Vendemmia 2015, Pino Aleo (Uilmec Copagri): “Un ribasso dei prezzi delle uve sarebbe inaccettabile”

redazione

Vendemmia 2015, Pino Aleo (Uilmec Copagri): “Un ribasso dei prezzi delle uve sarebbe inaccettabile”

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mercoledì 09 Settembre 2015 - 13:15

Settembre, storicamente, è il mese della vendemmia. Un rito che si ripete di anno in anno e che si lega inevitabilmente all’economia del territorio. A preoccupare i produttori, come spesso abbiamo scritto, è il prezzo dell’uva. Sul tema si registra l’intervento del segretario provinciale della Uimec Copagri Trapani Giuseppe Aleo, che sollecita le istituzioni a trovare soluzioni adeguate a tutela dei viticoltori e preannuncia lo stato d’agitazione della categoria, qualora i prezzi delle uve dovessero subire ulteriori ingiustificati ribassi. Il sindacalista ritiene necessario, a riguardo, “stabilire un prezzo di orientamento minimo per le uve trapanesi”, evidenziando che “molte cantine sociali e private, nonché gli industriali, rispetto alla passata vendemmia hanno prodotto un fatturato superiore del 10 per cento” e che “quest’anno la Sicilia torna ai valori leggermente sopra la media, con aumento delle produzioni che si attestano oltre il 5 per cento, dopo la riduzione produttiva di oltre il 30 per cento degli anni passati a causa delle avversità climatiche e delle riduzioni delle superficie”. Aleo sottolinea che i viticoltori si aspettano che le strutture presso cui stanno conferendo il proprio prodotto si attengano a un orientamento comune, con prezzi compresi tra 25 e 30 euro al quintale per il catarratto extra lucido; tra 30 e 35 Euro per l’insolia; tra 35 e 37 Euro per il grillo; tra 35 e 40 euro per il nero d’Avola. “Per quanto attiene l’uva internazionale (chardonnay, cabernet, sirah, merlot ecc) – aggiunge il rappresentante sindacale – il prezzo potrebbe collocarsi tra 45 e 55 euro al quintale”.

Il presidente Uimec-Copagri si rivolge, infine, al Governo Nazionale chiedendo “di introdurre un intervento a sostegno dell’impresa agricola, livellando i costi di produzione a quelli europei  per essere più competitivi nei mercati internazionali”. Al Governo Regionale, invece, si chiede di vigilare i confini per evitare la penetrazioni di mosto a basso costo e di indubbia provenienza. “Se ci fosse stata la volontà di creare una consulta provinciale o una concertazione della filiera vitivinicola, forse,oggi – prosegue Aleo -ci troveremmo davanti una situazione economica migliore, ovviamente con un accordo di programma che avrebbe sicuramente soddisfatto tutti gli attori della filiera”. “Crediamo – conclude il sindacalista –  che vi sono le condizioni per determinare un cambiamento reale del comparto non solo vitivinicolo, da allargare al settore olivicolo e zootecnico, proprio per evitare che la rabbia di tutta la filiera agricola possa riversarsi nelle piazze, con il rischio di una contestazione più pericolosa di quella degli anni passati”.

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