Unioni Civili: l’opinione della Chiesa Valdese di Trapani e Marsala

Gaspare De Blasi

Unioni Civili: l’opinione della Chiesa Valdese di Trapani e Marsala

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lunedì 29 Febbraio 2016 - 12:10

La chiesa evangelica valdese di Trapani e Marsala si è riunita per affrontare il tema della legge appena approvata dal Senato sulle “Unioni Civili”. A termine della riunione è stato diffuso un documento la cui sintesi è quella che al comunità considera con sgomento che sia stata tolta la possibilità dell’adozione del “figliastro”. “Se uno dei due componenti della coppia omosessuale – afferma la nota – al momento della costituzione della “unione civile” ha già un figlio, l’altro componente della coppia può adottarlo. La maggioranza del Senato della Repubblica è stata contraria a questa norma, cioè contraria a garantire una maggiore tutela dei diritti di un bambino all’interno della coppia”. Tuttavia gli aderenti alla chiesta valdese ritengono positivo il fatto che finalmente la legge riconosca il diritto di due persone a strutturare le proprie scelte di coppia senza altri criteri che la propria volontà di vivere assieme”. Si tratta di un “…primo passo verso il superamento di ogni discriminazione derivante da considerazioni sull’orientamento affettivo e sessuale”. Viene anche ricordato che la chiesa valdese, nel proprio tempio di Trapani, il 7 aprile 2010, celebrò la benedizione di una coppia formata da due donne di fede cristiana luterana. Si trattò della prima benedizione di una coppia omosessuale presso una chiesa cristiana in Italia. “Come cristiani – conclude la nota stampa – siamo convinti che l’insegnamento fondamentale che Gesù ci ha lasciato è il comandamento “Ama il prossimo tuo come te stesso”, senza discriminazioni di alcun tipo, con grande rispetto verso ogni persona. Nei Vangeli non troviamo alcuna definizione di ciò che è “naturale” oppure “non-naturale”, così come non troviamo alcun modello di famiglia da imitare. Nel Vangelo di Matteo si dice esplicitamente: “ chi ama suo padre e sua madre più di quanto ama me, non è degno di me; chi ama suo figlio o sua figlia più di me, non è degno di me”.

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