"Una favola per il referendum" di Giovanni Lombardo

redazione

"Una favola per il referendum" di Giovanni Lombardo

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mercoledì 30 Novembre 2016 - 10:15

C’era questa volta una bambina che voleva una automobile rossa, come quella del fratellino.
Il suo papà era convinto che avesse già un eccessivo numero di giocattoli.
La ascoltava, le sorrideva e non rispondeva. Era diventata ossessiva. Prima gliela chiedeva ogni tanto, ma ormai era una questione quotidiana.
Un giorno il papà non era al lavoro; se ne stava lì in salone guardandosi allo specchio mentre fingeva di parlare a qualcuno; incespicò contro la bambina che gli strattonava i pantaloni, urlando: ”la voglio con il volante giallo!” Buttò con un gesto di rabbia il foglio che teneva in mano, spense la slide proiettata sulla parete libera da quadri, e uscì. Un’ora dopo circa ritornò con un grosso pacco in carta da regalo e fiocco rosso. La bambina era lì, sorridente.
“Streghetta che non sei altra! Quando la smetterai di essere una frignona seccante? Eccotela qua la tua automobilina!” e sbatté sul pavimento il pacco, che rotolò due volte fermandosi dinanzi la piccola. Lei chiuse gli occhi, compresse le braccine lungo i fianchi, rimase ferma alcuni secondi; poi riaprì gli occhi, si sedette accanto al pacco e cominciò a strappare i grandi fogli colorati.
Era proprio come l’ aveva richiesta, anche il volante giallo. Si sedette, prese il volante e cominciò a spingere sui pedali. Dal salone passò nella veranda. Nell’angolo esposto al sole grandi gigli bianchi fiorivano su un vaso di ceramica.
La bambina arrivò alla ringhiera in ferro battuto, si fermò, scese e cominciò a sollevare il giocattolo. Più in alto, ancora un piccolo sforzo e l’automobilina rossa col volante giallo precipitò. Ascoltò attenta lo scrash del tonfo, corse verso i fiori, colse un giglio e lo gettò dietro l’auto. Poi tutt’allegra volò verso il fratellino ed il trenino elettrico.

***

Ai tempi dei tempi, Esòpo a questo punto aggiungeva “ la favola significa…. Ed io che l’ho scritta cosa posso aggiungere, visto che mi si formata nella mente mentre pensavo alla Riforma costituzionale e a Renzi? Quattro cosucce…permettete?
a) Un dono non si può sbattere in faccia, diventa un oltraggio. E la Riforma ci viene sbattuta in faccia con una violenza simile al pacco sbattuto sul pavimento. Il “capo” sembra convinto di star facendo un gran “dono” al popolo, come gli antichi re che “concedevano” qualcosa ai sudditi.
b) La Riforma non può essere un “dono” predisposto da metà del “gruppo” per tutto il gruppo, ma una costruzione fatta assieme.
c) Per quanto è detto sopra, anche quelli che considerano ben fatta questa Riforma costituzionale (cioè quelli del SI) dovrebbero buttarla dal balcone.
d) Per quelli che intendono votare NO, l’automobilina era già rotta e senza ruote quando uscì dal pacco.

Giovanni Lombardo

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