C’è un dato che abbiamo letto in questi giorni su cui si dovrebbe riflettere in maniera approfondita: nella top ten delle destinazioni più prenotate dagli italiani in Europa compaiono tre aeroporti siciliani, Catania (1°), Palermo (3°) e Birgi (10°). Per il sito edreams, infatti, saranno più i visitatori e i turisti che atterreranno al “Vincenzo Florio” rispetto a quelli che sceglieranno Roma, Milano, Madrid, Berlino o Praga. D’estate, si sa, chi deve organizzare un viaggio tende a preferire il mare rispetto alle grandi città. Tuttavia, è evidente che la Sicilia Occidentale in questa fase sta beneficiando indirettamente della tendenza di tanti italiani a scegliere in misura minore le destinazioni del Nord Africa o del Medio Oriente, considerando le situazioni di tensione internazionale presenti in quelle aree. A ciò si aggiunge il passaparola positivo, la maggiore dimestichezza degli operatori turistici che ormai hanno imparato a promuovere in autonomia il proprio territorio, il fascino intramontabile di una terra talmente ricca di bellezze da rendere accettabili anche i disservizi che purtroppo continua a evidenziare.

Ci troviamo dunque di fronte a un patrimonio che con un pizzico di programmazione in più da parte delle amministrazioni comunali e con una maggiore valorizzazione potrebbe davvero dare grande serenità a tanti abitanti di questa zona della Sicilia. Rischiamo invece di disperdere gran parte di quanto con fatica abbiamo seminato in questi anni a causa di una situazione che appare sempre più precaria sul fronte dell’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi. Come abbiamo raccontato in questi giorni e in questi mesi, il futuro dello scalo trapanese appare ogni giorno più fosco, tra la Regione che mette in vendita le sue quote e insiste sull’accorpamento con Palermo, Airgest che si tira fuori dagli accordi di co-marketing e Ryanair che ha smesso di scommettere sulla crescita del nostro aeroporto. Di fronte a tutto ciò, l’auspicio è che i buoni risultati ottenuti in questi anni dalla provincia di Trapani in termini di incoming turistico non finiscano per rivelarsi effimeri. Sarebbe una terribile beffa per tutti coloro che hanno investito con convinzione in questo settore, affidando spesso allo sviluppo turistico di questa terra le residue speranze di poter realizzare i propri progetti di vita nel luogo in cui sono nati.

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